Le persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ potrebbero avere un rischio più elevato di effetti negativi sulla salute cerebrale rispetto alle persone eterosessuali cisgender, ovvero coloro che si identificano con il sesso assegnato alla nascita. Un nuovo studio ha infatti rilevato che, probabilmente a causa dello “stress delle minoranze”, gli adulti LGBTQ+ potrebbero più facilmente soffrire di demenza e depressione in età avanzata.
Rischio demenza, ictus e depressione nelle persone LGBTQ+
Lo studio, che ha preso in esame oltre 393.000 partecipanti adulti, è pubblicato sulla rivista Neurology. Secondo la ricerca, le persone LGBTQ+ hanno un rischio più elevato del 15% di sviluppare problematiche come demenza, ictus e depressione in tarda età (un episodio depressivo diagnosticato per la prima volta a 60 anni o dopo).
Gli autori hanno studiato i partecipanti iscritti al programma di ricerca All of Us con sede negli Stati Uniti tra maggio 2017 e giugno 2022. I partecipanti hanno dichiarato se si identificavano come una minoranza sessuale (lesbica, gay, bisessuale, orientamento sessuale diverso o orientamento sessuale non eterosessuale) e/o come una minoranza di genere, definita come genere diverso, transgender o un’identità di genere diversa dal sesso assegnato alla nascita. Dei 393.041 adulti di 51 anni in media, circa il 10% apparteneva a gruppi di minoranze sessuali o di genere.
«L’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica»
«È preoccupante vedere le differenze nella salute del cervello tra individui appartenenti a minoranze di genere sessuale e persone eterosessuali cisgender», ha affermato alla CNN Shufan Huo, ricercatore post-dottorato presso il dipartimento di neurologia della Yale University School of Medicine e autore principale dello studio. «Allo stesso tempo, sono contento che possiamo sensibilizzare l’opinione pubblica su questo gruppo spesso trascurato. La medicina si è tradizionalmente concentrata su pazienti bianchi e maschi, ma oggigiorno ci rendiamo conto che questo approccio non affronta a sufficienza le esigenze della nostra popolazione eterogenea».
LGBTQ+, differenze fra i sottogruppi
«Risultati notevoli sono emersi nelle differenze tra i sottogruppi», ha detto Huo che ha esposto gli esiti della rilevazione in questi termini: «Le persone assegnate al sesso maschile alla nascita avevano tassi più elevati di depressione in tarda età rispetto alla popolazione cisgender, mentre le persone appartenenti a minoranze sessuali assegnate al sesso femminile alla nascita e le persone con diversità di genere avevano tassi più elevati di demenza. Le donne transgender avevano tassi più elevati di ictus. Questi risultati mostrano che ogni gruppo ha profili di rischio distinti, ad esempio a causa delle differenze nello stigma sociale».
Il rischio è probabilmente dovuto a una combinazione di fattori
Una “limite importante” è la mancanza di dati su fattori chiave come la terapia ormonale di affermazione di genere, ha detto Huo, anche se non tutte le persone transgender scelgono questa forma di trattamento. Inoltre non ci sono prove che appartenere a una minoranza sessuale o di genere da sola causi un peggioramento della salute cerebrale, hanno affermato gli esperti. I rischi aumentati probabilmente derivano da una combinazione di fattori psicosociali e biologici, ha affermato Huo: stress cronico, discriminazione e stigma possono portare a condizioni di salute mentale tra cui depressione e ansia, che a loro volta possono peggiorare la salute cerebrale.