La storia di Olesya non finisce qui. A poche ore dal confronto del gruppo sanguigno che avrebbe rivelato in tv che no, non è lei Denise Pipitone, si scopre che questa giovane donna ha vari profili social, alcuni creati due settimane prima della trasmissione, ha 70mila follower su Instagram, è una tiktoker piuttosto nota e avrebbe dichiarato più volte che sarebbe disposta a tutto pur di diventare famosa. Insomma, tutta una messinscena? Potrebbe darsi, fatto sta che per giorni siamo stati coinvolti nel vortice di questo show. E a questo punto non sappiamo neanche se davvero questa ragazza stia cercando la sua mamma.

Il gruppo sanguigno non basta

Nel frattempo, comunque, la vicenda appassiona anche perché scopriamo che il confronto del gruppo sanguigno della ventenne russa con quello della piccola Denise, scomparsa nel 2004, non è sufficiente a stabilire se Olesya sia figlia di Piera Maggio. Occorre confrontare il Dna. Dopo aver dichiarato nella trasmissione andata in onda il 7 aprile – registrata in precedenza – che no, il gruppo sanguigno non coincideva, l’avvocato della famiglia, Giacomo Frazzitta, ha chiesto alla procura di Marsala di procedere con una rogatoria, un modo per delegare l’analisi del Dna a un canale istituzionale. Un modo insomma per uscire dallo show che fino a quel momento aveva trascinato la famiglia – e tutti noi – su un palcoscenico surreale, eppur irresistibile. Non sappiamo se e come la nostra tv seguirà ancora la vicenda, di sicuro quella russa proseguirà in qualche modo in questo spettacolo in cui la realtà si fonde con la finzione. Infatti, non è una trovata per stiracchiare l’audience quella di rimandare ancora la rivelazione definitiva della verità su Olesya ma – come spiega al Corriere della Sera il genetista forense Giorgio Portera, che si occupò del caso di Yara Gambirasio – l’unico modo per capire l’identità della ragazza. Insomma, ci tocca un po’ assolvere la trasmissione “Lasciali parlare”? Difficile, dopo le ultime rivelazioni sulle ambizioni di Olesya (che ancora non si capisce chi sia davvero). Difficile anche per il modo in cui il confronto del gruppo sanguigno è avvenuto, con l’avvocato che litiga col conduttore perché questo si presenta con la busta del test, come in un gioco a premi, dove vince chi ha l’abbinamento giusto: la figlia con la mamma.

In tv tutto, anche la verità, diventa uno show

E mentre sui social l’avvocato guadagna like in diretta per la sua sfuriata, viene però criticato per aver ceduto alla spettacolarizzazione e all’autocompiacimento prestandosi al cosiddetto embargo, che si è trasformato in un ricatto e ha finito per alimentare il gioco russo. «Poteva sottrarsi a questo show» dicono alcuni «e non accettare la rivelazione del gruppo sanguigno durante la registrazione della trasmissione». «Sono stato bravo, mi hanno detto» risponde lui. Fatto sta che tutti siamo stati investiti da questo vortice e per tre giorni le tv del pomeriggio hanno alimentato una tensione che poi si è sciolta la sera di mercoledì con la puntata di “Chi l’ha visto?”.

Le scuse (vere?) del conduttore russo

Nel frattempo il conduttore russo fa (o recita?) la sua parte scusandosi con i genitori di Denise per il clamore suscitato in Italia dalla vicenda, inimmaginabile in Russia, dove molto spesso la trasmissione segue casi simili senza che la stampa e l’opinione pubblica sia così coinvolta, come succede in Italia ogni volta che riemerge il caso Denise. In Russia i bambini scomparsi dopo i crollo dell’Unione sovietica sono stati – e sono tuttora – tantissimi.

Tutti gli elementi del reality

Dmitry Borisov è un’istituzione del Primo Canale della tv di stato russa nonostante la giovane età, e ha orchestrato al meglio il caso di Olesya che si è incastrato in modo casuale a quello di Denise. Ma anche se non suscita la stessa emozione che in Italia, la tv che lo segue è pur sempre una tv commerciale a caccia di audience. Quindi questa di mercoledì era già la terza puntata dedicata a lei, la cui vicenda – vera o finta – sta percorrendo da tempo una strada tutta sua. «Nelle due puntate precedenti – dice l’inviato Rai a Mosca Marc Innaro – la ragazza era stata seguita dalle troupe tv nella comparazione del dna con altre tre donne russe, convinte di essere ciascuna la mamma di Olesya. A un certo punto si presenta addirittura una ragazza che si scopre essere la sorella biologica. Olesya viene pure ipnotizzata in studio alla ricerca di particolari della sua primissima infanzia. E man mano che le vicende si susseguono, l’ipotesi che possa essere Denise sfuma: com’è possibile che abbia una sorella russa? Quando la puntata di mercoledì è andata in onda, quindi, il caso era già diventato un reality, con tutti gli ingredienti per renderlo surreale, più che realistico».

La ricerca di Denise continua

Durante la messa in onda, vediamo l’avvocato – che presenzia al posto di Piera Maggio – perfino sorridere di fronte ai filmati in cui alle tre presunte mamme viene prelevata la saliva in modo spettacolare e scenografico. E di fronte alla rivelazione che no, Olesya non è la loro figlia. Prudentemente, la mamma di Denise aveva scelto di non partecipare alla registrazione, ormai assuefatta – dopo 17 anni – alle tante apparizioni di presunte Denise, come quando nel 2008 volò in Marocco a incontrare e abbracciare una bimba. Falsa pista anche quella. Ma forse il caso di Olesya è ben oltre la falsa pista, un reality vero e proprio con protagonista inconsapevole la mamma di Denise, che ancora una volta commenta scegliendo la sobrietà: «Non smettiamo di cercarla, è la figlia di tutta Italia». Per lei, per non lasciare nulla di intentato, non ci sarà alcun prelievo di saliva in trasmissione, ma la comparazione del Dna attraverso un’operazione di polizia internazionale. La ricerca di Denise non si ferma, ma lo show si chiude qui.