LE DONNE NON SANNO GUIDARE!» disse il carrozziere a mio nonno il giorno in cui lui gli portò, per farmi un favore, la mia auto a cui mio fratello aveva rifatto la fiancata. E lui gli rispose: «Non conosco nessuna donna che guidi meglio di mia nipote. E nemmeno nessun uomo». Il carrozziere dovette tacere. E chissà se, avendo una figlia, la cosa non lo abbia fatto riflettere.
Le donne non sanno guidare: la pensano così anche le donne
Che le donne non sappiano guidare è una convinzione diffusa, anche tra le stesse donne. I nostri automatismi mentali creano pregiudizi, che alimentano, e si alimentano, nei luoghi comuni. E un pregiudizio contiene più errori cognitivi, i cosiddetti bias.
Il pregiudizio comune è che tutte le donne non sappiano guidare
Partiamo dal più comune, il generalizzare: «TUTTE le donne non sanno guidare». Così associamo una caratteristica alla totalità delle donne (pure a me che invece guido da dio!) creando uno stereotipo. Basterebbe già iniziare a chiedersi: «Ma proprio tutte?!» per capire che sarebbe un errore di valutazione dare per scontato che qualunque donna non sappia guidare.
Se pensiamo che le donne non sappiamo guidare ignoreremo tutti i dati contrari
E poi, cosa intendiamo per “saper guidare”? La verità è che la mente applica un metodo inverso a quello scientifico: prima identifica un’ipotesi e dopo “raccoglie” le prove a conferma di quella ipotesi, scartando o ignorando le altre. Per capirci, se crediamo che le donne non sappiamo guidare, ignoreremo i dati che dicono il contrario, e presteremo attenzione solo agli errori commessi dalle donne. A nulla valgono i dati reali sugli incidenti, sulle infrazioni al codice della strada, sui premi assicurativi e così via. La mente umana non analizza oggettivamente la realtà.
Il pregiudizio è il pensiero che conferma la convinzione diffusa
Se stiamo guidando e una macchina gira senza mettere la freccia, noi ci innervosiamo, perché stavamo per andarle addosso. Ma questo è un bias, si chiama Errore fondamentale di attribuzione e scambia causa ed effetto per darci ragione: mica è colpa nostra che le eravamo troppo addosso, è l’altra auto che non ha messo la freccia! Poi vediamo che è una donna, e una vocina nella mente: «Ah, ecco…». Quel pensiero conferma la convinzione diffusa: «D’altronde le donne non sanno guidare» (questo è un bias di conferma e ti dà sempre ragione). Fosse stato un uomo, non avremmo pensato: «D’altronde, gli uomini non sanno guidare»!
di Francesca Vecchioni, Presidente della Fondazione Diversity e autrice del saggio Pregiudizi inconsapevoli