«Chissà come sarai in menopausa?». La domanda potrebbe suonare impertinente se pronunciata al primo appuntamento. Ma nella dinamica di coppia di Rebecca e Mauro – siciliana lei, campano lui, milanesi per scelta e felici genitori di un bimbo alla scuola primaria – è solo uno dei tanti semplici “vedremo” della loro relazione anagraficamente sbilanciata. Lei ha 10 anni in più di lui, si sono conosciuti tramite il fratello minore di Rebecca.
La differenza di età del loro amore non li ha fermati e hanno voluto un figlio subito dopo le nozze, «perché poi magari non sarebbe arrivato, io avevo già 38 anni e lui ha spinto per non aspettare». Sono Tanti i film recenti sugli amori ad alto tasso di age gap che stuzzicano la fantasia delle major, da The idea of you con Anne Hathaway a A family affair con Nicole Kidman. Ma il tema della donna adulta che sta con un uomo più giovane perde la sua allure trasgressiva. E torna a essere una delle tante variabili degli incontri casuali della vita dove c’è poco spazio per il tabù.
Mauro e Rebecca: quando la differenza d’età non conta
«Con Mauro non è stato amore a prima vista, però ce l’ha fatta a conquistarmi» ride Rebecca. «Dei due io sono la bambina e lui è quello riflessivo e maturo. Le nostre divergenze non sono date dall’età, ma dall’approccio per esempio verso la genitorialità: lui è per il “lascia vivere”, io sono più esigente. Veniamo da famiglie unite che hanno appoggiato la nostra storia: mia zia stessa, 70 anni fa, ha sposato un giovane uomo e raccontava di aver dovuto abbandonare tutto per inseguire il suo sogno d’amore proibito».
Rebecca non ha mai ricevuto commenti sarcastici, ma ammette di aver provato vergogna al matrimonio («avrei preferito che si evitasse di dire in chiesa le nostre date di nascita») e di sentirsi in imbarazzo quando in albergo devono dare le loro generalità.
«Dentro di me ho anche il rimpianto di non essere riuscita a fare un secondo figlio perché ormai avevo superato i 40. Mauro mi rassicura che non c’è nessun problema ma, sa com’è, è difficile togliersi il peso».
Per la GenZ l’età al primo appuntamento non conta
Sondaggi e statistiche aiutano solo in parte a inquadrare l’evoluzione dei condizionamenti legati alla differenza di età in amore. Un’indagine della app di incontri Bumble rileva come per il 63% degli utenti (perlopiù della Gen Z) l’età non sia determinante al primo appuntamento. Oltre la metà delle donne si dice aperta a frequentare partner più giovani. Se la lista di uomini celebri che si accompagnano a ragazze appena uscite dalla zona teen è lunga e non dà mai scandalo (vedi i vari Leonardo DiCaprio, Vincent Cassel, Robert De Niro), la tendenza inversa fa ancora discutere, come ha sintetizzato bene l’ex deputata del Pd Stefania Pezzopane alla vigilia delle ultime elezioni europee in cui non è stata ricandidata: «Sono certa di aver pagato un prezzo per aver scelto di amare un ex spogliarellista con 24 anni in meno».
Differenza di età in amore? Se sei bella vale tutto
Di certo esiste uno stigma che fa sempre associare l’immagine di una donna matura abbracciata a un ragazzo a una cougar, una predatrice, una “che non si rassegna”. Alla 70enne Brigitte Macron ancora oggi non si perdona di aver sposato il suo ex allievo del liceo. La popstar Madonna esce con il 20enne Akeem Morris? E giù titoloni. Fiorella Mannoia, 69 anni, è felice sposa del musicista Carlo Di Francesco, 43, ma la loro relazione è rimasta a lungo nell’ombra. Stigma nello stigma: la differenza di età in amore si ammortizza in società solo nel caso in cui lei sia particolarmente avvenente. Vedi Elisabetta Canalis con il personal trainer Georgian Cimpeanu, 15 anni in meno. O Heidi Klum con il marito Tom Kaulitz: a dividerli un gap di 16 anni, a unirli «una vita sessuale selvaggia», come rivela la top nel podcast Call her daddy.
Il parere dell’esperta
Secondo la psicologa e sessuologa clinica Valeria Randone, socialmente conviviamo ancora con il “fattore Richard Gere”. «Il capello brizzolato di un uomo è ritenuto affascinante, la donna indipendente, matura e libera è invece fastidiosa e scandalosa. Ma è dentro la relazione che va cercata la possibile criticità dell’age gap: se nella prima fase il collante è la passione tra una lei risolta sessualmente e un lui appagato da un’esperienza intensa, se a unirli ci sono orgasmi ripristinati, lenzuola di seta, viaggi e weekend, quando poi la coppia tantrica si cala nel quotidiano si scopre diversa, con esigenze differenti. Si scontra con la realtà». Fatta anche di figli spietati che non accettano la ritrovata effervescenza della madre e di Edipi irrisolti.
«In queste scelte a livello inconscio si ripetono o non si ripetono antichi copioni familiari che si sono vissuti in casa: madri o padri ingombranti o evanescenti portano a scegliere partner che sono la riedizione del genitore che ha creato sofferenza oppure l’antidoto» spiega Valeria Randone. «Ci sono anche casi in cui un compagno giovane e prestante rappresenta un trofeo narcisistico, una borsa firmata da sfoggiare. Una mia paziente, dirigente di un’azienda prestigiosa, dopo la separazione dal marito che l’ha tradita con la colf prima ha fatto il lifting e adesso sta con un 30nne che ha quasi l’età del figlio. Certo, è una compensazione zoppa di un cuore sofferente, ma queste a volte sono le dinamiche che aiutano a sopportare meglio la convalescenza dopo un matrimonio finito».
In amore, più dell’età conta avere lo stesso sguardo sul mondo
Il copione, però, non si ripete così per tutti: avere lo stesso sguardo sul mondo, precisa la sessuologa, aiuta la coppia nata “ormonale” o “riparativa” a diventare longeva. Come racconta Daniela, 47 anni, educatrice in una struttura di assistenza per disabili e felice compagna di Gerardo, 35. Oggi vivono insieme ai due figli di lei vicino a Lugano: si sono conosciuti prima del Covid sul lavoro, Daniela si era separata da poco, una nuova storia importante non era nel suo orizzonte, ma l’attrazione reciproca e le passioni in comune per la moto, i viaggi, l’amore l’hanno convinta. «Gerardo si è dimostrato subito una persona affidabile e sensibile con i miei ragazzi: non aveva l’esigenza di diventare padre e oggi cresciamo insieme i miei figli. È il quinto dopo quattro sorelle e forse con una donna più grande ha sentito aria di “casa”».
Ma se il gap generazionale tra i 35 e i 50 può essere relativizzato concentrandosi sulla quotidianità, potrebbe forse diventare una distanza più evidente in futuro? «Sono già stata sposata e so bene che, se una storia deve finire, non finisce comunque per l’età ma per altre divergenze» taglia corto Daniela. «L’importante» aggiunge e conclude la psicologa Valeria Randone «è che entrambi i partner diano un contributo nel legame di coppia». Tradotto: che lei non si improvvisi senza volerlo in una solerte chioccia anche per lui.