Conoscere il proprio gruppo sanguigno serve, ma non per mettere a punto una dieta basata su di esso. A sgombrare definitivamente il campo dai dubbi ci ha pensato un gruppo di esperti, riuniti nel Physicians Committee for a Responsible Medicine, che raggruppa 12.000 specialisti e che ha bocciato in modo netto la dieta del gruppo sanguigno ideata da Peter D’Adamo negli anni ’90 e nota in Italia grazie al libro del dottor Mozzi. Dopo che alcuni studi che ne avevano già messo in dubbio l’efficacia, ora arriva la conferma: «È solo una teoria affascinante, ma priva di ogni fondamento scientifico» spiega Licia Colombo, medico esperto in Scienze dell’Alimentazione.
La dieta del gruppo sanguigno non funziona
La ricerca, pubblicata sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, è stata condotta analizzando i risultati di un altro studio eseguito allo scopo di verificare gli effetti di diversi tipi di dieta per ridurre il diabete e le malattie metaboliche. Incrociando quei dati con quelli relativi ai gruppi sanguigni dei 240 soggetti coinvolti, gli esperti hanno confermato che non ci sono evidenze scientifiche sui benefici di un certo tipo di alimentazione in relazione al gruppo sanguigno.
In passato altri studi avevano dimostrato la mancanza di fondamento della dieta di D’Adamo. Nel 2014, ad esempio, una ricerca pubblicata su Plos One e condotta su un campione di 1.500 persone, aveva mostrato come non ci fossero correlazioni tra i benefici (o effetti nocivi o neutri) di alcuni alimenti e il tipo di sangue delle persone con problemi di salute. «Che i vegetali, i cibi ricchi di Omega 3 o quelli con Omega 6 facciano bene nella prevenzione di patologie cardiovascolari o tumorali è noto, ma questo vale per qualsiasi dieta che ne preveda il consumo, a prescindere dal gruppo sanguigno, così come per i regimi alimentari consigliati alle pazienti con cancro alla mammella. Il motivo è che si tratta di un tipo di alimentazione che aiuta a ridurre i processi infiammatori alla base di queste malattie» spiega Colombo.
Cos’è la dieta del gruppo sanguigno
A promuovere la dieta del gruppo sanguigno era stato Peter D’Adamo nel 1996, pubblicando negli Usa un libro intitolato Eat Right for Your Type. In Italia, invece, è noto il libro La dieta del Dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari. Entrambi si basano sulla convinzione che le persone con gruppo sanguigno A possano trarre benefici da un’alimentazione soprattutto vegetale, mentre quelle con tipo 0 debbano privilegiare proteine di origine animale e quelle di gruppo B debbano invece consumare soprattutto latte e derivati, uova e verdure. L’idea di fondo del naturopata americano è che i gruppi sanguigni, dettati dalla presenza di alcuni antigeni nei globuli rossi, siano correlati a determinati periodi dell’evoluzione umana: per esempio, il gruppo 0 sarebbe il più antico, quello dell’uomo primitivo che si nutriva soprattutto della carne procuratasi con la caccia.
Quando l’uomo da nomade divenne sedentario e iniziò a coltivare la terra, introdusse nella sua alimentazione più prodotti agricoli, con conseguenze anche sull’apparato digerente e sul sistema immunitario. Sarebbe questo il periodo della comparsa del gruppo A e da qui deriva il consiglio, per chi abbia questo gruppo sanguigno, di cibarsi soprattutto di frutta e verdura. Il gruppo B, invece, sarebbe riconducibile a popolazioni delle zone montuose dell’Himalaya dedite alla pastorizia, con un maggior consumo di latte e derivati, oltre che carni e vegetali. Per questo chi appartiene a questo gruppo sanguigno dovrebbe seguire una dieta bilanciata che include una certa varietà di alimenti sia di origine animale che vegetale.
Quanto al gruppo AB, più recente e più raro, sarebbe nato dalla mescolanza tra il sangue caucasico di gruppo A e quello mongolico di gruppo B: in questo caso D’Adamo non prevede particolari restrizioni, ma un bilanciamento tra i differenti regimi alimentari, con una certa attenzione al consumo di carne che potrebbe essere reso più difficile dalla presenza del gruppo A.
Un’ipotesi suggestiva mai dimostrata
«Nel suo libro, che io stessa avevo letto quando era uscito perché aveva destato molta curiosità, Mozzi sostiene che i gruppi sanguigni si siano differenziati grazie a una diversa alimentazione adottata dall’uomo durante l’evoluzione» racconta la dottoressa Colombo. «Stabilizzandosi in determinate regioni del globo, gli uomini hanno potuto cibarsi di alimenti a disposizione in quei territori, che hanno contribuito a selezionare i gruppi sanguigni. Quindi, secondo Mozzi, alcune persone sarebbero atavicamente più adatte al consumo di alcuni cibi rispetto ad altri, per motivi genetici legati quindi al loro Dna. Ma il problema è che nessuno studio ha mai dimostrato questa ipotesi: è suggestiva, ma semplicemente non dimostrata e lo stesso Mozzi nel suo libro, alla conclusione di ogni capitolo, ricorda che quelle riportate sono indicazioni, non regole ferree. Lui stesso cita, ad esempio, il caso di una cugina con la dermatite che, seguendo alcuni consigli della sua dieta, è guarita, ma la scienza e la medicina non si basano su singoli casi personali, hanno bisogno di dimostrazioni su larga scala, che in questo caso non ci sono mai state» spiega l’esperta.
I cibi influenzano la salute in generale
Una convinzione dei seguaci della dieta dei gruppi sanguigni riguarda il fatto che alcuni alimenti possano essere «benefici» o «nocivi» o «neutri» per l’organismo umano ai fini della prevenzione di alcune malattie cardiometaboliche, e con effetti positivi anche sulla perdita di peso. Ma anche in questo caso le ricerche condotte finora hanno smentito che ci sia un nesso con il gruppo sanguigno, confermando invece gli effetti positivi di un certo regime alimentare, a prescindere dai fattori genetici degli individui. Nell’analisi del Physicians Committee for a Responsible Medicine, infatti,emerge come i soggetti che seguono in modo scrupoloso un’alimentazione ricca di vegetali freschi e integrali, noci e alimenti di alta qualità da un punto di vista nutrizionale possono un accelerare il metabolismo del 18%, bruciando più calorie, ma indipendentemente dal gruppo sanguigno. Ma attenzione: il consiglio di assumere più carne per chi ha il gruppo 0 potrebbe persino essere dannoso, perché aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, specie in chi è già sovrappeso. «È proprio così e tra l’altro è contraddittorio: secondo la dieta dei gruppi sanguigni chi ha il gruppo 0 avrebbe un sistema immunitario più reattivo, quindi che si infiamma più facilmente, ma è noto che proprio la carne contribuisce ad aumentare il rischio di infiammazioni, quindi un consumo eccessivo è sconsigliabile in chiunque» conclude l’esperta.