Quante parole ci hanno donato il greco e il latino per definire i nostri sentimenti? Ce le invidia tutto il mondo, perché la ricchezza di linguaggio permette di rendere comprensibili anche le emozioni più complesse. Nominarle, condividerle con gli altri, è un modo per sentire di non essere soli, ricordarci che ogni nostra esperienza di vita – per quanto unica – non è straordinaria.
Se è vero che la lingua è profondamente influenzata dal popolo che la parla (e che la rigenera continuamente), allora è vero che è frutto delle sue abitudini, dei valori, persino del territorio che abita. Nei paesi particolarmente freddi, infatti, nel corso dei secoli si sono diffuse diverse espressioni che traggono origine dall’inverno e le sue conseguenze per indicare emozioni, situazioni o semplicemente per descriverlo meglio.
Dizionario dell’inverno: conoscere i termini per conoscere i popoli
In occasione del periodo più freddo dell’anno, gli esperti e le esperte di Babbel, la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, hanno stilato una breve lista dei termini più originali di questi popoli: dalle parole utilizzate per descrivere particolari fenomeni meteorologici ai modi di dire legati al freddo, fino ai termini nati per celebrare lo stile di vita invernale.
Si può imparare molto di una società studiandone le espressioni, motivo per cui questa lista non è da intendersi soltanto come un passatempo allegro, ma come un piccolo scorcio in mondi ancora sconosciuti. Chissà che non possiamo “italianizzare” alcuni di questi termini per descrivere come ci sentiamo fuori al gelo con gli amici quando il bar è troppo pieno o far bella figura in vacanza all’estero!
I termini legati al meteo
Il meteo ha da sempre un grande impatto sulla vita quotidiana e le condizioni dei diversi territori del mondo si riflettono nel modo di esprimersi dei popoli: proprio per questo nelle diverse lingue sono state sviluppate parole specifiche, spesso difficilmente traducibili, per indicare dei particolari fenomeni atmosferici.
In tedesco, esiste il termine Raureif, corrispondente all’inglese hoarfrost, e traducibile come “galaverna”. Descrive un fenomeno atmosferico che si verifica quando l’umidità congelata nell’aria si deposita sugli alberi creando uno strato di ghiaccio frastagliato. Si tratta di un evento molto raro rispetto alla normale brina, in cui i cristalli di ghiaccio possono raggiungere anche diversi centimetri di lunghezza.
Arriva dal Brasile invece il termine erupção polar (“eruzione polare”), che indica l’arrivo improvviso di un’ondata di freddo. Apparentemente può sembrare un termine scientifico, ma in realtà non lo è: si tratta di un’invenzione dei social media in Brasile, diffusasi a partire dal maggio 2022, per riferirsi ad una sorta di inverno anticipato causato dall’avanzamento di una massa polare molto intensa nell’atmosfera.
Nessuno è più esperto d’inverno degli svedesi, che usano il termine Kramsnö (che deriva dalla combinazione della parola kram, “abbraccio”, e snö, “neve”) per descrivere una particolare condizione della neve: umida e aderente, perfetta per realizzare simpatici pupazzi e gareggiare in battaglie di palle di neve senza fine.
Le espressioni idiomatiche che legano freddo e animali
Anche in italiano quando il freddo si fa particolarmente pungente lo paragoniamo al nostro più fedele animale: evidentemente, la connessione tra il mondo animale e quello del freddo non è un’invenzione tanto originale quanto si potrebbe pensare.
In Turchia, dove l’estate è uno stile di vita, il freddo non viene accettato da tutti facilmente. Per descrivere chi fino all’ultimo si rifiuta di piegarsi all’arrivo dell’inverno, si usa l’espressione “Zemheri zürafası gibi”, traducibile in italiano con “come una giraffa nel pieno dell’inverno”. Questo paragone si basa sulla vulnerabilità della giraffa – mammifero che vive in ambienti caldi e di conseguenza mal sopporta le temperature rigide – e cattura in modo umoristico l’immagine di coloro che affrontano il freddo con un abbigliamento inadeguato.
