Da giorni si parla del decreto sicurezza bis e delle ostilità tra i pro e i contro, nei palazzi della politica e nella società civile. Accuse di “disumanità” e “incostituzionalità” da più parti, appoggio incondizionato e sostegno da altre. Alla fine ha vinto la linea dura del vicepresidente del consiglio Matteo Salvini, uscito indenne anche dalle tensioni interne alla maggioranza.
Il provvedimento, modificato e rimaneggiato in corso d’opera, ha superato il vaglio del Senato grazie al voto di fiducia ottenuto dal governo. Ed è stato convertito in legge. Per renderlo effettivo e pubblicarlo sulla Gazzetta ufficiale manca solo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui alcuni commentatori attribuiscono una intenzione: dare il nulla osta, accompagnando però il via libera con una lettera. C’è anche chi già annuncia ricorsi alla Consulta sui passaggi ritenuti non conformi alla Costituzione.
Cosa prevede il testo
I 18 articoli non sostituiscono e non correggono il primo decreto sicurezza, varato nel novembre 2018. Lo integrano, andando oltre. E toccano più temi di ambiti diversi, dalle navi delle Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo ai buoni pasto per le forze di polizia utilizzate per l’ordine pubblico, dall’aumento delle pene per gli eccessi nelle manifestazioni di piazza all’assunzione di 800 addetti per velocizzare le esecuzioni delle condanne, dalla tutela per gli arbitri alle ore di straordinario dei pompieri.
Divieti di accesso per la navi
In attesa di leggere il testo finale in Gazzetta ufficiale, con tutti gli emendamenti recepiti e quelli rimasti fuori, agenzie di stampa e testate giornalistiche indirizzano l’attenzione verso i passaggi salienti e più discussi. I primi 5 articoli del decreto sicurezza bis, ora convertito in legge, riguardano in particolare le imbarcazioni delle Organizzazioni non governative attive nel Mediterraneo, come Open arms o Sea watch. Il ministro dell’Interno «può limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale» per motivi di sicurezza, quando si pensa che sia stato violato il testo unico sull’immigrazione e sia stato compiuto il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Il blocco navale disposto dal Viminale dovrà essere controfirmato dai ministeri della Difesa e delle Infrastrutture, mentre la presidenza del consiglio basterà che sia “informata”.
Multe salatissime per Ong e armatori
Per il mancato rispetto delle disposizioni o dello stop – ecco uno dei perni della legge – il comandante della nave al centro delle prescrizioni andrà incontro a una sanzione salatissima: una multa da 150.000 a un milione di euro. Se il diretto interessato non sarà in grado di pagare, l’onere ricadrà sull’armatore. È previsto il sequestro cautelare della nave, portata nel porto più vicino e confiscabile (altro passaggio molto criticato). I migranti a bordo saranno trattati e gestiti in base alle norme, restrittive, del primo decreto sicurezza.
Arresto in flagranza del capitano della nave
Per il capitano della nave è previsto l’arresto in flagranza di reato, obbligatorio, nel caso in cui faccia “resistenza o violenza contro nave da guerra, in base all’articolo 100 del codice della navigazione”, il reato inizialmente contestato a Carola Rackete, privata della libertà dopo l’attracco con la Star Watch 3 e scarcerata dal gip poche ore più tardi. “La solidarietà è un dovere, non può essere perseguita e punita”, tuonano dal fronte contro. ”Il decreto sicurezza bis – ribattono dal fronte pro – non condanna ogni tipo di salvataggio in mare, ma la recidiva, cioè quando certi tipi di interventi in mare diventano sistematici da parte di alcune imbarcazioni, come quelle delle Ong”
Fondi per la lotta contro i clandestini
Per la lotta al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – per le operazioni di polizia sotto copertura, potenziate e declinate anche in chiave di cooperazione internazionale – sono messi a disposizione un fondo di 500.000 euro per il 2019, una dotazione di 1 milione di euro per il 2020 e 1,5 milioni di euro per il 2021.
