Facebook cambia nome. Si chiamerà Meta, nome che deriva dal greco e che significa dopo, al di là. Mark Zuckerberg in questo modo vuole superare gli scandali e presentare l’obiettivo del futuro: il metaverso, la futura evoluzione di Internet, un modo virtuale e multimediale a cui si accede attraverso avatar.
Meta, il nuovo nome dell’azienda Facebook
Il nuovo nome dell’azienda guidata da Zuckerberg sarà Meta. «Il nostro obiettivo resta lo stesso: tenere in contatto le persone. Anche i nostri marchi e le nostre app non cambiano. E siamo sempre quell’azienda che disegna la tecnologia intorno alle persone» ha detto.
Il nome del social Facebook resterà come quello di una delle app di un’azienda ancora più grande: è già stato annunciato che solo nell’Unione Europea verranno creati 10mila posti di lavoro altamente qualificati nei prossimi cinque anni per la creazione del metaverso, il prossimo obiettivo dell’azienda di Zuckerberg a cui fa riferimento il nuovo nome.
Quanto va male Facebook
Ormai si parla del social Facebook come di un morto che cammina, una piattaforma che nel giro di 5 anni sarà completamente disertata dai giovani e popolata solo da immagini di gattini e manifesti complottisti. Al momento ha ancora due miliardi circa di utenti attivi ma ci si aspetta che la rete di Facebook si smagli da un giorno all’altro.
Gli andamenti non buoni in borsa certificano che la fase è discendente. Le cause sono diverse e collegate tra loro, visto che la perdita di utenti va insieme al crollo della reputazione. All’inizio di ottobre un blackout che ha reso inutilizzabili non solo Facebook ma anche WhatsApp e Instagram per ben 7 ore si è sovrapposto all’uscita allo scoperto dell’ex product manager Frances Haugen, l’informatore del Wall Street Journal per l’inchiesta Facebook Files, che aveva denunciato la negligenza di Facebook nell’eliminare la violenza e i contenuti dannosi dalle sue piattaforme, di cui era perfettamente a conoscenza. Presentandosi alla trasmissione “60 Minutes” della Cbs News, Frances Haugen ha detto apertamente che «Facebook nella sua attuale forma è pericolosa, pone una minaccia alla democrazia». Di conseguenza Mark Zuckenberg si è di nuovo ritrovato sul banco degli imputati, non solo per Facebook ma anche per Instagram, accusato di danneggiare la salute mentale delle adolescenti distorcendo la percezione del loro aspetto fisico. Nonostante la tempesta perfetta si addensi sulla sua testa, non è certo pronto a mettersi in pensione a 37 anni.
Il futuro di Facebook
Gli enormi profitti generati da Facebook, WhatsApp e Instagram servono anche e soprattutto a sviluppare progetti futuristici destinati a soppiantare i social come li conosciamo ora. Il momento di parlarne è arrivato. Già a luglio Zuckerberg aveva dichiarato a “The Verge” che nei prossimi anni Facebook sarebbe passata da società di social media a società del metaverso. Cos’è il “metaverso”? Bella domanda.
Con cinica arguzia la ricercatrice Joan Donovan ha spiegato al “Washington Post” che il metaverso è quella cosa che consente alle aziende di evitare il bagaglio negativo associato a Internet in generale, e ai social media in particolare. «Finché puoi far sembrare la tecnologia fresca, nuova e interessante, puoi evitare la regolamentazione. E puoi difenderti per diversi anni prima che il governo possa recuperare» ha detto. Che il metaverso possa diventare un posto più incredibilmente interessante e potenzialmente pericoloso dei social non c’è dubbio.
Cos’è il metaverso
La parola metaverso nasce da un racconto di fantascienza, il genere letterario venerato da chi lavora nella Silicon Valley. Il libro è “Snow Crash” di Neal Stephenson, dove si racconta di un mondo online in cui gli utenti, per mezzo dei loro avatar, vivono esperienze interattive multimediali. Se hai visto il film “Ready Player One” di Steven Spielberg capisci subito di cosa si tratta. Fuori dalla fiction, può dare un’idea di metaverso la piattaforma di Second Life, nata una ventina di anni fa. Più di recente, c’è stato il concerto digitale dal rapper statunitense Travis Scott nel videogioco Fortnite, seguito da 12 milioni di persone attraverso avatar. Ecco, il metaverso sarebbe un po’ questa cosa qui. Mark Zuckerberg ha raccontato che il metaverso sarà un Internet incarnato, un universo 3D interconnesso al mondo reale, dove le persone si incontreranno attraverso nuovi dispositivi tecnologici. Per esempio, i suoi visori per la realtà virtuale Oculus.
A progetti di realtà virtuale Facebook sta lavorando da anni. Per farti un’idea, su YouTube puoi vedere il progetto Horizon Worlds, una piattaforma per la creazione di giochi e mondi del tipo Roblox e Minecraft
Guarda anche il progetto Horizon Workrooms, il sistema che attraverso il visore Oculus permette di lavorare in un luogo di lavoro virtuale con gli avatar dei colleghi.
I nuovi Ray-Ban Stories, gli occhiali smart lanciati quest’estate, che hanno due videocamere inserite all’interno della montatura per scattare foto e fare video da condividere via Bluetooth sui social, sono un passo verso un diverso modo di accedere al digitale con nuovi device.
Chi costruisce il metaverso
Il potenziale del metaverso è enorme e ovviamente non solo Facebook ci sta lavorando. Zuckerberg ha detto che non sarà di proprietà di qualcuno ma verrò costruito insieme. Sarà poi da vedere se entreremo in un solo metaverso o in diversi e per ognuno dovremo cambiare avatar, un po’ come oggi dobbiamo avere un cavo diverso per ogni aggeggio elettronico che possediamo. Ma si può immaginare la scala immensamente grande dei problemi che già questo comporterebbe in questioni tipo protezione dei dati biometrici e identità digitale.
In prima linea per costruire il metaverso ci sono gli sviluppatori di videogiochi Roblox (un sistema di creazione di giochi online) e di Epic Games (quelli di Fortnite). Il colosso dei chip per schede grafiche per simulatori di volo e guida Nvidia e Microsoft. Ma pure le piattaforme di telefonia mobile, anche per questo interessate al rapido sviluppo di reti 5G e successive.