Solo lo 0,6 % dell’offerta di farmaci online è legale. Secondo stime ritenute attendibili, la percentuale di medicinali contraffatti sul mercato globale si attesta intorno al 7 %, con punte significative del 50 % in alcuni paesi asiatici e africani. Un business criminale enorme, con pesanti rischi per la salute ed effetti devastanti. Anche in Italia aumenta il numero di persone che acquistano farmaci online, da canali non autorizzati, e si espongono alle conseguenze.
In rete si comprano miracolosi preparati per dimagrire, pillole colorate per rendere di più a letto, anabolizzanti e steroidi per pompare i muscoli, persino prodotti oncologici e anticoncezionali. Ma il denominatore comune è l’assenza di garanzie sulla qualità. Spesso quelli che vengono offerti in rete sono prodotti contraffatti oppure non testati né tracciabili, potenzialmente pericolosi. A ricordarlo sono gli esperti dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, rendendo noti i risultati di una ricerca mirata e lanciando una campagna informativa, nell’ambito del progetto europeo Fakeshare.
I canali legali online
«Nel nostro Paese» ricorda Domenico Di Giorgio, responsabile dell’Ufficio qualità dei prodotti e contraffazione dell’Aifa, «solo le farmacie autorizzate possono vendere medicinali on line, ma a condizione che siano del tipo da banco e per l’automedicazione. Le rivendite regolari sul web hanno un bollino di qualità». Il resto, il 99 % di quello che si trova in rete, è fuorilegge. Invece, parole del direttore generale dell’Agenzia, Luca Pani, «è ancora largamente insufficiente la percezione dei rischi legati all’acquisto online di medicinali da fonti non sicure. Lo dimostrano casi recenti, come la fine tragica di un giovane culturista di Foggia: secondo le prime ricostruzioni, il decesso sarebbe dovuto all’assunzione di una sostanza anabolizzante non legale».
Chi compra farmaci in rete
Secondo la ricerca realizzata da Aifa e Università Sapienza, effettuata su un campione di 1.000 persone, un italiano su 4 compera medicinali online, sistematicamente, sporadicamente o una tantum. «I consumatori che si dichiarano favorevoli all’acquisto di farmaci online sono molti di più, oltre il 40%» dice Di Giorgio. «Per questo occorre cercare di modificare questa percezione distorta e cambiare i comportamenti di chi acquista su internet senza avere consapevolezza dei rischi».
Che cosa acquistano gli italiani
Nella classifica dei farmaci più gettonati online dominano i prodotti per dimagrire (27,57 %) e contro l’influenza. Le pillole contro la disfunzione erettile si fermano all’11,3 %, anche se secondo i ricercatori si tratta di dato ragionevolmente sottostimato, per via dell’imbarazzo sociale che spesso accompagna chi ha problemi sessuali. In rete, purtroppo, «iniziano a farsi strada anche farmaci innovativi, come gli antitumorali o contro l’epatite C». E c’è chi ordina in rete anticoncezionali (7,72 % del campione) e antidepressivi (5,51).
Rischi concreti e pericoli
«La potenziale pericolosità di un farmaco contraffatto» spiega Domenico Di Giorgio «può riguardare tutti i suoi componenti: il principio attivo, gli eccipienti e il confezionamento». Per esempio, un farmaco che non contiene il principio attivo previsto, o lo ha in quantità inferiore, ha una mancata o ridotta efficacia terapeutica. Per non parlare di quando i principi attivi sono diversi da quelli dichiarati e quindi fallisce la terapia o possono esserci effetti tossici. Quanto alla pericolosità legata alla conservazione, succede che i “cloni” vengano conservati e trasportati senza rispettare le indicazioni riportate sull’etichetta delloriginale. Le conseguenze negative dipendono dal tipo di medicinale e sono tanto maggiori quanto più il prodotto è sensibile alle condizioni ambientali, cioè a luce, temperatura e umidità.
Che fare?
«Occorre una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono. E si dovrebbero comprare farmaci solo sui pochi siti autorizzati, non nei negozi trovati navigando nel web, raccomandati da amici con il passa parola o pubblicizzati in televendite o promozioni tv» raccomanda Di Giorgio.