Non c’è pace per i medici specializzandi: la formazione delle graduatorie per accedere alle scuole di specializzazione, attesa per il 15 dicembre, è slittata nuovamente. il Ministero per la Ricerca universitaria ha annunciato la conclusione delle procedure a breve, ma intanto è arrivata una nuova tegola: ai giovani medici è stato chiesto di partecipare alla campagna di somministrazione del vaccino anti-Covid, ma invece di essere retribuiti è stato offerto loro in cambio il riconoscimento di 4 crediti formativi, ed è polemica: «La somministrazione del vaccino non ha niente a che vedere con la formazione. Con i crediti formativi non paghiamo le bollette» spiegano gli specializzandi che, tramite le associazioni di categoria, fanno pressione perché l’adesione sia solo su base volontaria, anche perché per gli altri medici che hanno già la specializzazione è previsto un compenso economico. Per questo in centinaia hanno manifestato in strada chiedendo misure urgenti per regolarizzare le posizione degli specializzandi e colmare un vuoto che rischia di creare effetti negativi in piena seconda ondata Covid.

Cercasi medici con urgenza

Mancano medici. L’allarme era stato lanciato in pieno lockdown, quando la pressione sul servizio sanitario non riguardava solo le terapie intensive, ma anche la carenza di personale, in particolare medici. In vista di una temuta terza ondata, ritenuta un rischio concreto (o una certezza, a seconda degli esperti), il problema non è ancora risolto, anzi. Da un lato c’è il problema di reclutare medici laddove le situazioni sono ancora critiche, come in Campania e a Napoli dove il bando della Protezione Civile è andato pressoché deserto; dall’altra ci sono ben 15mila borse di specializzazione che «se non assegnate entro l’anno rischiano di andare sprecate» come avverte il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli.

Si tratta di fondi stanziati per il 2020 e che scadranno il 30 dicembre, ma che rischiano di essere persi «per un cavillo burocratico» denuncia Anelli.

Medici specializzandi fermi in panchina

Sono 24mila i giovani medici laureati, abilitati e ora «fermi in panchina» in attesa di capire cosa ne sarà del loro concorso, svolto mesi fa e ora bloccato a causa di una serie di ricorsi. Senza la pubblicazione delle graduatorie, fermata dal Ministero per la Ricerca universitaria (MUR), non possono infatti essere assegnati alle sedi delle Scuole di specializzazione, utilizzando le apposite borse di studio stanziate dal Governo la scorsa primavera. Nel frattempo gli specializzandi stanno però prestando il loro servizio, in piena emergenza Covid, nelle Guardie mediche, presso le Rsa e nelle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, le èquipe composte soprattutto da giovani medici che forniscono assistenza a domicilio, specie in caso di isolamento fiduciario o quarantena.

Perché il concorso è stato bloccato

La Federazione dell’Ordine dei Medici non usa mezzi termini e chiede di «Porre termine alla storia infinita e paradossale, che potrebbe essere la trama di un romanzo di Kafka o la sceneggiatura di un’opera di Samuel Beckett, del Concorso per le Scuole di Specializzazione». Ma come si è arrivati a questa situazione?

Il concorso per l’anno 2019/2020, dopo un primo rinvio a causa della pandemia, è stato seguito da una serie di ricorsi che hanno portato il MUR a rinviare la pubblicazione della graduatoria dal 5 al 26 ottobre, quando è uscita una versione provvisoria, senza però l’assegnazione delle sedi. Entro il 1° dicembre i candidati avrebbero dovuto comunicare le proprie scelte, in modo che il MUR procedesse alle conferme entro il 3 dicembre. Ma in quella data è arrivato un nuovo rinvio: il Consiglio di Stato, infatti, ha accolto l’appello cautelare del MUR contro alcuni ricorsi. Il risultato è un ennesimo slittamento, questa volta al 15 dicembre, a sole due settimane dal termine ultimo utile per poter usufruire delle borse di studio per la specializzazione. Il problema è che anche alla scadenza del 15 dicembre è arrivato un nuovo slittamento: «Confidiamo che i Giudici del Tar decideranno in maniera saggia e celere, per permettere l’attivazione dei corsi nei tempi previsti ha commentato Anelli. «Il nostro Servizio sanitario Nazionale ha disperatamente bisogno di nuovi specialisti».

Quanti medici mancano all’appello?

