Sconti e sgravi per chi acquista e vende detersivi alla spina e cibi sfusi. Agevolazioni per gli scuolabus sostenibili. Incentivi per il trasporto e la consegna a domicilio di merci e prodotti. Bonus per gli automobilisti che vivono nelle città più inquinate e rottamano le vecchie macchine. L’inizio delle politiche green del governo Conte bis – il new deal verde, come è stato definito dai rappresentanti dell’esecutivo – passerà da un decreto legge (o da un disegno di legge).
I 14 articoli messi a punto, una bozza, prevedono una serie di “Misure urgenti per il contrasto dei cambiamenti climatici e la promozione dell’economia verde”. Altri esempi? Azioni per rimboschimento, riduzione dei sussidi per attività con ricadute dannose sull’ambiente, sviluppo dei parchi nazionali e tutela degli habitat naturali, progetti antismog, velocizzazione della pianificazione di emergenza per gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, creazione di un commissario unico contro le discariche abusive, investimenti per la prevenzione dei rischi idrogeologici e via elencando.
Partenza in salita
Il cammino del provvedimento è partito in salita. L’esame in consiglio dei ministri è saltato. Mancano i fondi, non ci sono le coperture finanziarie per ciascuna voce, si annunciano resistenze. E, soprattutto, non tutti i ministeri interessati vedono le cose (e i progetti) allo stesso modo.
Sconto del 20 per cento sui prodotti sfusi
Una delle novità con ricadute immediate per milioni di consumatori – se e quando si appianeranno ostacoli e divergenze – è la spinta alla riduzione di flaconi, contenitori, scatole, lattine. Per chi acquista detersivi e cibi sfusi è previsto uno sconto del 20 per cento, applicato in tempo reale. Chi li vende potrà recuperare la differenza di prezzo sotto forma di credito di imposta da scalare dalle tasse, nel limite di 10 milioni l’anno.
Consegne a domicilio vantaggiose
Il decreto Clima (o ddl Clima) – così dovrebbe essere chiamato, in sintesi – prevede poi un sistema di incentivazione del trasporto e della consegna a domicilio di prodotti commerciali: “Agli esercenti attività imprenditoriale che svolgono direttamente o per tramite di soggetti terzi il servizio di trasporto a domicilio per la vendita di prodotti non destinati all’esercizio dell’attività economica o professionale”, è riconosciuto “un credito di imposta pari allo sconto praticato al consumatore, fino al 20 per cento del costo del servizio, fino a un importo massimo di 5.000 euro ad esercente, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022”. Il consumatore potrà detrarre dalle tasse l’intera spesa sostenuta per avere prodotti e merci sulla porta di casa (sempre che il provvedimento vada in porto e con il testo attuale).
Bonus rottamazione auto
Ci sarà un bonus fiscale da 2.000 euro per gli automobilisti che vivono nelle città più inquinate (quelle dove si sforano i parametri Ue, soggette alle procedure di infrazione) e che decinono di rottamare macchine fino alla classe Euro 4. Si tratta di un credito di imposta da utilizzare entro cinque anni per pagare abbonamenti al trasporto pubblico locale oppure per servizi di sharing mobility con veicoli elettrici o a emissioni zero. L’agevolazione sarà revocata nel caso in cui il beneficiario (o un familiare convivente ) “provveda all’acquisto, al leasing o al noleggio a lungo termine di un’autovettura non a basse emissioni entro i due anni successivi”.
Lo stesso incentivo da 2.000 euro, da destinare alla “sostituzione del veicolo rottamato con veicoli ibridi o elettrici o ad emissioni ridotte”, verrà riconosciuto “ai titolari di licenza di trasporto pubblico di piazza e agli autotrasportatori operanti nelle città metropolitane”.
Incentivi per scuolabus ecologici
Anche il trasporto scolastico sostenibile, da supportare, viene preso in considerazione. Recita il provvedimento, nella prima stesura: “È istituito un fondo in favore del servizio di scuolabus a ridotte emissioni per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, comunali e statali ricadenti nell’ambito delle città metropolitane che sforano i limiti di smog”. Le famiglie coinvolte potranno usufruire di una detrazione fiscale ad hoc, fino a 250 euro, sulla falsariga di quella già esistente. Complessivamente, per coprire il minor incasso, lo Stato ci metterà 10 milioni l’anno.
