Nuovo dress code a bordo degli aerei Ita Airways. Niente più capelli in disordine per le hostess, né barba incolta per gli stewart. Sui voli Ita Airways il personale indosserà uniformi firmate Brunello Cucinelli, all’insegna «dell’italianità», ma dovrà anche prestare attenzione ai dettagli, che forse proprio dettagli non sono. Perché, come si legge nel regolamento della ex compagnia di bandiera, «le nostre uniformi non sono abiti da lavoro: sono un modo per portare nel mondo lo stile, l’eleganza e la qualità del bel vestire italiano». Occorre, quindi, «mantenere in ogni momento un aspetto impeccabile, elegante, e in linea con i valori di Ita Airways».

Il dress code per le donne su orecchini, gioielli e tatuaggi

Ecco, allora, che sono banditi i piercing visibili sulla lingua, alle sopracciglia, al naso e alle orecchie. Ad essere ammessi sono solo i classici orecchini, purché siano discreti, il che significa via libera ai punti luce dorati o argentati a bottone e alle perle bianche in stile classico, purché non più grandi di 1 centimetro, ma non sono ammessi pendenti troppo vistosi. E poi niente tatuaggi, né diamantini applicati ai denti. Sempre in tema di gioielli, è ammessa una sola collana a girocollo, sottile, in oro o argento, ma non sono consentiti ciondoli appariscenti.

Il dress code per gli uomini: niente orecchini o barba lunga

Quanto agli uomini, per loro non sono previsti orecchini di sorta (neppure il diamantino). Come si legge sul Lookbook (a dispetto dell’italianità il nome è in inglese) la barba è ammessa solo se ben pettinata, sagomata, rasata quotidianamente e non più lunga di 5 centimetri. Si può scegliere il pizzetto, ma corto, non la cosiddetta «mosca sotto il labbro», quindi il ciuffetto isolato sul mento. I capelli, infine, devono essere puliti, corti in ordine e non devono coprire il viso e gli occhi, ma questo vale anche per le donne. Non deve essere visibile la ricrescita e per piloti e stewart non sono previsti tagli lunghi né codini.

Niente fumo né chewig gum

Nel nuovo galateo di Ita Airways sono previste norme che riguardano anche comportamenti da tenere in pubblico. Per esempio, è vietato «fumare in presenza dei passeggeri, ad eccezione delle zone fumatori; fumare camminando in pubblico» e neppure «stare a braccia conserte o tenere le mani in tasca in presenza dei passeggeri o in pubblico; consumare bevande e cibi in presenza dei passeggeri ad eccezione dei luoghi dedicati; masticare gomme».

Ma perché questo “giro di vite”?

Un ritorno al dress code che si era perso?

Le indicazioni sul dress code sono sempre esistite, anche in altri luoghi di lavoro, ma forse è parso che ultimamente fosse venuta meno l’esigenza di regole formali. Ma è ancora valido il concetto di rispetto di norme specifiche nei luoghi di lavoro? Oppure ormai è tempo di maggiore informalità? «La società è in continuo mutamento ed è indubbio che si sia diffusa, a livello globale, una maggiore informalità. Questo vale soprattutto in riferimento all’abbigliamento e in particolare nei luoghi di lavoro, nel mondo della scuola dove coinvolge docenti e studenti, ma anche a teatro e ai concerti di musica classica. Permangono regole più formali in determinati ambienti, in determinate occasioni o per determinati ruoli»,

Quanto al richiamo specifico all’italianità, «è condivisibile che l’immagine di una compagnia aerea, espressa e percepita soprattutto dallo stile, dall’eleganza, dalla disponibilità del personale di bordo e dalla ineccepibilità del loro atteggiamento nei confronti dei passeggeri, sia molto importante e possa orientare decisamente le preferenze dei viaggiatori. Può essere anche un valore aggiunto la scelta strategica di affidare alla indiscussa creatività di Brunello Cucinelli la nuova linea delle divise del personale di bordo rappresenta», prosegue la sociologa.

Una scelta controcorrente?

Di certo ad oggi la scelta di Ita Airway può apparire per certi versi controcorrente. Molte compagnie aeree, come l’americana United Airlines, ha stewart con il codino e i capelli sale e pepe, o hostess con la chioma bianca e sciolta, oppure con indosso semplici golfini e non il classico tailleur. D’altro canto nel Regno Unito aveva fatto discutere il regolamento della British Airways che imponeva, fin dal 2016, di indossare una divisa sempre perfettamente stirata, proibendo i tatuaggi su piedi, mani e polsi, ma anche orologi vistosi o smalto di un colore diverso dal rosso o di tonalità chiara. Un richiamo alle regole contro un eccessivo lassisimo? «Un innegabile lassismo sociale diffuso può dar luogo all’esigenza di colmare dei gap vistosi, con riguardo allo stile nell’abbigliamento, negli atteggiamenti e nei comportamenti, riscontrabili in diverse occasioni ed in diversi luoghi di aggregazione…voli compresi – ammette Coramusi – Lassismo generato, peraltro, in quest’ultimo caso, anche da un fattore positivo: la democratizzazione dei viaggi intercontinentali, fruiti nel passato da un decisamente esiguo numero di viaggiatori». Insomma, si viaggia di più, si viaggia ovunque e un richiamo a norme standard si rende necessario.

Come funziona all’estero

Già da tempo e anche all’estero, infatti, esistono regolamenti in tema di “galateo” e abbigliamento che devono essere osservati dal personale delle compagnie aeree. Per esempio, l’australiana Qantas proibisce i baffi troppi folti (vietati quelli cosiddetti «a manubrio» o «a ferro di cavallo»), come pure masticare chewing-gum, bere alcolici, fumare e usare degli zaini quando s’indossa l’uniforme. Ryanair, invece, richiede che il personale di bordo abbia un peso proporzionato all’altezza: quest’ultima deve essere compresa fra i 158 e i 188 cm. Hostess e stewart, inoltre, devono saper nuotare bene, come quelli di Easyjet (per almeno 1 minuto). American Airlines, invece, non può concedersi pettinature troppo elaborate o voluminose: non devono superare i 7,5 cm di volume, mentre riccioli o onde vanno “contenuti”.

Polemiche sull’abbigliamento anche “extra lavoro”

Ultimamente, però, in qualche caso si stanno facendo eccezioni, anche in altri settori come quello dei dipendenti delle forze dell’ordine, in particolare in tema di tatuaggi o di abbigliamento al di fuori dell’orario di lavoro. Aveva fatto discutere, infatti, il caso di un agente della Polizia Postale di Venezia, transgender, riconosciuto dai colleghi mentre, andando a passeggio di sera, indossava minigonna, canotta e tacchi alti. Per questo nel 2007 era stati licenziato. «Viviamo in un villaggio globale e siamo costantemente interconnessi, per cui una sorta di richiamo a norme considerate più consone, con riguardo all’abbigliamento in determinate occasioni, cene di gala o con riguardo all’esposizione del proprio corpo, tatuaggi importanti, nei luoghi di lavoro per Corpi dello Stato (Poliziotti, Militari, Pubblici Ufficiali, etc.) può considerarsi accettabile e condivisibile, in considerazione del ruolo svolto – spiega la sociologa – A mio avviso, però, il privato è intoccabile e incensurabile…a meno che non si tratti di novelli Dr. Jekyll /Mr. Hyde, ovviamente!».