«Secondo le nostre stime ne mancano circa 30mila, ma il problema va ancora oltre gli specializzandi: ci sono colleghi morti di Covid (circa 250), molti sono infettati, altri sono andati in pensione e poi ci sono i turni massacranti. Questo perché manca una vera programmazione a lungo termine, da anni. Basti pensare che il concorso mette a disposizione 14.980 posti a fronte di 24mila candidature. Rimarranno esclusi in 9.000 tra neolaureati in Medicina e colleghi che non sono riusciti ad avere accesso alla specializzazione negli anni scorsi. Così aumenta l’imbuto formativo» spiega Roberto Monaco, Segretario nazionale della Fnomceo e Presidente dell’Ordine dei medici di Siena.

Tanti laureati, pochi medici in corsia

«Il problema ha a che fare con l’iter di formazione. Per poter esercitare la professione non basta la laurea, che è fondamentale, ma è solo il primo passo di un percorso formativo che prevede altri 5 anni per la specializzazione (o tre per diventare medico di famiglia). Per accedere al Sistema Sanitario Nazionale serve quindi la specializzazione, ma i posti sono troppo pochi e ogni anno aumenta il numero di colleghi inoccupati: ci sarebbe bisogno di loro in corsia, ma per arrivarci occorre passare dalla Scuola di Specializzazione, ma i posti sono troppo pochi. Quest’anno, grazie a una forte pressione dovuta all’emergenza sanitaria e grazie all’impegno del Governo, sono state messe a disposizione quasi 15mila borse di studio a fronte delle 8.583 dello scorso anno e delle circa 7.000 dell’anno prima, ma sono ancora insufficienti» spiega Monaco.

Ora i fondi rischiano anche di essere persi: «Io mi auguro che non accada anche i tempi sono ristretti. D’altra parte le borse di studio sono importanti: basti pensare che per formare un laureato in Medicina occorrono 120mila euro, come un’auto di lusso. Il paradosso è che ora è come se avessimo 24mila auto di lusso parcheggiate che, di fronte alla prospettiva di non stare ferme, potrebbero finire all’estero, dove invece i nostri medici sono molto apprezzati perché ben preparati. Insomma, è come se queste auto, dopo averle realizzate, le regalassimo» dice ancora il segretario della Fnomceo.

Il flop dei bandi per i medici

Intanto si assiste anche al flop nel reclutamento di medici soprattutto in aree critiche. In Campania, ad esempio, il Governo aveva messo a punto un bando per l’assunzione di 450 medici specialisti. Hanno risposto appena in 165, dei quali molti meno sono risultati idonei per i requisiti e i posti disponibili. A pesare sono anche le condizioni proposte: i contratti offerti sono di lavoro autonomo, «anche di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co)», con scadenza il 31 gennaio 2021 e prorogabili in caso di ulteriore bisogno. Difficile pensare che in molti siano disposti a trasferirsi per un periodo così breve, nonostante il rimborso mensile proposto proprio per i fuori sede. Il bisogno di medici, poi, riguarda anche altre zone d’Italia, quindi le assunzioni previste per la Campania miravano a escludere personale già assunto nel pubblico o nel privato «al fine di non pregiudicare i livelli di servizio attuali».

«Durante la prima ondata ai bandi della Protezione Civile si sono presentati candidati in numero 10 volte superiore alle richieste. Adesso bisogna ammettere che c’è più scoraggiamento. Esistono, poi, differenze di stipendio tra colleghi che nel servizio sanitario nazionale non dovrebbero esserci». Anche in Liguria la Regione fatica a trovare medici, che preferiscono andare nel vicino Piemonte o in Lombardia, dove le retribuzioni sono migliori.

Nuove assunzioni per il vaccino anti-Covid

Per la somministrazione del vaccino anti-Covid, a partire da gennaio, occorrerà ulteriore personale. Da qui l’esigenza di nuove assunzioni, stimate in 16mila (3mila delle quali per medici) dal Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri. Si cercano neolaureati in Medicina, specializzandi, ma anche medici in pensione, infermieri, assistenti sanitari e personale amministrativo. Nel caso di medici e infermieri, la candidatura dovrà essere presentata entro il 4 gennaio 2021.

Numero chiuso a Medicina: è un problema?

Che fine ha fatto l’ipotesi di togliere il numero chiuso all’università? «Se ne parla ciclicamente, ma non sarebbe la soluzione, anzi andrebbe ad aggravare il problema aumentando l’effetto imbuto. Occorre aumentare le borse per le specializzazioni, programmandole anche in base alle reali esigenze. Altrimenti accade quel che sta già succedendo, cioè che nei Pronto Soccorso o in alcuni reparti Covid ci siano medici con tutt’altra preparazione perché mancano gli specialisti adatti» conclude Monaco.