La depressione potrebbe avere le ore contate o quantomeno potrebbe diventare un problema più facilmente risolvibile. È stato messo a punto, infatti, Auvelity, il primo farmaco anti-depressivo ad azione rapida e con meno controindicazioni rispetto ai medicinali finora in uso. Per ora l’autorizzazione è arrivata negli Stati Uniti, dalla Food and Drug Administration, ma gli esperti auspicano che ottenga il via libera a breve anche in Europa e quindi in Italia.
Il primo farmaco anti depressivo in pillola ad azione rapida
Questo nuovo farmaco è «il primo e unico farmaco orale ad azione rapida approvato per il trattamento del disturbo depressivo maggiore con efficacia antidepressiva a partire da una settimana» ci ha spiegato Graziano Pinna, neuroscienziato dell’Università dell’Illinois a Chicago, che abbiamo raggiunto negli Stati Uniti. La grande novità di questa nuova pillola (Auvedity) è che è composta da due molecole che agiscono su una classe di recettori (si chiamano NMDA) diversi rispetto a quelli dei medicinali attualmente in uso: «Di fatto il farmaco blocca il segnale eccitatorio e agisce su uno dei meccanismi coinvolti alla base di diversi sintomi di malattie neuropsichiatriche, tra cui la depressione. L’effetto è lo stesso di altre molecole, come la chetamina o sue varianti come l’Esketamina, già approvata anche in Italia tre anni fa sotto forma di spray nasale» spiega l’esperto.
Come funziona Auvedity, la nuova pillola contro la depressione?
L’Auvelity è composto da due molecole già note: «È l’associazione di un farmaco antidepressivo, il bupropione, già presente sul mercato da molti anni, e di un secondo farmaco, il destrometorfano, che agisce su recettori NMDA» conferma Alessandro Rotondo, Psichiatria e professore a contratto presso l’università di Pisa, che aggiunge: «In base agli studi pubblicati, Auvelity ha una maggiore rapidità d’azione rispetto agli antidepressivi attualmente disponibili: gli studi disponibili indicano che comincia ad agire in circa una-due settimane contro le 3-4 settimane degli altri antidepressivi. Si è rivelato efficace anche in pazienti con depressione resistente ai comuni trattamenti antidepressivi«.
Arriveranno altri farmaci rapidi contro la depressione?
«Il fatto che i primi effetti anti depressivi siano visibili in una sola settimana è una novità assoluta: basti pensare che l’approvazione di uno dei medicinali più utilizzati al momento, come il Prozac, risale al 1987. Di recente, nel 2019, ne è stato approvato un altro negli Stati Uniti, anch’esso con l’obiettivo di agire rapidamente e in modo specifico in caso di depressione post-partum» spiega l’esperto, riferendosi allo Zurlesso, che entrerebbe in azione in appena 48 ore con i primi effetti sulle pazienti. «Questo significa che stiamo assistendo a una rivoluzione nel campo delle terapie farmacologiche contro questa malattia – prosegue Pinna, che sottolinea l’altra novità: «L’altro aspetto innovativo è che l’Auvelity è in pillole, mentre i precedenti erano in endovena, come Zurlesso, quindi somministrato in ospedale, o in spray come nel caso dell’Esketamina». A questi prodotti, però, se ne sta per aggiungere anche un altro, sempre a effetto rapido, cioè lo Zuranolone, che dovrebbe arrivare in pastiglia.
Quali sono gli effetti collaterali?
«In genere il nuovo farmaco Auvelity non ha altri effetti in più rispetto agli altri già esistenti a rapida azione: per esempio, sonnolenza, stordimento, mal di testa, diarrea, bocca asciutta o disfunzioni sessuali – avverte il neuroscienziato – Più raramente si può verificare un aumento della pressione sanguigna o azioni suicidarie, cosa che è stata riscontrata anche in altri farmaci analoghi. Va chiarito che questo farmaco non è stato autorizzato per il trattamento nei bambini, non si sa quanto sia sicuro per loro» chiarisce Pinna. «Gli studi disponibili sono ancora pochi e ulteriori ricerche sono necessarie per confermare i dati preliminari, soprattutto la sua efficacia nella depressione resistente» aggiunge il professor Rotondo.
Quando arriva in Italia il farmaco rapido per la depressione?
«Si tratta di pillole che vanno somministrate due volte al giorno. Il farmaco è stato approvato da poco e solo negli USA, per cui non sappiamo ancora chi sarà autorizzato a prescriverlo. In genere, negli USA, solo gli specialisti in psichiatria possono farlo» spiega Rotondo. «È difficile ipotizzare i tempi di autorizzazione in Europa e in Italia, basti pensare che il Zurlesso non ha ancora ottenuto il via libera. In genere ci vogliono un paio di anni, che comunque a mio avviso sono troppi, perché una volta autorizzato dall’FDA a livello europeo ci dovrebbe essere un’approvazione più veloce. I trial possono essere analizzati e discussi facilmente, tenendo presente che stiamo parlando di malattie come la depressione che sono estremamente debilitanti» commenta Pinna, che lavora presso l’Università dell’Illinois a Chicago. In Italia, secondo i dati ufficiali, soffre di depressione il 6% della popolazione.
Come si cura oggi la depressione?
«Al momento il limite delle terapie è che non solo agiscono con un’efficacia del 50%, perché non danno gli stessi risultati in tutti i pazienti, ma agiscono anche con tempi più lunghi, in 4 o 6 settimane almeno, come detto, e questo rende difficile capire che tipo di intervento seguire con persone che hanno tendenze suicidarie, come accade nelle neomamme con depressione post partum. Per questo spesso è difficile mandarle a casa dopo la nascita del figlio e si deve ricorrere all’ospedalizzazione. Inoltre, dopo lungo tempo e quando il paziente sembra stia bene, spesso accade che ricompaiano i sintomi. Non vanno dimenticati, infine, altri effetti collaterali, come per esempio ingrassamento o disfunzione sessuale» conclude Pinna.
Serve anche la psicoterapia per curare la depressione?
«In generale l’uso di un anti depressivo è positivo e rieducativo quando serve a costruire una finestra temporale in cui iniziare una psicoterapia efficace, che abbia solide basi scientifiche. Il fatto che un farmaco intervenga rapidamente, insomma, non significa che risolva rapidamente lo stato depressivo» osserva però lo psicologo e psicoterapeuta Alessandro Calderoni. «I pazienti desiderano che il malessere passi rapidamente: ma il farmaco ha un effetto deresponsabilizzante rispetto a un comportamento proattivo, coinvolgente, che porti a una guarigione vera» spiega ancora Calderoni, che commenta: «Oggi sappiamo che la strada migliore per trattare la depressione è una terapia su due fronti: un farmaco antidepressivo, che renda più facile e rapido il risultato, insieme a un intervento psicoterapeutico che lo renda più stabile e duraturo. Il solo farmaco non è sufficiente, senza considerare che la letteratura mostra che molti stati depressivi non hanno a che fare con la sola serotonina».