Insegno in una prima elementare. La didattica a distanza con bimbi così piccoli non è certo come quella dei liceali: gli alunni seguono le lezioni in braccio a mamma o papà, prestano attenzione a video brevi, massimo 6-7 minuti e non sono autonomi nell’utilizzo del pc. Le famiglie vengono necessariamente coinvolte molto e non bisogna dimenticare che, in alcuni casi, i genitori lavorano o  comunque se in casa ci sono fratelli più grandi, che hanno la precedenza nell’utilizzo del computer. A dire il vero di computer non ce ne sono molti, tanti hanno solo il cellulare.

La preside si è giustamente raccomandata di non dare materiale da stampare perché non è detto che a casa ci sia una stampante. Ogni settimana facciamo una videochiamata con tutta la classe, il sabato mattina, anche se di norma non è giorno di scuola, proprio perché c’è qualcuno che può seguire i piccoli mentre li facciamo leggere e correggiamo insieme i compiti. All’inizio di questa emergenza le videochiamate erano in realtà solo un modo per salutare, mantenere il contatto e far capire che le maestre non erano sparite. Poi abbiamo iniziato a fare un po’ di ripasso. Adesso ormai stiamo andando avanti con il programma. È vero da un lato che a settembre si potrà recuperare, ma è altrettanto vero che a settembre saranno in seconda: il tempo dei bambini – quello della prima – non torna più. 

Il mio collega di sostegno ha realizzato un tutorial per costruire il coniglietto pasquale; abbiamo notato che così i bambini seguono molto meglio rispetto ad un video fatto da uno sconosciuto su YouTube. Un’altra collega fa lunghe telefonate ai bimbi stranieri: chiusi in casa con le loro famiglie, da 40 giorni non parlano italiano e rischiano di dimenticare molte cose. C’è poi il lavoro straordinario di chi segue gli alunni con disabilità cercando di aiutare i genitori nel mantenere il più possibile una routine che li rassicuri.

Noi maestre in un mese abbiamo imparato ad utilizzare internet e il computer più di quanto avessimo fatto forse in tutta la nostra carriera. È stata una vera full immersion. Alcuni docenti più giovani o più competenti ci stanno formando attraverso videolezioni online e fa tenerezza vedere qualche collega, a cui manca poco alla pensione, prendere appunti, fare domande, confrontarsi. Noi ce la stiamo mettendo tutta perché siamo consapevoli che la scuola è una parte molto importante nella vita dei nostri alunni; stanno già rinunciando a tanto e non vogliamo che manchi loro proprio l’affetto e la vicinanza delle loro maestre

(Micaela Zamuner, maestra di una prima elementare nell’Istituto Comprensivo “Betty Pierazzo” di Noale – VE)

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