Nel mondo muoiono più uomini che donne di coronavirus. Come riporta l’Istituto superiore di sanità nel documento Differenze di genere in Covid-19: possibili meccanismi, aggiornato al 16 aprile, «sul totale delle vittime le donne sono il 35%. Il dato è costante pressoché in tutte le fasce di età. In Cina il tasso di letalità dei casi confermati è pari al 4,7% negli uomini a fronte del 2,8% riscontrato nelle donne». Quello che a lungo è stato definito il “sesso debole” sembra quindi non esserlo durante questa pandemia. Anzi, non lo è affatto secondo Sharon Moalen, autorevole genetista canadese, che ha da poco pubblicato nel Regno Unito il saggio The better half, la metà migliore. Sottotitolo: la superiorità genetica delle donne.
Quindi le donne sono il vero sesso forte?
«Nel genere umano sono quello geneticamente superiore. Uno studio condotto su 200 specie diverse, dai pesci ai rettili ai mammiferi, e pubblicato nel 2007 dalla inglese Royal society, evidenzia che il sesso più forte, in tutte, è quello caratterizzato da 2 cromosomi X. Tra gli uccelli è quello maschile, tra gli umani quello femminile».
Da dove deriva la superiorità delle 2 X?
«Ogni cellula umana si compone di 46 cromosomi, 2 di questi sono collegati al sesso. Nelle bambine sono 2 X, uno ereditato dal padre e uno dalla madre. Nei bambini ci sono un cromosoma X, ereditato dalla madre, e un cromosoma Y, ereditato dal padre. Ogni cromosoma contiene un numero variabile di geni: quello X ne ha fino a un migliaio, quello Y si ferma a 70. A lungo si è pensato che le cellule delle donne usassero solo i geni di una delle X, disattivando l’altra, finché non fosse necessario avere una sorta di rimpiazzo, per esempio di fronte a una malattia. Invece la mia tesi è che tra le 2 X ci sia una continua collaborazione, e che la varietà di geni “di scorta” cui attingere di volta in volta spieghi la maggior resistenza delle donne. È come se avessero 2 nutriti mazzi di chiavi per aprire una porta, mentre un uomo ne possiede qualcuna di un solo mazzo».
È questo il motivo per cui le donne combattono meglio le infezioni?
«Sì, le donne sono soggette a più infezioni legate al modo in cui è formato il loro apparato riproduttivo e urinario. Per il resto, il loro organismo attiva più geni di fronte all’aggressione di batteri e virus. Inoltre gli uomini pagano la maggiore quantità di testosterone, ormone che è ha l’effetto di disattivare il sistema immunitario. La ragione? Mantenerlo “acceso” richiede energia: i maschi hanno un metabolismo più alto e meno grasso nel corpo, ma si difendono peggio dalle malattie».
È vero che le donne resistono di più al coronavirus?
«Sì, anche se le spiegazioni avanzate finora sembrano inconsistenti. Per esempio, si dice che gli uomini si lavino meno le mani: oltre a essere offensivo, non ha senso se pensiamo che in alcuni Paesi, come la Corea del Sud, le donne contagiate sono di più ma comunque muoiono meno. Altra ipotesi è che i maschi siano maggiormente colpiti perché fumano di più. In Cina è vero, ma è altrettanto vero che lì i non fumatori muoiono più degli altri. Perfino tra il personale sanitario cinese, composto per il 75% da donne, muoiono più maschi. Insomma, spiegare le morti con i comportamenti non funziona. Io penso che il vantaggio delle donne nei confronti del Covid-19 stia nella genetica. Il virus attacca i polmoni mediante un enzima prodotto dal cromosoma X detta ACE2: nelle donne la seconda X ha una combinazione ACE2 leggermente diversa ed è raro che il virus riesca a prevalere su entrambi».
Però le donne sono più soggette alle malattie autoimmuni, come il lupus o l’artride reumatoide
«Lo sono per lo stesso motivo per cui si difendono meglio dalle infezioni: il loro sistema immunitario è più aggressivo di quello maschile e si attiva a ogni minimo “sospetto”. È bene scovare un virus che attacca il nostro organismo il prima possibile. Ma, reagendo di più, capita anche di sbagliare valutazione e attaccare se stessi. Comunque di fronte a una stessa malattia autoimmune le donne in media se la cavano meglio degli uomini».
È sempre per una ragione genetica che le donne vivono più a lungo?
«Con l’eccezione di India e Cina, nel mondo nascono più maschi, perché è più semplice il processo cellulare che combina i loro cromosoni. Ma, passata la fase della fecondazione, le donne hanno un vantaggio competitivo per il resto della vita. Le femmine resistono di più a varie malattie: quelle cardiache e renali, i problemi legati al fegato, il diabete, alcuni tipi di tumori tra cui il melanoma e il cancro colonrettale, le degenerazioni visive. Questo accade perché, come ho detto, contano su un mosaico di geni, una varietà di opzioni per compensare i danni e ovviare ai problemi che nei maschi manca. La pandemia ha evidenziato una realtà che vale da sempre: la maggiore longevità femminile è riscontrata da almeno 3 secoli, prima della diffusione delle medicine. Ciò vuol dire, con una certa ironia, che – oltre a tarare meglio i rimedi sulle donne – dovremmo migliorare i farmaci per gli uomini. Sono loro i più deboli, quelli che vanno aiutati dalla scienza».
Bestseller annunciato
The better half (Penguin Books) è l’ultimo saggio di Sharon Moalem, genetista canadese le cui ricerche hanno portato alla scoperta di 3 malattie rare e i cui libri sono finiti più volte nella classifica dei più venduti del New York Times. L’edizione italiana uscirà per Utet nel 2021.