Dopo la prima diagnosi di afasia, la famiglia di Bruce Willis ha aggiornato i fan dell’attore sull’aggravarsi delle condizioni del protagonista di “Die Hard”. Il divo è affetto da demenza frontotemporale (FTD), una malattia che colpisce le capacità cognitive.
“Bruce Willis sempre più aggressivo”
Un cugino di Marlene Willis, la madre di Bruce, in un’intervista alla Bild ha riferito che la donna “non è sicura che suo figlio la riconosca ancora”. L’attore inoltre avrebbe atteggiamenti “sempre più aggressivi e non è più possibile avere una normale conversazione con lui. Anche se questo comportamento è normale nelle sue condizioni”.
Informazione grazie al “caso” Bruce Willis
Dopo l’aggiornamento sulla salute di Bruce Willis, la famiglia e gli amici hanno auspicato maggiore attenzione verso questa patologia neurodegenerativa dell’encefalo che solitamente è più precoce (dai 55 ai 65 anni di età) rispetto alla malattia di Alzheimer.
Primi segnali da considerare
Ci sono alcuni segnali che potrebbero indicare l’insorgere di una malattia simile a quella che ha colpito Bruce Willis. Non vanno sottovalutati, perché la demenza frontotemporale è più diffusa di quanto si pensi. “Per le persone sotto i 60 anni, – ha dichiarato la famiglia dell’attore – la FTD è la forma più comune di demenza. Per ottenere la diagnosi ci possono volere degli anni, è probabilmente molto più diffusa di quanto sappiamo”.
Accumulo di proteine nel cervello
La demenza è una sindrome associata a una ridotta funzionalità cerebrale. Del gruppo fanno parte il morbo di Alzheimer – che è la forma più comune -, la demenza vascolare, l’FTD e la demenza con corpi di Lewy. Molti tipi di demenza sono associati a un insolito accumulo di proteine nel cervello. Tali proteine sono causa di un calo di funzionalità delle cellule nervose, portando al restringimento di diverse aree del cervello.
Perdita di memoria, fatica e lentezza
Fra i primi segnali che possono essere riconducibili e una demenza, c’è la perdita di memoria a breve termine. A questa si possono associare sbalzi d’umore e perdita di interesse nello svolgere attività, anche quelle che magari risultavano più gratificanti. Potrebbe subentrare inoltre un senso di disorientamento e confusione generale e la tendenza a prendere decisioni avventate. Il processo del pensiero può risultare rallentato, così come il linguaggio e il movimento. L’insorgere di queste patologie può essere associato anche alla fatica di svolgere attività quotidiane anche semplici e al fatto di non ricordare tragitti e strade abituali.
Nessuna cura ma alcune indicazioni
Attualmente non esiste una cura per la demenza, anche se esistono farmaci e terapie che possono aiutare. Anche se è difficile risalire alle cause specifiche dell’insorgenza di queste malattie neurodegenerative, alcune cattive abitudini di vita possono predisporre una persona a queste patologie: in primis, la sedentarietà che porta a problemi di circolazione e scarsa ossigenazione del sangue. Anche altri fattori possono avere un impatto negativo sulla salute del cervello: un sonno irregolare e insufficiente, per esempio, così come livelli eccessivi di stress e ansia e una dieta non equilibrata. Aspetto cruciale per cercare di prevenire queste patologie, è mantenere attivo il cervello attraverso attività che risultino piacevoli: imparare a suonare uno strumento musicale anche in età avanzata, così come memorizzare le proprie poesie preferite o semplicemente risolvere rebus e cruciverba o cimentarsi con il sudoku.