L’endometriosi colpisce in Italia tre milioni di donne. Non è ancora ben chiaro perché alcune ne soffrano e altre no. È noto però come agisce all’interno del nostro corpo. In pratica, alcune cellule della mucosa della cavità uterina, per ragioni non chiare, riescono a impiantarsi in zone dove non dovrebbero stare, come le ovaie e le tube o gli organi vicini. E sotto lo stimolo degli ormoni femminili, durante la mestruazione causano una piccola emorragia interna con un’infiammazione nella zona. Da qui, il sintomo più noto: i dolori che talvolta rendono impossibile la vita quotidiana.

Come funzionano le cure attuali

Al momento non esistono terapie che garantiscano la guarigione. Ci sono però cure che tengono sotto controllo l’endometriosi perché mettono temporaneamente in stand by l’apparato riproduttivo. I principi attivi più utilizzati sono l’associazione di estrogeni e progestinico, cioè la pillola contraccettiva, oppure il progestinico da solo. Attenzione però. La cura va gestita da esperti, perché va personalizzata sulla base della malattia, dell’eventuale presenza di cisti ovariche e di altri disturbi. «Molte hanno il timore di doversi sottoporre a un intervento chirurgico», racconta la dottoressa Viganò. «Ma in Italia per fortuna, rispetto a quanto accade in altri Stati come negli USA, l’intervento non è un passo obbligato. Anche qui, come per la cura farmacologica, deve essere una strategia da valutare in modo personalizzato, anche per preservare il più possibile la funzionalità ovarica e quindi la fertilità». Un esempio? La presenza di cisti ovariche. Oggi se non causano dolore si possono tenere sotto controllo, valutandone la progressione. Sì invece all’intervento se l’endometriosi causa dolori invalidanti che non si riescono a migliorare con le cure farmacologiche.

Il nuovo filone della ricerca

La ricerca intanto prosegue. «Il filone più promettente è quello relativo alla genetica» sottolinea Paola Viganò, responsabile del laboratorio di biologia del Centro scienze della natalità dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. «Si stanno individuando le varianti geniche che hanno un ruolo nella malattia. Questo ci servirà a mettere a punto una mappatura, un po’ com’è già accaduto in altri ambiti, come nel caso del tumore del seno». Certo, il lavoro è ancora lungo e ci vorranno anni, ma il cambio sarà epocale. In base a questa mappatura, infatti, sarà possibile individuare le ragazze predisposte alla malattia. E pianificare una serie di strategie ad hoc con l’obiettivo di evitare che si sviluppi l’endometriosi, o comunque di tenerla il più possibile sotto controllo.

A chi rivolgersi

I disturbi iniziano a dare segno di sé spesso già durante l’adolescenza, ma molte volte vengono sottovalutati dai medici stessi, che risolvono la presenza dei forti dolori con la prescrizione di un analgesico. In caso di dolori intensi, invece, specialmente nei giorni precedenti e nel corso del flusso mestruale, e durante i rapporti sessuali, non bisogna perdere tempo, ma rivolgersi a un Centro ad hoc.

Attenzione però alla scelta dell’ambulatorio. È meglio rivolgersi a un Centro specializzato. Qui infatti è presente un team multidisciplinare che si occupa solo di endometriosi, e che affianca la donna in ogni fase, dalla diagnosi alla cura, all’assistenza durante la gravidanza. Al contrario di quanto si pensa ancora, infatti, solo il 10 per cento delle donne che si rivolgono alla Procreazione medico-assistita soffre di endometriosi. Le altre concepiscono spontaneamente, a volte dopo l’intervento chirurgico che ripristina la fisiologia dell’apparato riproduttivo.

Per chi non sa a chi rivolgersi ci sono le associazioni a dare una mano, come Aendo e Ape Onlus. «La diagnosi viene fatta ancora troppo tardi purtroppo, e questo l’ho vissuto anche io in prima persona», sottolinea Annalisa Frassineti, presidente di Ape Onlus. «È importante quindi promuovere il confronto tra i diversi professionisti coinvolti al fine di individuare precocemente la patologia, gestirla e prevenire le possibili complicanze di una malattia cronica. Per questo insieme a Opi, l’ordine delle professioni infermieristiche, abbiamo organizzato un corso ad hoc sull’endometriosi». Il corso si tiene sabato 22 settembre dalle 9 alle 13, presso la sede dell’Opi in Viale Bolognesi 19 a Forlì, con iscrizione obbligatoria.