Coda in autostrada, nubi dove ci saremmo aspettati il sole, musica disturbata in macchina. Gli argomenti avrebbero potuto essere deprimenti quanto il bollettino del traffico del 2 giugno, invece eccoci qui: è da mezz’ora che ci animiamo cercando di decidere se siano più fedeli e sotto sotto anche più felici le coppie con o senza figli. Se siano più solide, uniche, autentiche le unioni dove per scelta, caso o causalità non ci siano bambini da crescere o se la famiglia amplifica il concetto di fedeltà-felicità coniugale.

Per scansare le generalizzazioni ci addentriamo in un terreno pericoloso: partiamo da storie di amici e conoscenti, scomodiamo flirt eccellenti, ma alla fine approdiamo là dove sarebbe sempre meglio tenersi sul vago: e noi come la pensiamo? Già, esserci incontrati a 40 anni fa di noi una coppia eternamente a rischio. Ovvero, c’è sempre un fantasma pronto a sbucare dal passato, una condotta riprovevole, un ex o una ex verso i quali provare – a seconda del livello di tortura inflitta o subita – empatia, gelosia, invidia o quella finta superiorità che ti fa credere che tanto con te sarà tutto diverso.

Sono stata sposata per molti anni, sono stata coppia senza figli prima di diventare madre di un bambino che secondo i medici non sarebbe potuto arrivare: questo non fa di me una guru in materia, ma mi permette di pendere dalla parte delle unioni senza bambini anche se a settembre avrò la gioia di un secondogenito. I bimbi fanno la felicità di una coppia? Nì. Forse è vero che completano, ma non garantiscono più solidità, tantomeno preservano dalle tentazioni di una fuga extraconiugale. Anzi.

Ogni mattina mi sveglio nell’abbraccio del mio nuovo compagno e penso a quanto sia bello avere la libertà di scegliersi ogni giorno, a ogni risveglio, senza avere ancora il peso di un vincolo e di una responsabilità genitoriale. Vorrei che quel gesto nel buio avesse il sapore di una promessa rinnovata tra me e lui e che sopravvivesse alle notti insonni, alle richieste di attenzioni del nostro bambino, ai desideri e alle frustrazioni che prenderanno mille direzioni al posto di dissolversi lì, ogni mattina, in quel momento sincero. Vorrei, sapendo bene che non sarà per sempre così.

Il traffico si sblocca, superiamo una galleria e dietro alle nuvole c’è il mare che ci attende. Ma sì che ci pensiamo tra tre mesi, M, dai.