Sparisce il permesso di soggiorno per motivi umanitari, si riducono le concessioni del diritto d’asilo, revocato per chi delinque; e ancora, niente cittadinanza per chi è condannato per terrorismo e via libera alla pistola elettronica, il taser, già in sperimentazioni alle forze dell’ordine. Sono i punti principali, ma anche i più discussi, del decreto sicurezza diventato legge dopo l’approvazione da parte del Parlamento.
Ecco le principali novità e le norme più dibattute.
Meno permessi umanitari
L’intenzione dell’esecutivo è chiara: ridurre il numero di permessi di soggiorno per motivi umanitari, riconosciuti come forme di protezione internazionale ed espressamente disciplinate a livello europeo. Si tratta dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria. La protezione umanitaria è quindi sostituita da sei tipologie di permessi speciali: per vittime di grave sfruttamento, motivi di salute, violenza domestica, calamità nel Paese d’origine, cure mediche e atti di particolare valore civile.
Secondo le associazioni impegnate nel soccorso e aiuto ai migranti – ma anche secondo le opposizioni – questi provvedimenti avranno l’effetto di aumentare il numero di immigrati irregolari.
Stop al permesso ed espulsione per chi delinque
È uno dei cavalli di battaglia del responsabile del Viminale: la linea dura nei confronti di chi viola la legge. Il testo individua casi specifici nei quali il permesso di soggiorno e la cittadinanza possono essere revocati e gli stranieri espulsi. Ecco, quindi, che la protezione internazionale viene negata o sospesa dopo una condanna in primo grado per i reati di violenza sessuale, lesioni gravi e rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato e traffico di droga.
Provvedimenti analoghi sono previsti anche nei casi nei quali lo straniero non sia stato condannato, ma sia ritenuto pericoloso a livello sociale. Per chi, invece, viene condannato in via definitiva per reati di terrorismo è prevista la revoca della cittadinanza acquisita e l’espulsione immediata.
La legge punta anche a rafforzare i controlli nei confronti di soggetti che tentano di eludere i controlli alle frontiere e che ripresentano richieste di soggiorno, strumentalizzando le domande di protezione internazionali per non ottemperare ai fogli di via.
Rimpatri più veloci
Sempre nell’ambito dell’immigrazione sono previsti tempi di rimpatrio più veloci, con un raddoppio dei soggiorni nei centri di permanenza (fino a 180 giorni, invece che 90). Si prevede di costruire altri centri per ridistribuire il numero di migranti attualmente ospitati. Anche in questo caso la norma è contestata dalle opposizioni, che ritengono troppo lunghi tre mesi di “detenzione” in queste strutture. Ma a sollevare ancora più criticità sono gli interventi relativi agli Spar.
La riduzione degli Sprar
A far discutere, infatti, è la drastica riduzione dei progetti di inclusione sociale e integrazione, in primo luogo lo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Solo i titolari di protezione internazionale e i minori non accompagnati hanno diritto a seguire i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dallo Sprar, mentre i richiedenti asilo potranno essere accolti solo nei Cas (Centri di accoglienza secondaria) e nei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo). Molti sindaci temono un abbandono delle periferie e una totale mancanza sul territorio di progetti d’inclusione.
Sicurezza urbana
Sono diverse anche le novità in tema di sicurezza nelle città, a partire dal via libera all’uso del Taser, la pistola elettronica già in sperimentazione alle forze dell’ordine e contestata da diverse associazioni umanitarie, che la considerano persino uno strumento di tortura. La legge prevede di dotare di taser anche la polizia municipale delle grandi città (più di 100.000 abitanti).
Linea dura, poi, nei confronti delle occupazioni abusive di immobili, con l’introduzione di nuove norme per migliorare la gestione dei beni confiscati alla mafia. Su questo punto non mancano le contestazioni alla possibilità di vendere gli immobili, per il timore che possano tornare in mano a criminali tramite prestanome.
Lotta al terrorismo
Infine, interventi sono contemplati anche in ambito di lotta al terrorismo, in particolare con un giro di vite sul noleggio di tir e furgoni, utilizzati in passato in altri attentati all’estero, come a Barcellona, Nizza, Berlino. Inoltre, viene introdotta la misura del Daspo per i sospettati di terrorismo: creato per le manifestazioni sportive, sarà esteso a chi è sospettato di preparare un attentato o di fiancheggiare un’organizzazione terroristica. Lo stesso provvedimento diventa anche urbano, cioè riguarda la diffida al avvicinarsi a ospedali, scuole, aree dove si svolgano mercati o fiere per tutti gli indiziati di terrorismo.
Le critiche
Una delle voci più critiche nei confronti della legge è quella dell’ex titolare del Viminale, Marco Minniti, secondo cui il testo “passerà alla storia come decreto insicurezza visto che otterrà l’effetto opposto di quello che si proclama di voler produrre”. Secondo il predecessore di Salvini “Le espulsioni non dipendono dalla legislazione italiana, ma dalla capacità di costruire relazioni internazionali: noi non possiamo far salire le persone su un aereo e gettarle a mare come nell’Argentina di Videla. Noi possiamo fare rimpatri solo se siamo in condizione di rimandarli nei Paesi di provenienza, con un’attività diplomatica che da questo governo non vedo”.