L’intelligenza artificiale made in Cina di DeepSeek abbatte le certezze di Big Tech negli Stati Uniti e scuote le Borse mondiali. Il modello V3 di chatbot della giovane startup cinese, fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, ha scatenato il panico nella Silicon Valley dopo aver rilasciato modelli di intelligenza artificiale in grado di superare i migliori d’America a costi di produzione inferiore e con chip meno potenti.

Bassi costi, risultati sorprendenti

DeepSeek ha messo a punto un modello di linguaggio di grandi dimensioni gratuito e open source a fine dicembre che, a suo dire, ha richiesto solo due mesi e meno di 6 milioni di dollari per essere realizzato, facendo leva sui chip a capacità ridotta di Nvidia (H800).

A una prova immediata, l’app cinese ha riservato problemi (su temi come le vicende sanguinose di Piazza Tienanmen, segno della censura preventiva del Great Firewall) rispetto a ChatGpt, che ha dato risultati immediati. Tuttavia, come modello open source, DeepSeek-R1 assicura prestazioni pari o superiori – secondo valutazioni di settore – rispetto a Llama 3.1 di Meta, GPT-4o di OpenAI e Claude Sonnet 3.5 di Anthropic per accuratezza, dalla risoluzione di problemi complessi alla matematica e alla codifica.

Scoppia la bolla dell’IA?

L’IA «low cost», come è stata ribattezzata, ha raggiunto in brevissimo tempo i vertici nei download gratuiti dell’App Store di Apple sia in Cina sia negli Stati Uniti, superando ChatGPT negli Usa, e sollevando allarmi sul fatto che il primato globale americano nel settore strategico dell’IA si stia riducendo, mettendo in discussione l’enorme spesa delle grandi aziende tecnologiche a stelle e strisce per la creazione di modelli IA e data center.

Se quella dell’intelligenza artificiale è una bolla, DeepSeek potrebbe aver iniziato a farla scoppiare: secondo alcuni analisti, avrebbe gettato addirittura le basi della svolta strategica nel settore fino a minare il dominio competitivo Usa.

L’IA cinese che spaventa gli Usa

La sua realizzazione «è un bene», perché significa che «non bisogna spendere tutti quei soldi», è una «cosa positiva», afferma il presidente Usa, Donald Trump. Il riferimento è ai dollari investiti per realizzarla e il paragone è con i competitor occidentali ChatGPT, Gemini e Claude, i chatbot di OpenAI, Google e Anthropic. «Deve essere una sveglia per la nostra industria», ribadisce il tycoon alla conferenza dei deputati repubblicani della Camera riuniti a Doral, in Florida.

Lo stesso numero uno di Microsoft Satya Nadella ha definito «impressionante» il modello affinato da DeepSeek: «Dovremmo prendere molto, molto seriamente gli sviluppi dalla Cina», ha osservato al recente World Economic Forum di Davos.

due ragazze con il telefono in mano in casa

Il fondatore di DeepSeek: «Non possiamo solo imitare»

«Siate follemente ambiziosi e sinceri». Quattro parole, quelle dello slogan scelto nel 2023 per il lancio di DeepSeek, che racchiudono il sogno di Liang Wenfeng, il suo fondatore: uno dei pochi che – scriveva il China Talk – antepone «giusto e sbagliato» a «profitti e perdite», con il mantra «dell’innovazione originale». E un obiettivo per il suo Paese: quello di non rimanere per sempre un seguace dell’IA, passando «dall’imitazione all’originalità».

«L’IA cinese non può stare per sempre in una posizione di inseguimento. Spesso diciamo che c’è un divario di uno o due anni tra Cina e Stati Uniti, ma il vero divario è tra originalità e imitazione. Se questo non cambia, la Cina sarà sempre un follower», sottolineava Liang in una delle pochissime interviste rilasciate, tutte a media di settore.

DeepSeek è nata da un hedge fund cinese chiamato High-Flyer Quant che, secondo quanto riportato dai media locali e dal sito della società, ha più che decuplicato i propri asset in gestione nell’arco di quattro anni: da un miliardo di yuan nel 2016 a oltre 10 miliardi di yuan nel 2019. E la sua start-up DeepSeek è home made: il profilo LinkedIn riporta un team di meno di 10 persone.

La storia di DeepSeek

Un piccolo laboratorio di intelligenza artificiale con sede a Hangzho. Qualcosa che ricorda il garage di Albuquerque dove i cofondatori di Microsoft, Bill Gates e Paul Allen, mossero i primi passi. «Nel corso degli anni, High-Flyer Quant ha speso una grande parte dei profitti in IA per costruire un’infrastruttura leader e condurre ricerche su larga scala», affermava Liang due anni fa. E mesi dopo, High-Flyer Quant ha scorporato DeepSeek, che ha lanciato una serie di modelli IA utilizzati dagli sviluppatori per creare applicazioni di terze parti e dalla start-up per creare il proprio chatbot.

High-Flyer Quant è riuscita ad acquistare più di 10.000 unità di elaborazione grafica Nvidia prima che – riporta l’emittente locale 36kr – il governo americano imponesse restrizioni sui chip a Pechino. Sul suo sito web, il gestore di hedge fund ha affermato di aver speso rispettivamente 200 milioni di yuan e 1 miliardo di yuan nel 2020 e nel 2021 per costruire la sua serie Fire-Flyer di cluster di elaborazione IA.

Come orgogliosamente evidenziato dal direttore di The China Academy: «Con soli 6 milioni di dollari, la Cina ha costruito uno dei migliori modelli di IA al mondo, superando i miliardi spesi da Meta, Google e Microsoft». Ma, come ha sottolineato Liang, patron di quella ormai ribattezzata IA low-cost, «il problema non è mai stato il denaro ma i divieti sulle spedizioni di chip avanzati».

DeepSeek

«Cyber attacchi su larga scala», DeepSeek non più disponibile su App Store e Play Store in Italia

Intanto l’app DeepSeek non è più disponile sull’App Store di Apple e sul Play Store di Google in Italia. Cercando l’applicazione per il download non compare fra le ricerche, che restituiscono risultati che comprendono solo Google Gemini, ChatGPT e Perplexity tra gli altri. Aprendo il sito del chatbot compare l’avviso in inglese «a causa di attacchi malevoli su larga scala ai servizi di DeepSeek, la registrazione potrebbe essere occupata» che invita ad «attendere e riprovare», mentre «gli utenti registrati possono accedere normalmente».

Preoccupazioni per la sicurezza

Ieri il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su App.

L’Autorità, considerato l’eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia – spiega una nota – ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina.

Il Garante, inoltre, informa di aver chiesto alle società che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali siano raccolti attraverso attività di web scraping, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati. Entro 20 giorni le società dovranno fornire all’Autorità le informazioni richieste.