Gli studenti di quinta superiore rumoreggiavano da qualche settimana: tesina sì o no? Terza prova? Test Invalsi?
I requisiti
Per essere ammessi all’esame bisognerà aver ottenuto la sufficienza (6/10) in tutte le materie, condotta compresa. Chi avrà un voto inferiore al sei in una disciplina potrà essere ammesso se il consiglio di classe darà la sua approvazione con un’adeguata motivazione.
L’Alternanza Scuola Lavoro rimane attività obbligatoria come stabilito dal decreto Milleproroghe (per ora anche quanto a numero di ore da svolgere: 200 nei licei, 400 nei tecnici e nei professionali), ma oltre a non essere oggetto d’esame come si era pensato, non sarà neanche requisito vincolante per sostenerlo.
Il test Invalsi (con quesiti di Italiano, Matematica e Inglese) esordirà invece in quinta, si sosterrà però nel corso dell’anno e non sarà obbligatorio superarlo.
Le prove
Gli scritti saranno due: quello di Italiano, seguito dalla seconda prova, tradizionalmente diversificata a seconda degli indirizzi. Addio invece, e senza troppi rimpianti, all’odiatissima terza prova o ‘quizzone’.
Grandi novità per lo scritto di Italiano, con una formula ripensata da un gruppo di consulenti guidato dal linguista Luca Serianni.
Le tipologie proposte saranno tre e non più quattro. Rimarrà l’analisi del testo letterario con due opzioni relative ad autori compresi tra l’Unità d’Italia e i giorni nostri; non ci saranno più invece né il saggio breve né l’articolo di giornale con il loro corredo di documenti da leggere al momento (richiedevano competenze troppo specifiche come la scrittura giornalistica) e al loro posto si chiederà ai candidati o la composizione di un testo argomentativo (la nuova tipologia B: tre tracce a scelta con un testo da analizzare e commentare) o la composizione di un testo argomentativo su fatti e problemi di attualità (tipologia C).
Insomma, torna il tema di antica memoria: meno tecnicismi, più libertà compositiva che – come ben sanno i ragazzi – a volte permette di far scorrere le penne, ma può anche comportare il rischio di perdere il focus.
Questa rivoluzione impone naturalmente una trasformazione della didattica dell’italiano nei pochi mesi che ci separano da giugno: per questo pare che il Ministero si impegnerà a fornire suggerimenti e consulenza per l’aggiustamento delle attività laboratoriali di scrittura.
La seconda prova verterà su una o più materie di indirizzo (anche questa una novità): a titolo di esempio, al liceo scientifico la matematica potrà essere affiancata alla fisica. È una direzione multidisciplinare che alcuni docenti guardano con sospetto e che moltissimi studenti temono.
Nessuna indicazione invece per l’orale: non dovrebbe quindi cambiare la conduzione del colloquio.
Da quest’anno le griglie di valutazione saranno nazionali e non più scelte dalle singole commissioni: si tratta probabilmente di un tentativo di evitare disparità di votazioni finali all’interno di una scuola, ma soprattutto tra regione e regione (i risultati eccellenti del Sud Italia rispetto a quelli del Nord sono stati negli ultimi anni un problema: voti altissimi da Roma in giù con percentuali da record di 100 e 100 e lode in alcune regioni come la Campania e la Puglia, mentre gli studenti settentrionali eccellenti si attestavano allo 0.9 %).
Le commissioni, i crediti, i voti
Invariata la composizione delle commissioni: come negli anni scorsi ci saranno tre docenti interni e tre esterni con un presidente esterno. Invariato anche il voto finale in centesimi.
I crediti invece tenderanno a valorizzare più che in passato il profitto del triennio finale: se fino all’anno scorso ci si poteva presentare all’esame con un massimo di 25 punti di credito e si poteva ottenere il 100 con 15 punti in ciascuna delle tre prove scritte e 30 all’orale (25 punti per la carriera scolastica + 75 per l’andamento dell’esame), da giugno il massimo del credito passerà a 40 e il punteggio top per i due scritti e il colloquio sarà di 20 punti (40 + 60). Pronte le tabelle di conversione di tutti questi numeri.
Come cominciare a prepararsi?
I programmi, almeno in apparenza, non subiscono scossoni. Tuttavia da viale Trastevere appare la consapevolezza che il tempo per affrontare un esame a cui è stato ancora una volta cambiato l’abito è poco: per questo il ministro Bussetti fa sapere che intende accompagnare gli studenti, gli insegnanti e le famiglie all’appuntamento con la maturità offrendo momenti di formazione attraverso i canali istituzionali, il sito e anche i social: arriveranno spiegazioni ulteriori, dei video esplicativi, dei suggerimenti da parte di esperti.
Inoltre quest’anno le materie della seconda prova saranno comunicate a febbraio e l’ordinanza relativa all’esame sarà pubblicata prima di quanto accadeva negli anni passati.
I maturandi sono attesi ai blocchi di partenza il 19 giugno 2019.