«Qui l’eroina sta ritornando alla grande»: lo spacciatore che serviva John Travolta in una delle scene più iconiche di Pulp Fiction parlava della Los Angeles del 1991, ma il guaio è che se pronunciate nell’Italia di oggi quelle stesse parole non sembrerebbero così fuori luogo. Sono i numeri a dirlo: l’ultima relazione annuale della Direzione centrale antidroga parla di produzione e traffico in costante aumento dal 2013. In crescita anche i sequestri, 51 chili nel 2016, e le percentuali di stupefacente individuate nelle acque reflue delle grandi città, che sono l’indicatore più attendibile di un maggiore consumo. La sostanza più temuta vive una seconda, terribile giovinezza: e si deve probabilmente alla crescita della domanda il fatto che nelle città italiane abbiano cominciato a circolare anche cloni, più chimici ma altrettanto letali.
L’allarme Ocfentanil
Come il famigerato Ocfentanil, un potente antidolorifico da anni in circolazione negli Usa al quale ieri, per la prima volta in Italia, è stato attribuito un decesso datato aprile 2017. Gli oltre 14 mesi trascorsi da quell’overdose – vittima un uomo di 39 anni ritrovato morto nel suo appartamento di Milano – pare siano dovuti alla scarsa comunicazione fra gli enti accertatori e chi doveva dare l’allarme, ma anche al fatto che l’armamentario ritrovato nell’appartamento – “una siringa, un accendino e una busta di plastica contenete diverse centinaia di milligrammi di polvere di colore marrone”, si legge nel rapporto – facevano pensare all’eroina. Probabilmente, aggiungono gli inquirenti, era stata anche acquistata come tale dall’inconsapevole consumatore. Analisi più approfondite hanno invece permesso di identificare la molecola dell’Ocfentanil: si tratta di un farmaco a base oppiacea, poco costoso perché sviluppato in laboratorio partendo da cellule successivamente potenziate. In America è largamente diffuso perché alcune case farmaceutiche ne propongono una versione rimborsabile dal servizio sanitario e dalle assicurazioni di base. Chi deve curare i postumi di un trauma, di una ferita o di un intervento chirurgico e non ha i soldi per permettersi lunghe degenze ricorre a questo principio attivo, che però da anni è nel mirino per l’elevata dipendenza che crea e perché, in molti casi, fa da apripista a quella da eroina.
Qualche giornale l’ha già ribattezzato “eroina sintetica” ma in realtà la sua composizione è più simile a quella della morfina, solo molto più potente. In comune con ciò che si trova abitualmente nella siringa ha però il fatto di essere spesso letale, e di prestarsi bene al taglio con altre sostenze come mannite, paracetamolo, caffeina e pillole contro il calo dell’attenzione. Creando un mix letale di “alti e bassi” capace di stravolgere il battito cardiaco e condurre più in fretta al collasso. Non a caso ieri l’Istituto superiore di sanità ha diramato un’allerta di «grado 3» (il massimo) che segna un incremento di paura e disorientamento fra gli addetti ai lavori rispetto alla “semplice” epidemia di eroina della quale si distinguevano già da tempo i contorni.
Come si consuma oggi l’eroina
Gli ultimi casi di cronaca, con una media di sei overdosi mortali l’anno, avevano riportato già da un po’ l’attenzione su un fenomeno che superati i picchi degli anni Settanta e Ottanta sembrava essersi circoscritto. Merito, per così dire, delle nuove modalità di consumo: «Oggi l‘eroina non si inietta quasi più in vena, ma si inala oppure si fuma dopo aver sciolto la polvere» spiega Luigi Cervo, responsabile del laboratorio di psicofarmacologia sperimentale dell’Istituto Mario Negri di Milano.
«Fare a meno del buco induce molti a pensare di correre minori rischi. Purtroppo non è così: indipendentemente dal tipo di assunzione, l’eroina raggiunge rapidamente il cervello e come tutti gli oppiacei altera subito moltissime funzioni del nostro corpo» continua l’esperto.
Quanto costa oggi l’eroina
L’altro fattore che sta favorendo il ritorno della “brown sugar”, come ormai la chiamano molti spacciatori e clienti per nobilitarla un po’, è la crisi economica. L’eroina costa poco (dai 15 ai 40 euro a dose contro gli 80/100 di un grammo di coca), è analgesica e defatigante e i suoi effetti contribuiscono a scacciare i cattivi pensieri, anche se non per molto. «All’inizio si prova un senso di benessere corporeo, con un distacco dagli stress fisici e psichici» elenca Cervo. «Poi segue una lunga fase di relax e apatia, con il battito cardiaco che decelera in maniera pericolosa». Dopo qualche ora gli effetti svaniscono e i neurotrasmettitori iniziano a chiedere al corpo una nuova dose.
Gli effetti collaterali dell’eroina
Anche se l’eroina è tagliata meglio rispetto a 30 anni fa, ne bastano un paio per cadere nella dipendenza, e gli effetti di lungo periodo sono ugualmente devastanti: «Oltre ai rischi di overdose e infezione ci sono i danni a polmoni, fegato e reni, l’intasamento irreversibile delle narici, la diminuzione delle endorfine con conseguente depressione psichica e abbassamento della soglia del dolore». Insomma si muore meno, per quanto i decessi da brown rappresentino ancora il 52% di quelli da droga, ma i consumatori diventano sempre più simili a zombie. Non è un’iperbole, ma la definizione che ne hanno dato la scorsa estate i poliziotti costretti a sgomberare la piazza di spaccio di via Orwell, nei pressi della stazione milanese di Rogoredo. Dietro una cancellata eretta dai pusher italiani e maghrebini che controllano la zona, c’erano 40 persone intente a bucarsi o a sniffare: una decina di loro erano minorenni.
A che età si inizia a consumare l’eroina
È proprio questa la novità annotata con più preoccupazione da forze dell’ordine e responsabili dei servizi per le tossicodipendenze. Secondo un rapporto dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, ormai il primo contatto con l’eroina avviene durante quasi in simultanea con le droghe leggere, mentre un tempo era solo la fase finale di un lungo periodo di abusi.
Addirittura nella fascia compresa fra i 15 e i 16 anni la polvere scura è la sostanza più assunta dopo la cannabis e prima della coca. «Disagio, curiosità, ricerca di sensazioni forti o piacere, desiderio di essere accettati dal gruppo, sono le motivazioni più comuni con cui i teenager si avvicinano a questa e alle altre sostanze» conclude Cervo. Individuarne i sintomi, del resto, è difficile perché un certo atteggiamento indolente e annoiato sembra ormai normale agli occhi di professori e genitori. Il rischio più grande, in ogni caso, resta quello legato al cosiddetto “policonsumo”, che ormai coinvolge un giovanissimo su 3. Se l’eroina esordisce di solito come una sorta di calmante di fine serata, nel tempo la sua interazione con le altre sostanze, in particolare con le nuove droghe sintetiche che stanno invadendo il mercato, si fa più stretta e pericolosa.