Le siringhe ricompaiono nei parchi, i tossicodipendenti fanno la colletta nelle stazioni come negli anni ’70, il salvavita Narcan torna a far parte dell’equipaggiamento standard delle ambulanze. E l’Italia ricomincia a contare le vittime dell’eroina. Sono 264 i decessi per overdose nel 2017, quando – dopo quasi 20 anni di picchiata – il numero dei morti è tornato a salire: 294 nel 2018; 126 nel primo semestre del 2019.

Sono numeri verificati dal Dipartimento per le politiche antidroga di Palazzo Chigi e dal portale specializzato GeOverdose curato dalla Società italiana tossicodipendenze. Tradotti in modo brutale, significano un cadavere ogni 36 ore, anche meno. Il passato che almeno un paio di generazioni speravano non tornasse più è diventato un presente con cui fare i conti.

L’effetto del principio attivo è moltiplicato

«Se escludiamo l’alcol, l’eroina è la dipendenza più grave e letale che dobbiamo affrontare in questo momento. E purtroppo non siamo del tutto preparati a farlo» ammette Riccardo Gatti, direttore dell’area dipendenze delle Asl di Milano, uno dei massimi esperti italiani del settore. Tutti gli addetti ai lavori, dai Sert alle forze dell’ordine, confermano questo scenario.

La “brown sugar”, come la chiamano gli spacciatori per nobilitarla un po’, costa poco: dai 15 ai 40 euro al grammo, ma ormai si vendono anche microdosi da 3 o 5 euro. Il suo effetto analgesico e defatigante, più blando rispetto al passato, e il fatto che si presti a essere sniffata oltre che iniettata, ne hanno aumentato la diffusione tra i giovanissimi e gli “insospettabili“: impiegati, studenti, professionisti. Ma fino a un paio d’anni fa questi elementi ne limitavano anche la mortalità.

«Prima diventavano degli zombie, ma non morivano quasi mai» sintetizzava brutalmente qualche mese fa uno dei volontari impegnati davanti alla stazione ferroviaria di Rogoredo, a Milano, la più importante piazza di spaccio del Nord Italia. Cosa è cambiato? «Non esistono ancora indicatori precisi, anche perché spesso le autopsie si limitano a certificare il decesso da overdose senza analizzare nel dettaglio la sostanza responsabile» osserva Gatti. «Ma diversi segnali mi fanno pensare che la colpa sia da attribuire alle sostanze chimiche con cui l’eroina viene tagliata sempre più spesso e in percentuale sempre più alta».

Come il metorfano, una molecola oppioide a bassissimo costo utilizzata in medicina per curare i tumori di gola e polmoni. I trafficanti lo chiamano “cannella” per il suo colore dorato: la sua aggiunta moltiplica fino a 8 volte il principio attivo contenuto in ogni singola dose, e il risultato è la famigerata “eroina gialla” che nell’ultimo anno ha provocato almeno 21 overdose fatali nel Nordest. «Le sostanze da taglio, da quelle prodotte in laboratorio alle più classiche come caffeina, paracetamolo e tranquillanti, danno luogo ogni volta a mix diversi» continua Gatti. «Tanto che spesso nemmeno i pusher sanno di preciso cosa stiano vendendo».

Il tossicodipendente non sa cosa assume

Sul banco degli imputati c’è anche l’ocfentanile (Fentanyl), un potente antidolorifico da anni in circolazione negli Stati Uniti, al quale nell’ultimo anno sono stati attribuiti almeno 2 decessi diretti. Costa poco perché viene sintetizzato artificialmente potenziando cellule naturali e molte case farmaceutiche ne propongono una versione rimborsabile. Chi deve curare i postumi di un trauma o di un intervento chirurgico e non ha i soldi per permettersi lunghe degenze ricorre a questo principio attivo, che però da anni è nel mirino per l’elevata dipendenza che crea e perché, in molti casi, fa da apripista a quella da eroina.

«A volte i 2 prodotti viaggiano in parallelo, altre volte la droga viene tagliata ricorrendo a dosi di ocfentanile che possono raggiungere il 30%. Anche il consumatore finale è inconsapevole. E se non è un tossicodipendente abituale, la sostanza potenziata crea un mix di “alti e bassi” che stravolge il battito cardiaco e conduce più in fretta al collasso» spiegano dal comando generale dei Carabinieri. Ecco perché negli ultimi 2 anni l’eroina ha fatto strage soprattutto tra gli adolescenti o tra chi, in generale, approcciava per la prima volta una droga pesante.

Ed ecco perché l’attenzione sui traffici di questo tipo è massima: solo negli ultimi 6 mesi è stato sequestrato in Italia quasi 1 chilo di ocfentanile. Fiale e kit di produzione si trovano in vendita anche nel deep web, e diverse segnalazioni parlano di nuovi laboratori sorti lungo la rotta classica dell’eroina Iran-Afghanistan-Montenegro. «L’indizio, forse, che il mercato non ha ancora raggiunto il suo picco» conclude Gatti.