Tagli alle agevolazioni fiscali
Altro piatto forte del decreto legge (o del disegno di legge governativo, si vedrà) è il taglio alle tax expenditures, cioè una progressiva riduzione delle agevolazioni fiscali elencate dal “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi”, il complesso detrazioni, deduzioni d’imposta, crediti d’imposta, aliquote ridotte e imposte sostitutive applicate ad una serie di attività e filiere. Chi effettua trivellazioni petrolifere, ad esempio, ora ha diritto a delle detrazioni. Ci sono esenzioni per le estrazioni di petrolio, sotto certi limiti. E viene agevolato, altro esempio ancora, l’acquisto di gasolio (il più inquinante dei combustibili) per autotrazione e per usi agricoli. Entro il 2040 non dovrebbe succedere più.
Legambiente: “Passare dalle parole ai fatti”
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, commenta: “Svolta green? Ci crederemo quando vedremo i risultati concreti. Di parole ne abbiamo sentite tante, troppe. Stanno venendo a galla ostacoli e impedimenti, dopo le promesse e gli annunci. Ancora non si è capito se il governo voglia procedere con un decreto legge, come c’è nell’intestazione, o con un disegno di legge. Chiediamo che si opti per la prima soluzione, il decreto legge, superando le divergenze e trovando le coperture. La ragione è evidente. Dovrebbe essere approvato dal Parlamento entro 60 giorni e quindi a breve. Con un disegno di legge, invece, i tempi si trascinerebbero. Lo abbiamo visto con il decreto Salvamare. Si è arenato in Parlamento, si sono persi mesi e se ne perderanno ancora. Si corre lo stesso rischio”.
Altra osservazione, sempre del numero uno dell’associazione ambientalista: “La bozza del provvedimento prevede la graduale riduzione degli sconti fiscali per le attività dannose. Come riferimento, per l’azzeramento, è stato dato il 2040. La scadenza, a nostro parere, dovrebbe essere anticipata al 2030. Ci sta a cuore un ulteriore intervento concreto, reale: lo sblocco del ciclo dei rifiuti, cioè il momento in cui un rifiuto cessa di essere considerato tale e può essere lavorato, recuperato e trasformato in impianti ad hoc. È successo per assorbenti e pannolini – ricorda Ciafani – dovrebbe essere così per altri prodotti di scarto”.
Da Coldiretti plauso e preoccupazione
Coldiretti, con un comunicato stampa, commenta positivamente l’ipotesi degli sconti su detergenti ed alimentari sfusi. “Il 44 per cento degli italiani, stando ai dati Eurobarometro 2019, già si impegna nella lotta al cambiamento climatico anche riducendo gli acquisti di prodotti con imballaggi eccessivi. Bisogna continuare su questa strada. Spesso i contenitori – ricordano dall’associazione – costano più del prodotto, sia in quanto sono una componente del bene commercializzato, sia perché aumentano il peso da trasportare. Il risultato è che i vasetti etichettati sono pagati più dei fagioli all’interno, le bottiglie più della passata, i brick più del succo di frutta ed le scatole più del grano di cui sono fatti i biscotti”.
Dai coltivatori diretti e da altre categorie arrivano però anche segnali di possibile opposizione, e dura, in relazione ai possibili tagli agli incentivi per le attività inquinanti. Tra gli sconti da ridurre e abolire, come detto, ci sono anche quelli per l’acquisto del carburante per l’agricoltura e l’autotrasporto.
”La proposta di riduzione dei sussidi ritenuti ambientalmente dannosi – tuona Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – è insostenibile. Colpirebbe paradossalmente anche i carburanti agricoli senza i quali verrebbe messa a rischio la quotidiana manutenzione di gran parte del territorio nazionale, lasciato all’abbandono e al dissesto idrogeologico, e compromessa la competitività del Made in Italy agroalimentare”.