Di fronte alla prospettiva delle abbuffate delle feste c’è chi segue diete preventive e chi preferisce saltare antipasti, primi e secondi pur di non rinunciare ai dolci, che in questo periodo diventano irresistibili. Ma è giusto mangiare solo i dolci per non accumulare troppe calorie o evitare eccessivi picchi glicemici? Gli esperti sono concordi: «Assolutamente no! Il picco glicemico non si evita così, anzi il carico di zuccheri può persino essere maggiore rispetto a un pasto completo, con le inevitabili conseguenze per la salute, oltre che per la linea» premette Andrea Ghiselli, Dirigente del Centro di ricerca CREA – Alimenti e Nutrizione.
No alla “dieta dei dolci”
«Sbaglia chi pensa di evitare il picco glicemico limitando il pasto ai soli dolci. L’unico modo per farlo sarebbe non mangiare. Fortunatamente lo zucchero che introduciamo mangiando è utile. Il problema si pone quando diventa eccessivo e si verifica un carico glicemico. Può capitare, insomma, che tra le lasagne, il pane e i dolci si introducano troppi carboidrati» spiega l’esperto, che aggiunge: «L’idea, però, di limitarne la quantità mangiando solo dolci è sbagliata anche perché è più facile raggiungere un picco glicemico mangiando soltanto panettoni farciti, pandoro o altri alimenti simili».
Cos’è il picco glicemico e perché fa male
Maggiore è l’entità del picco glicemico, maggiori sono i possibili danni alla salute. «Più carboidrati inseriamo nel nostro organismo, maggiore è il rilascio di insulina da parte del pancreas, che viene prodotta proprio per permettere allo zucchero contenuto nei carboidrati di entrare nelle cellule. Se la quantità di zucchero è commisurata ai fabbisogni, non si verifica alcun tipo di problema. Questi sorgono quando introduciamo appunto più zuccheri rispetto a quanti ne consumiamo. In questo caso accadono due cose: da un lato gli zuccheri non bruciati si trasformano in grasso, che si accumula; dall’altro le cellule tentano di difendersi, aumentando l’insulino-resistenza. Quindi lo zucchero rimane in circolo nel sangue e questo, come in un circolo vizioso, ci porta a sentire più fame perché le cellule stesse ricevono meno zucchero. A lungo andare questo meccanismo provoca una serie di problemi e malattie croniche che vanno dal diabete all’obesità all’ipertensione fino al cancro. Oltre a una serie di altre cause, infatti, i tumori sono legati a una risposta infiammatoria generale dell’organismo».
Naturalmente tutto questo non si verifica dopo una singola abbuffata o qualche eccesso alla vigilia o al pranzo di Natale. «Il problema è che arriviamo alle feste già ipernutriti. Secondo ricerche americane, proprio nelle vacanze di Natale si mette su mediamente un chilo a testa, smaltito solo per metà. Questo significa che ogni anno, solo a Natale, si ingrassa di mezzo chilo, che in 10 anni sono 5, con tutte le conseguenze del caso per la salute» spiega Ghiselli.
Come evitarlo
«Piuttosto che saltare l’intero pranzo o cena per concentrarsi sul dolce, un primo e semplice accorgimento è iniziare con la verdura. Invece di un antipasto grasso e calorico a base di pizzette o tartine, sarebbero da privilegiare verdure grigliate, insalata o pinzimonio, perché aiutano a saziare. Certo, la tentazione di cedere alla gola a Natale è più forte dei consigli dei nutrizionisti! Ma è possibile “limitare i danni” anche mangiando i dolci, semplicemente scegliendo quelli meno calorici» continua l’esperto. «Insomma, se durante la classica tombola si vuole mangiare una fetta di pandoro o panettone, ben venga, ma è meglio evitare quelli con creme e farciture al cioccolato, limoncello o altro, visto che una sola fetta può portare dalle 330 calorie in su. Qualche spicchio di mandarino, invece, può saziare e dissetare, magari alternato o accompagnato anche a frutta secca, pur senza esagerare» dice Ghiselli.
Non solo pietanze: occhio alle bevande!
«Un errore da evitare è poi anche quello di pensare che la colpa delle troppe calorie sia legata solo a quello che mangiamo. Una quota importante arriva infatti anche dalle bevande. Se ci si vuole gustare pranzi e cene, allora, meglio stare attenti a quel che si beve, moderando soprattutto gli alcolici e le bevande zuccherate» consiglia il dottor Ghiselli.
Niente digiuno
«Le tavolate non sono da demonizzare. Non solo sono inevitabili, ma anche auspicabili perché fanno parte della tradizione e della cultura mediterranea, che associa alle feste la convivialità con amici e parenti. Se si esagera alla sera della vigilia o durante il pranzo di Natale, è bene limitare i danni il giorno dopo. Questo non significa digiunare, perché questa non è una buona pratica. Meglio privilegiare gli alimenti di origine vegetale, che saziano e hanno poche calorie, e unire un po’ di attività fisica, che aiuta a bruciare gli zuccheri in eccesso, quindi a evitare l’innalzamento della glicemia e tutti gli effetti collaterali del caso» conclude Ghiselli.