La stretta sull’ordine pubblico
Il giro di vite sull’ordine pubblico si traduce in tolleranza zero e contromisure più severe, non condivise da tutti. Chi usa senza giustificato motivo caschi protettivi o qualunque altro mezzo che renda difficoltoso il riconoscimento – in un presidio o in un corteo – sarà assoggettabile a una pena da 2 a 3 anni di reclusione e a una multa fino a 6.000 euro. È stabilita la reclusione da 1 a 4 anni anche per coloro che nel corso delle manifestazioni lancino o utilizzano illegittimamente (in modo da creare un concreto pericolo per l’incolumità delle persone) razzi, bengala, fuochi d’artificio, petardi, fumogeni, gas urticanti o bastoni, mazze, oggetti in grado di provocare lesioni e altre conseguenze negative. “Una norma che sembra studiata per contrastare soprattutto il movimento No Tav”, secondo le voci dissidenti.
Contro i vandalismi
Vetrine rotte, sampietrini divelti e auto danneggiate sono uno spettacolo non raro, durante e dopo proteste di piazza. Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili cose mobili o immobili altrui – in occasione di manifestazioni in un luogo pubblico o aperto al pubblico – nel futuro prossimo dovrà mettere in conto la reclusione da 1 a 5 anni.
Pubblici ufficiali super tutelati
Vengono inasprite le pene anche per i reati di “violenza o minaccia a un pubblico ufficiale”, “resistenza a un pubblico ufficiale”, “violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti””, “interruzione di ufficio o servizio pubblico o di pubblica necessità”. Non sarà più ammessa l’archiviazione delle contestazioni per «lieve tenuità del fatto» per gli autori “di violenza, oltraggio o resistenza a pubblico ufficiale». Non è invece stata presa in considerazione la richiesta – formulata da anni e periodicamente ripresentata – di rendere identificabili poliziotti, carabinieri e finanzieri schierati nei servizi di ordine pubblico (per poterli riconoscere, quando sono loro a commettere reati, come successe al G8 di Genova e non solo).
Daspo rafforzato per gli eventi sportivi
Viene ampliata la portata dei Daspo (i divieto di accesso temporanei a manifestazioni sportive), estesi ad esempio ai tifosi esagitati in azione all’estero. Le tutele ora previste per gli addetti ai varchi di accesso a stadi e palazzetti si estendono anche agli arbitri e agli altri operatori tenuti ad assicurare la regolarità delle competizioni. Per le società sportive la stretta è sulla concessione di biglietti e di altre agevolazioni (e sulla possibilità di contrattare) ai destinatari di Daspo e di misure di prevenzione e ai pregiudicati per specifici reati (e il pensiero va ai capi ultrà delle curve, compreso quello che venne fotografato assieme al vicepremier Salvini). Nel codice antimafia entra il fermo pure per coloro che risultino gravemente indiziati di reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive. Si stabilizza nell’ordinamento l’istituto dell’arresto in flagranza differita (cioè a ore di distanza) per alcune situazioni definite, sempre legate a partite di calcio e altri eventi. Infine si prova a ad arginare il bagarinaggio, dando la possibilità ai sindaci di ordinare l’allontanamento dei rivenditori abusivi di biglietti dalle stazioni ferroviarie e marittime, dagli aeroporti e dalle banchine degli autobus.
Nuove assunzioni per l’esecuzione delle pene
Il ministero della Giustizia potrà assumere fino a 800 persone, con contratti a tempo determinato di un anno, per un fine dichiarato: velocizzare l’esecuzione delle pene, riducendo il tempo che passa tra l’emissione di una condanna definitiva e l’applicazione delle misure concrete che ne derivano (in primis le carcerazioni), e smaltire le pratiche arretrate in sospeso.
Buoni pasto più alti e nuove divise
I fondi sono stati reperiti. Il valore dei buoni pasto da dare alle “divise” fuori sede, impegnate per garantire l’ordine pubblico e senza mensa di servizio, sale da 4 a 7 euro. Altre risorse vengono recuperate per il miglioramento e il ricambio del vestiario del personale della polizia. Per i vigili de fuoco aumenta il monte ore annuo di straordinario retribuito (più 259.890 ore nel 2019 e 340.000 ore a decorrere dal 2020)
Affitti brevi e turistici
Per chi soggiorna meno di 24 ore in una struttura – con affitti brevi e turistici – la comunicazione delle generalità da parte dei gestori dovrà avvenire entro 6 ore dall’ingresso e non più entro 24 ore. L’entrata in vigore di questa norma è subordinata all’emissione di un decreto del Viminale, chiamato a disciplinare le modalità di invio telematico dei dati alle questure.