A Cisterna di Latina, durante i funerali di Desirée Mariottini, i ragazzi hanno affidato ai palloncini colorati i loro messaggi per l’amica. Altrettanto volatili eppure pesantissimi i commenti sui social nei giorni successivi alla morte della sedicenne. La violenza verbale tra rabbia e indignazione è stata impressionante. Abbiamo chiesto alla nostra community Facebook se solo con parole aggressive si poteva discutere di questo caso che ha colpito come un pugno allo stomaco ma che chiede anche di affrontare lucidamente criticità come la diffusione della droga tra i giovanissimi.
Ha raccolto grandi consensi Elena Cazzaniga: «Io mi sento molto aggressiva, sì. Sono aggressiva nei confronti di chi ha riempito le strade di degrado e di violenza. Sono aggressiva nei confronti di “presunti profughi” che vivono spacciando morte nelle nostre strade. Sono aggressiva nei confronti di genitori assenti che riempiono le tasche dei figli con soldi e oggetti senza essere in grado di riempire la loro vita con amore, valori ed educazione. Sono aggressiva verso coloro che riducono tutto ad un “eh ma i delinquenti li abbiamo anche noi”. Sono aggressiva nei confronti di queste bestie senza pietà, perché chi fa quello che hanno fatto a lei e a Pamela non può essere definito uomo. Divento aggressiva quando si cerca di minimizzare una violenza del genere. E non mi vergogno di essere aggressiva verso tutto questo». Tra chi non era d’accordo, Vittoria Corcos: «Si troverà sicuramente a suo agio insieme a persone aggressive come lei. Perché la violenza sessuale è frutto di aggressività interiore. Quando ero piccola io le strade di alcuni quartieri erano frequentate da spacciatori e delinquenti….e parliamo degli anni ’70-’80, quando l’immigrazione non esisteva. Chi commetteva questi reati era italiano. Anche ora continuano ad essere italiani che però hanno fatto carriera nella criminalità, occupano il vertice della piramide, usano gli immigrati, non tutti per fortuna, per farli spacciare e rubare e relegandoli in una vita indegna, così come fanno con le nigeriane costrette a prostituirsi. Noi ci lamentiamo di ciò che vediamo ma ciò che vediamo è solo la base di questa piramide. Chi muove le fila di tutto questo e permette tutto questo frequenta gli ambienti sociali più esclusivi, vive in modo lussuoso, occupa posti prestigiosi e, spesso, gode anche di stima. E ancora più spesso accusa gli immigrati di essere la rovina della nostra società…il problema è che la gente ci crede..».
A fronte di chi invoca la pena di morte, Simonetta Ferlinghetti: «Non possiamo ignorare che non stiamo assolutamente facendo del nostro meglio per lasciare un futuro migliore ai nostri giovani. Dovremmo amare veramente il nostro paese, interessandoci di più all’amministrazione politica delle nostre città e dovremmo combattere di più per il ripristino della legalità e per la riscoperta dei nostri quartieri».
Molte mamme hanno discusso delle responsabilità dei genitori. Dita Pojani: «Dove sono le mamme della minorenni che girano di notte senza nessun controllo? Dormono sono tranquilli?». Tra le tante, scegliamo la risposta di Rosa Scalvenzi (anche se molte utenti ci accuseranno di “buonismo”): «Riposa in pace piccola che per fragilità, ingenuità, tristezza o solitudine sei finita nel buio buco della droga e poi preda di mostri. E un abbraccio ai genitori, che forse hanno sottovalutato i tuoi problemi, ma quale genitore ha la coscienza del tutto a posto. Quante volte quando un figlio ci chiede ascolto rispondiamo “dopo ora ho da fare”. Silenzio e rispetto. RIP».