Dermatite atopica e psoriasi sono due tra le malattie della pelle più diffuse e sicuramente tra le più fastidiose e difficili da gestire. Di dermatite atopica, che si presenta nel 90% dei casi fin dall’infanzia, soffre il 7,7% degli adolescenti tra i 13 e i 14 anni e il 6,6 degli adulti. Sono di meno i pazienti con psoriasi, pari al 3% della popolazione, ma spesso nel loro caso possono esserci problemi connessi al disturbo di tipo dermatologico, che possono arrivare ad insonnia o nervosismo.
Adesso, però, si può contare anche su nuove terapie che si stanno rivelando efficaci sia nell’immediato che sul medio e lungo periodo.
Le nuove cure contro la dermatite atopica
Contro la dermatite atopica ci sono nuove terapie, che sono in grado sia di eliminare le lesioni, che di alleviare il prurito e la fastidiosa sensazione di bruciore. «Ci sono nuove terapie per la dermatite atopica moderata-grave che consistono in iniezioni sottocutanee con farmaci biologici che hanno la capacità di agire specificamente contro alcuni bersagli (chiamati interlechine) che sono importanti nello sviluppo delle manifestazioni cutanee e soprattutto nel prurito molto intenso che caratterizza questa malattia. Abbiamo oggi molecole che agiscono con meccanismi diversi e che negli studi clinici così come nella pratica clinica mostrano una buona efficacia e un buon profilo di sicurezza» spiega Ketty Peris, Presidente della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (SIDeMaST).
Cosa sono le terapie biologiche e a cosa servono
Ma quali sono i vantaggi delle nuove terapie biologiche? «Hanno la caratteristica unica di agire specificamente su alcuni meccanismi importanti nella formazione delle chiazze e del prurito. Nello specifico, nella dermatite atopica il prurito è presente quasi nel 100% dei pazienti, è molto intenso ed è persistente per molte ore della giornata, determinando un impatto significativo sulla qualità di vita del paziente: per esempio, peggiorano la qualità del sonno, la concentrazione e a volte incidono anche sulla presenza al lavoro. Fortunatamente, molte delle nuove terapie agiscono efficacemente riducendo il prurito in tempi molto brevi e agendo nel tempo sulla scomparsa delle chiazze sulla pelle» spiega l’esperta. Quanto alla sicurezza e tollerabilità, i dati «indicano che i farmaci sono anche molto ben tollerati senza significativi effetti collaterali e senza la necessità di fare uno screening di laboratorio molto esteso prima di iniziare terapia» aggiunge Peris.
Un’arma in più: i JAK inibitori
Esiste poi anche un’altra categoria di farmaci, molto efficace sempre nei confronti della dermatite atopica, rappresentata dai cosiddetto JAK inibitori, uno dei quali appena approvato dalla Commissione Europea (Upadacitinib). Si assume per via orale e si è rivelato molto efficace negli adulti e adolescenti dai 12 anni in su. «Sono farmaci che inibiscono selettivamente e reversibilmente uno o più componenti della famiglia di proteine delle cosiddette Janus chinasi (JAK), che comprende quattro elementi, e modula sia le risposte infiammatorie della pelle, sia la maturazione dei globuli rossi e la sorveglianza immunitaria. I nuovi farmaci anti-JAK, quindi, inibiscono l’infiammazione della pelle in pazienti con dermatite atopica e possono avere anche attività immunosoppressiva – chiarisce l’esperta – I farmaci anti-JAK hanno mostrato efficacia nella dermatite atopica in tempi anche molto brevi e un buon profilo di sicurezza che richiede tuttavia la gestione da parte di dermatologi esperti; si tratta comunque di farmaci che possono essere prescritti solo in ospedale» spiega Peris.
Psoriasi: la cura contro l’infiammazione cronica
Quanto alla psoriasi, anche in questo caso un aiuto arriva dai farmaci biotecnologici (come gli inibitori dell’interleuchina 17 e 23) in grado di far sparire completamente le lesioni cutanee in poche settimane, consentendo un controllo tanto veloce quanto a lungo termine. Al momento ce ne sono a disposizione ben 11 tipi, da usarsi in modo differente a seconda dei casi e delle implicazioni della malattia. Si tratta, infatti, di una patologia infiammatoria cronica della pelle, che interessa circa il 3% della popolazione italiana, ma che può colpire anche altri organi ed apparati: ad esempio quello articolare, cardiovascolare e intestinale. Per questo motivo occorre spesso un approccio multidisciplinare.
Cosa cambia rispetto alle terapie tradizionali
Di fronte ai nuovi progressi della scienza e alle conoscenze più recenti, che ruolo spetta alle terapie tradizionali? «Rimangono importanti nella gestione del paziente con dermatite atopica. Nelle forme lievi, ad esempio, sono ancora prescritte creme o unguenti a base di cortisone o di immunomodulanti come il tacrolimus e pimecrolimus, oppure viene effettuata la fototerapia con UVB a banda stretta presso i centri specialistici – spiega l’esperta – Inoltre, possiamo usare la ciclosporina in compresse; si tratta di un immunosoppressore che è efficace, ma deve essere somministrato rigorosamente sotto il controllo dello specialista dermatologo per periodi di tempo continuativi non troppo lunghi, di qualche mese al massimo». Ma anche l’igiene e la routine quotidiana sono fondamentali: «Tutti i pazienti con dermatite atopica, sia affetti da forme molto lievi sia da quelle molto gravi, dovrebbero utilizzare quotidianamente creme idratanti ed emollienti su tutto il corpo, e utilizzare saponi non saponi per la detersione» aggiunge Peris. Si tratta di saponi sintetici o Syndet (dall’inglese Synthetic Detergent) ottenuti con un procedimento differente che permette di avere un pH acido o neutro a seconda delle proprie esigenze.
I 5 consigli degli esperti
Anche il paziente, dunque, deve fare la sua parte, seguendo cinque semplici consigli degli esperti: 1) rispettare le buone abitudini quotidiane di cura e di igiene della pelle; 2) mantenere uno stile di vita sano curando l’alimentazione e facendo regolare attività fisica; 3) usare di frequente gli emollienti; 4) evitare di entrare in contatto con sostanze irritanti o allergizzanti come saponi, lana, temperature eccessive ed allergeni presenti nell’ambiente come piante e graminacee; 5) evitare il fai-da-te ed affidarsi alle cure degli esperti.