I tedeschi sono meno lusinghieri e al freddo contrappongono l’immagine di un maiale. Saukalt è un termine formato da kalt (freddo) e sau (scrofa). Nella lingua colloquiale tedesca i nomi degli animali vengono spesso usati come prefissi accrescitivi o intensificatori: dato che i maiali non godono di una buona reputazione, è intuibile che il prefisso “sau” serve in questo caso per sottolineare la sgradevolezza di un clima estremamente freddo.
Dizionario dell’inverno: amici o nemici?
Proprio sui social sono nati due termini canzonatori che indicano le due fazioni eternamente in conflitto: gli estaters, che ogni anno aspettano giugno per brillare e gli autunners, che invece cominciano ad essere felici appena iniziano a calare le temperature. Dalla notte dei tempi l’amore per le stagioni è un vero e proprio modo di vivere, come provano queste espressioni idiomatiche.
I veri fan dell’inverno sosterranno che sia la Face Card Season, ovvero quella in cui è il viso a risaltare perché il corpo è quasi completamente coperto. Gli anglosassoni hanno generato il termine face card proprio per indicare un viso talmente bello che dovrebbe essere riconosciuto come forma di pagamento.
In Portogallo il freddo è accompagnato spesso da un vento unico, che solo chi è stato ai limiti estremi dell’Europa riconosce (ed è difficile averlo apprezzato). Ecco perché i portoghesi hanno coniato l’espressione “Está cá um barbeiro!” (letteralmente “c’è un barbiere qui”). Richiama l’immagine del vento gelido sulla pelle, tagliente come le lame usate dai barbieri ed è diffusa principalmente nelle regioni settentrionali del Portogallo, dove le temperature sono più rigide.
L’elogio dello stile di vita invernale: l’arte del “bed rotting”
Soprattutto ai tempi dei social, in cui la romanticizzazione della vita quotidiana e il bisogno di appartenenza danno vita a nuove subculture continuamente, gli autunners hanno occasione di vivere al meglio la winter season sfoggiando alcuni termini che la celebrano.
Il primo è di origine anglosassone, bed rotting: espressione tipica della Gen Z che fa riferimento alla pratica di passare giornate intere a letto totalmente improduttive, impegnati a guardare maratone di film oppure connessi ai social network. Il termine nasce con una connotazione negativa (rotting significa marcire), ma il bed rotting occasionale non è necessariamente dannoso. Nella società frenetica contemporanea, spesso si trascura l’importanza di staccare la spina dal tran tran quotidiano e di focalizzarsi sul proprio benessere interiore.
Quest’idea è arrivata persino in Estonia, dove il termine utilizzato è viitsima, che cattura quel sentimento di pigrizia proprio delle giornate fredde e piovose, quando l’idea di alzarsi dal letto diventa un’impresa ardua e si desidererebbe rimanere sotto le coperte.
Inverno e questioni di cuore
Sebbene tradizionalmente sia l’estate la stagione più legata al divertimento e alla fine delle relazioni, in alcune culture si osserva una tendenza contraria: snow storming è un termine inglese indica la tendenza per cui le persone decidono di chiudere le relazioni in corso con i propri partner proprio durante il periodo più freddo. La rottura è talvolta netta e potente quanto una tempesta di neve, proprio il fenomeno dal quale l’espressione trae origine; l’obiettivo è dare un taglio netto con il passato per dare il via all’anno con un nuovo inizio.
Gli Olandesi, invece, ricorrono all’immaginario dell’inverno per descrivere i ritorni inaspettati. Con “Op Oud Ijs Vriest Het Licht”, letteralmente “sul ghiaccio vecchio, si congela leggermente”, si riferiscono al ritorno improvviso di ex partner o amori perduti. In modo figurato, suggerisce che i sentimenti d’amore possono riemergere velocemente e sciogliere il ghiaccio del passato, creando una rinnovata connessione emotiva.