Si chiama semaglutide il nuovo principio attivo che, oltre a controllare la glicemia, aiuta a perdere peso e a proteggere il cuore. Una bella notizia per chi soffre di diabete, visto che il rischio di un problema cardiovascolare con la malattia diventa più alto, come ha dimostrato uno studio appena uscito sull’European Journal of preventive cardiology. Senza contare che, tra le over 45 colpite da questa malattia, una su tre è obesa. Speriamo che l’arrivo di questo farmaco innovativo spinga sempre più donne a rivolgersi a un centro di diabetologia: oggi lo fanno solo due su tre.
«I dati ci dicono che la prescrizione dei farmaci più recenti e più efficaci è maggiore tra gli uomini diabetici» spiega Agostino Consoli, presidente eletto della Sid, la società che riunisce i diabetologi. «Questo perché le donne, in un caso su tre, vengono curate dal medico di famiglia che, però, per legge non può usare i nuovi principi attivi. Per i farmaci che li contengono è necessaria la compilazione del cosiddetto piano terapeutico e solo uno specialista può farlo. Peccato che le donne tendano a trascurarsi e trovino più semplice andare dal medico di famiglia. Così però non si sottopongono a controlli regolari, con un aumento dei rischi per la salute».
Ma quali sono i momenti più delicati per una donna con diabete? Vediamo quali soluzioni le permetterebbero di vivere bene in tre fasi importanti della vita.
Il diabete nell’adolescenza
Per i ragazzini con diabete l’assunzione dell’insulina con il microinfusore è un disagio. Per via delle dimensioni e per il timore che con i movimenti il catetere che lo collega al micro-ago si attorcigli. Ora però è disponibile un nuovo modello. Rispetto a quelli tradizionali, è più piccolo (misura la metà di un bancomat ed è spesso meno di un centimetro e mezzo), non ha il catetere, perché il micro-ago è collegato direttamente al serbatoio con l’insulina e oltre che sull’addome si può applicare sul braccio.
«È uno strumento in più a disposizione per cercare di motivare i ragazzini ad affidarsi alle cure» continua il professor Consoli. «Oltre la metà degli adolescenti va in crisi e mette in discussione il rapporto col medico e la famiglia. E le più ribelli sono le ragazzine, che spesso cominciano a fumare o seguono diete dimagranti di testa loro, mettendo a repentaglio il controllo della glicemia, con un aumento del rischio di crisi ipoglicemiche e di complicazioni». È importante coinvolgere i giovani sfruttando anche nuovi modi di comunicare. Un esempio arriva dal Centro di diabetologia pediatrica di Napoli che ha creato la chat L’isola pancreatica che non c’è: gli adolescenti con diabete parlano tra di loro e con i medici utilizzando messaggi vocali, foto, adesivi. Alcuni sono diventati anche testimonial e raccontano la loro malattia nelle scuole.
Il diabete in gravidanza
Per le donne con diabete che vogliono avere un figlio la parola d’ordine è “programmazione”. «È necessaria una pianificazione della gravidanza per fare in modo che l’aspirante mamma arrivi al concepimento con un controllo ottimale del diabete e una terapia adeguata» spiega Gloria Formoso, specialista presso la Uoc (Unità operativa complessa) di endocrinologia e malattie metaboliche di Pescara. «Nel caso del diabete di tipo 1 bisogna verificare che l’insulina utilizzata presenti l’indicazione per l’uso in gravidanza, altrimenti va sostituita. Se si tratta del tipo 2, invece, la cura con i farmaci ipoglicemizzanti orali va cambiata con la terapia insulinica».
È fondamentale la prevenzione del diabete gestazionale, la forma che si presenta in gravidanza e che può causare complicanze alla mamma e al bambino. Sono più a rischio le donne obese, chi ha familiari diabetici, chi ne ha già sofferto nella precedente gravidanza o ha un figlio che alla nascita pesava più di 4,5 kg. L’indicazione è di parlare col ginecologo che, insieme al diabetologo, deciderà le misure preventive, Innanzitutto il controllo della glicemia, la dieta e il movimento. E, se i valori non migliorano, vengono prescritti gli analoghi dell’insulina.
Il diabete dopo i 45 anni
La nuova molecola, il semaglutide, proprio perché difende dai problemi cardiaci, aiuta anche le donne diabetiche in premenopausa. A causa della malattia si perde prima la protezione garantita dagli ormoni femminili fino alla menopausa. Lo dimostra il fatto che il rischio di malattie cardiovascolari, la complicanza più comune del diabete, è più alto per le donne e spesso con una prognosi più grave. «A partire dai 45 anni la donna entra gradualmente in menopausa, un periodo molto delicato» conclude il professor Consoli. «È indispensabile che abbia attorno una rete, composta dal diabetologo, dal ginecologo, dal nutrizionista e dallo psicologo, per evitare aumenti di peso, problemi come ipercolesterolemia, ipertensione e disturbi dell’umore».
Il primo consiglio per le over 45 con diabete è di parlare con lo specialista in diabetologia che, in base alla glicemia, ai fattori di rischio (pressione, colesterolo, peso) deciderà se è il caso di passare al nuovo farmaco. Occhio anche alla steatosi non alcolica, o fegato grasso, che può dare gravi problemi come la cirrosi epatica. Si previene con tre mosse: dimagrire, riportare nella norma colesterolo, trigliceridi e pressione, seguendo terapie antidiabetiche ad hoc.
Come prevenire il diabete
Dopo i 40 anni controlla almeno una volta all’anno il valore della glicemia, cioè dello zucchero del sangue. E, se è superiore a 126 milligrammi per decilitro di sangue, parlane col medico. Attenzione anche ai fattori che aumentano il rischio di malattia: precedenti in famiglia; obesità o comunque forte sovrappeso; diabete gravidico; dislipidemie, cioè un livello elevato di grassi nel sangue con valori oltre alla norma di trigliceridi e bassi di colesterolo Hdl, quello buono.
I NUMERI DEL DIABETE
5 mila adolescenti soffrono della forma di diabete di tipo 1, detta “giovanile”
7% le gravidanze complicate dal diabete gravidico
95% i casi in cui il diabete gravidico si risolve dopo il parto