I primi a dare un nome a questo fenomeno sono stati i dermatologi americano che con la pandemia hanno notato un boom di richieste di «ritocchini» estetici. Con l’aumento dello smart working, delle videocall e dell’uso di piattaforme come Zoom è cresciuto anche il tempo trascorso davanti a schermi di pc e smartphone. Il guaio è che la nostra immagine non sempre ci piace, anzi: è molto frequente trovare difetti, dall’acne ai capelli, passando per le labbra, il naso o le rughe di troppo. Ecco, allora, il ricorso allo specialista.
Dismorfia da Zoom
Si accende il computer (o il cellulare), ci si prepara alla videochiamata, si controlla che il proprio abito sia in ordine e poi ci si collega alla piattaforma per le videocall. Ma ecco che a questo punto iniziano i problemi: osservando la nostra immagine si nota il ciuffo di capelli fuori posto, il brufolo comparso misteriosamente nella notte o le borse sotto gli occhi che insieme alle rughe sembrano aver fatto capolino tutto d’un tratto. Dov’erano fino a qualche tempo fa? Come abbiamo fatto a non notarle prima? Il fenomeno si chiama dismorfia (dal greco dis, «cattiva», e morfia, «immagine, aspetto»). E la colpa – per averceli fatti notare – sarebbe di Zoom e delle piattaforme affini.
A spiegare il perché è Arianne Shadi Kourosh, dermatologa del Massachusetts General Hospital e coautrice di una ricerca pubblicata su Facial Plastic Surgery & Aesthetic Medicine: «Una vita sproporzionatamente trascorsa su Zoom può innescare una risposta comparativa autocritica, che porta a correre dal medico per trattamenti che non si sarebbero considerati prima di aver passato mesi di fronte a uno schermo, è il un nuovo fenomeno chiamato appunto dismorfia da Zoom». Insomma, ci si accorge solo ora dei propri difetti (o ritenuti tali), a causa dell’abbuffata di videochiamate e video riunioni.
Secondo il dottor Benjamin Marcus dell’Università del Wisconsin «La pandemia ha cambiato radicalmente la frequenza con cui ci confrontiamo con la nostra immagine. Il passaggio al lavoro online, all’apprendimento e persino alla socializzazione ha aumentato notevolmente il tempo che abbiamo per osservarci». «Più che guardarci di più io ritengo che ci si veda di più e soprattutto ci si vede in modo nuovo: non più staticamente, come nelle foto classiche o negli screenshot, bensì in movimento. Questo porta a notare, per esempio rughe da corrugamento come quelle tra le sopracciglia» spiega Stefania De Fazio, chirurga plastico estetica, Consigliere Nazionale della Sicpre, la Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica ed International Member delle Società Americane Asps e Asaps.
I difetti principali: acne, rughe, capelli
Gli esperti non hanno dubbi: ad essere notati sono sicuramente i brufoli e le imperfezioni della pelle in genere, compresi l’acne (anche nelle donne adulte!). Ma a farla da padrone sono soprattutto occhiaie, rughe sulla fronte e zampe di gallina: «Quando si è davanti allo schermo si notano di più, soprattutto se si sbaglia l’illuminazione della stanza. Quando invece la telecamera è posizionata in basso ecco che risalta il doppio mento, il cosiddetto collo cascante. Che è uno dei vari problemi di cui ci si accorge in videocall» spiega l’esperta.
A seguire la nostra attenzione si focalizza sui capelli, ma non solo perché spesso non si è soddisfatti di taglio, colore e acconciatura. Analizzando le ricerche su Google, infatti, è emerso che in molti notano la perdita dei propri capelli: «Soprattutto nei maschi la visione delle foto di gruppo da dietro o di lato scatena reazioni inaspettate, perché ci si rende conto di stempiature che altrimenti non si noterebbero, specie in persone nelle quali la perdita di capelli nell’area temporale è più contenuta» dice De Fazio, che esorta a ricorrere, prima di tutto, all’aiuto delle luci: «Bisogna ricordare sempre di avere un’illuminazione frontale, che aiuta a diradare le righe e ombre sul viso».
I consigli per apparire più belle in videochat
«Intanto consiglierei un buon trucco: dal momento che non occorre tenere la mascherina, almeno nelle videochiamate possiamo riscoprire l’importanza e il piacere di truccarci, anche la bocca con un bel rossetto. Per ridurre la visibilità delle rughe è importante anche una corretta idratazione della pelle. Se proprio non si è soddisfatte, si può ricorrere allo specialista, con garbo, senza esagerare: l’uso della tossina botulinica è richiesto per ridurre le rughe da corrugamento sulla fronte e tra le sopracciglia e può anche avere un effetto preventivo anti-age, ma deve essere moderato per non perdere il cosiddetto sorriso degli occhi, l’espressività del volto».
Come scegliere, poi, la luce migliore? «Sicuramente deve essere frontale, per evitare inestetiche ombre sul viso, in particolare sotto il naso e gli occhi» consiglia De Fazio. Gli esperti consigliano di posizionarsi a circa 60 centimetri dalla fonte luminosa, possibilmente da collocare dietro allo schermo. Mai quindi mettersi con una finestra alle spalle, per evitare anche l’effetto silhouette.
A che altezza mettere la webcam? Anche in questo caso la posizione è fondamentale e l’ideale è tenerla all’altezza degli occhi: troppo in alto schiaccerà la figura, troppo in basso aumenterà le ombre sul collo. Per scegliere l’altezza giusta è possibile aiutarsi con supporti appositi o semplici libri sotto il laptop o ancora treppiedi per smartphone.
Gli aiutini tecnologici
In soccorso di chi non vuole ricorrere al chirurgo estetico può essere utile anche la tecnologia con specifiche app che limitano, camuffano o nascondono le imperfezioni (o quelle ritenute tali). Alcuni software di videochiamata includono impostazioni extra, come per esempio Ritocca il mio aspetto per Zoom. Si trova nelle impostazioni e offre un “effetto levigante” sul viso, perché attenua le rughe o sfuoca leggermente l’immagine. Un effetto analogo lo si ottiene anche con Skype selezionando la funzione Schermo sfuocato, che lascia nitida solo l’immagine della persona al centro. Con la app Voov, invece, si arriva a veri e propri ritocchi che riguardano le rughe, gli occhi (che possono apparire più grandi) e la messa in piega che è possibile modificare.