Miriam Leone è diventata mamma e lo ha annunciato tramite i social, facendo sapere non solo il nome del figlio, ma anche la scelta di dargli un doppio cognome: Leone Carullo. Il bimbo, chiamato Orlando, porta quindi prima il cognome della mamma attrice, poi quello del papà imprenditore. La legge, infatti, prevede questa possibilità, dopo che una sentenza della Corte Costituzionale ha persino dichiarato illegittima l’attribuzione del cognome paterno in automatico.

Miriam Leone e la scelta del doppio cognome

Il primogenito di Miriam Leone, dunque, si chiama Orlando Leone Carullo, quindi ha come primo cognome quello della mamma e come secondo quello del padre, Paolo Carullo. L’attrice, infatti, è diventata madre il 29 dicembre, come annunciato da lei stessa sui social: «Il 29 dicembre è nato il nostro bambino. Orlando Leone Carullo. Amore infinito. Grazie alla vita, a mio marito Paolo, alla nostra famiglia, al Dott. Bulfoni, Stefania Del Duca e tutta la squadra delle ostetriche, al dottor Ciralli e tutto il personale meraviglioso dell’Humanitas. Siamo felicissimi», ha postato Leone.

Una gravidanza discreta e una scelta “forte”

La maternità di Miriam Leone è stata vissuta con molta discrezione, anche se non è stata tenuta nascosta. Annunciata ufficialmente la scorsa estate, con un’intervista, era stata accompagnata da parole di grande entusiasmo: «Sono felicissima, questo è un figlio desiderato, ed ero felice anche prima, in un modo diverso», aveva spiegato l’ex Miss Italia. Il figlio Orlando è frutto dell’amore tra l’attrice, 38enne, e il manager finanziario Paolo Carullo, di 43 anni. I due, dopo l’innamoramento, si era sposati nel 2021 in Sicilia con una cerimonia molto intima e romantica. Ora hanno coronato un sogno, che però, ha anche una valenza sociale, con la scelta di dare il doppio cognome al primogenito, optando per quello di lei come primo.

La sentenza della Consulta

La decisione arriva un anno e mezzo dopo una storica sentenza della Corte Costituzionale, che ad aprile del 2022 aveva dichiarato incostituzionale l’attribuzione in automatico del cognome paterno. Un pronunciamento accolto con parere entusiasta, pressoché all’unanimità, anche se accompagnato da non pochi dubbi sia tra gli addetti ai lavori che tra le famiglie. Per esempio, ci si era chiesti cosa sarebbe accaduto ai genitori che avevano già un doppio cognome, come si procede con la scelta e evitare confusione con il codice fiscale. Un altro dubbio riguardava la possibilità di fare scelte differenti per ciascun figlio, come potrebbe accadere alla stessa Miriam Leone in caso di un secondogenito. Ecco le risposte dell’esperta, l’avvocata Claudia Rabellino Becce.

Il doppio cognome: “Una spallata alla cultura patriarcale”

Di sicuro la Consulta ha emesso una sentenza che è stata definita “storica”, dichiarando illegittima l’attribuzione automatica del cognome paterno ai figli. La norma comporta che siano attribuiti entrambi i cognomi oppure uno solo, ma a scelta. «Questa sentenza è realmente storica, è una conquista di civiltà e un passo importante nel cammino verso il raggiungimento di una sostanziale parità di genere» commenta l’avvocata Claudia Rabellino Becce, che la considera «l’ultima spallata a una concezione patriarcale della famiglia, che a sua volta è un retaggio della cosiddetta “potestà maritale” poi cancellata con la riforma del 1975».

Perché il doppio cognome tutela la donna e anche i figli?

«La Consulta ha detto che l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio è costituzionalmente illegittima perché lede il principio di uguaglianza tra i coniugi, ma anche l’identità del figlio. Quindi ha preso in considerazione entrambi gli interessi, sia quello delle madri che quello dei figli» spiega l’esperta. «Va detto che questa sentenza non si applica solo ai figli nati all’interno del matrimonio, ma anche al di fuori dal matrimonio e a quelli adottati. I genitori, quindi, possono decidere su base volontaria e concordata quale cognome attribuire: solo quello paterno, solo quello materno o entrambi e nell’ordine che loro decideranno. In caso di disaccordo è previsto il ricorso a un giudice che valuterà i vari interessi in gioco e deciderà quale sia il cognome da attribuire» aggiunge Rabellino Becce.

Cosa succede a chi ha già un doppio cognome?

Uno dei primi dubbi, all’indomani della sentenza, riguardava il destino di chi ha già un genitore con doppio cognome o alle future generazioni, cioè quando i genitori avranno entrambi doppio cognome. Come avverrà la scelta? Non si può pensare a quattro o più cognomi. La decisione che criteri può seguire? Va detto che il tema non è semplice, anche perché sono ben sei le proposte di legge ferme in Parlamento: «Tutti questi disegni di legge devono confluire in un unico testo, per regolare tutti gli aspetti pratici. Detto questo, io credo che prevarrà il principio del consenso, quindi i genitori che hanno più cognomi dovranno decidere quale trasmettere al figlio. Ma si tratta di una ipotesi» spiega l’avvocata.

Quali conseguenze del doppio cognome sul codice fiscale?

La possibilità del doppio cognome, materno e paterno, esiste già in alcuni Paesi come la Spagna. Come funziona, quindi, l’attribuzione del codice fiscale? «Anche in passato, prima del pronunciamento della Consulta, esistevano casi nei quali si procedeva con la modifica del codice fiscale. È capitato, ad esempio, anche in un caso di adozione di maggiorenne che ho seguito, dove uno dei due componenti della coppia aveva adottato il figlio della compagna. Con l’aggiunta del cognome dell’adottante, è stato modificato il codice fiscale» spiega l’avvocata.

I fratelli possono avere cognomi diversi?

In caso di due fratelli o sorelle, i genitori possono optare per scelte differenti tra i due? Per esempio il cognome materno per uno e quello paterno per l’altro? «Tecnicamente è possibile, perché la scelta si fa di volta in volta. Quindi potrebbe accadere che alla nascita del primo figlio si scelga il cognome della madre o entrambi con un certo ordine e magari al secondo si cambi – prosegue Rabellino Becce – Non andrebbe dimenticata, però, l’identità dei figli, che potrebbero appunto ritrovarsi con cognomi diversi rispetto ai fratelli, quindi andrebbe valutata l’opportunità di una scelta del genere».

Si rischia di perdere la “linea familiare”?

Nel caso che aveva portato alla sentenza della Consulta, che deriva dal ricorso di una coppia di Lagonegro in Basilicata, la volontà dei genitori era quella di preservare una linea familiare, di cui altrimenti si sarebbero perse le “tracce”. Molti genitori, specie madri, desidererebbero che il loro cognome non andasse perduto, se non attribuito ai figli. Ma se sarà possibile attribuire il doppio cognome, questo non avverrà comunque. «È un rischio. Va ricordato, comunque, che prima di tutte le pronunce su questo argomento, una legge prevedeva già la possibilità di cambio di cognome o aggiunta di cognome, proprio nel caso in cui uno di questi fosse a rischio estinzione» conclude l’avvocata.