Se il Covid ci ha allontanati, il vaccino ci divide. Si sta creando una pericolosa spaccatura tra i favorevoli e i contrari, anche nelle famiglie e nelle coppie. Quella che oggi è una scelta di libertà e responsabilità (perché vaccinarsi non è obbligatorio), per molti diventa un’imposizione ideologica, a cui in coppia si riesce a sfuggire (litigando e in certi casi lasciandosi), ma che in famiglia invece si trasforma in una battaglia per i diritti. Anzi, in uno scontro generazionale. È quello che si sta verificando tra genitori e figli quando i ragazzi vogliono vaccinarsi e i genitori sono contrari, o viceversa. Lo rileva l’Ami (Associazione avvocati matrimonialisti italiani) che sta raccogliendo le prime segnalazioni.

Genitori che litigano tra loro

L’apertura alla vaccinazione degli adolescenti è recentissima, ma già si colgono i segni di una tendenza in crescita e che esaspera le tensioni nelle famiglie, messe già duramente alla prova con il lockdown. Per avere un quadro della situazione, ci rivolgiamo al presidente nazionale dell’Ami, l’avvocato Gian Ettore Gassani. «Lo scontro tra coniugi sul tema vaccino esplode quando si tratta dei figli. Non abbiamo ancora notizia di cause vere e proprie ma sono invece numerosi i casi dei genitori che diffidano il partner: se i figli sono minorenni, infatti, serve il consenso di entrambi per poter procedere alla vaccinazione».

Figli che litigano con i genitori

Ma stanno emergendo i primi casi in cui i figli – minorenni – vogliono vaccinarsi contro il parere dei genitori, no vax. «Si tratta di un 16enne di Arezzo e un 17enne di Firenze che vogliono portare in tribunale mamma e papà. Nel caso di Firenze entrambi i genitori sono no vax; in quello di Arezzo uno è favorevole e l’altro contrario. Così i ragazzi si sono rivolti alla sezione Ami della Toscana, che ha una convenzione con il Ministero dell’Istruzione attraverso la scuola che frequentano».

Il genitore non può imporre la sua scelta

Finché la vaccinazione è una libera scelta e non è obbligatoria, ogni decisione è legittima, quindi anche quella di non vaccinarsi. Ma il punto è: chi può imporre qualcosa a chi? E soprattutto, può un genitore imporre ai figli una scelta come questa? «Sono scelte del tutto personali e i figli hanno il diritto di decidere in libertà. Bisogna rimodulare lo stile genitoriale e abbandonare il paternalismo che tanto contraddistingue noi italiani: su studio, vaccini, scelte politiche, religione ognuno dev’essere libero di scegliere. È giusto che, in caso di conflitto, intervengano i tribunali, anche se naturalmente ci si auspica che si arrivi prima a un accordo». D’altra parte, a 16 anni ci si può sposare, perché non si potrebbe decidere di vaccinarsi? «La legge prevede l’istituto dell’emancipazione per sposarsi, quindi è surreale che un giovane non possa fare scelte sulla sua salute» prosegue l’avvocato. «Il fatto è che abbiamo abolito la patria potestà e sostituita con la responsabilità genitoriale, che è una patria potestà camuffata perché oggi i genitori decidono tutto. Invece il minore va ascoltato, a casa (nel colloquio in famiglia che ormai non c’è più) e nei tribunali. Pensiamo alle cause di separazione giudiziale, per esempio, in cui si possono ascoltare i bambini anche di 8 anni, se hanno capacità di discernimento».

I minori devono sapere che è un loro diritto vaccinarsi

I ragazzi stanno affilando le armi in quella che sta diventando una battaglia per i diritti. D’altra parte, sono loro quelli che hanno sofferto di più le limitazioni connesse alla salvaguardia della salute della collettività, in questo anno e mezzo di pandemia. «I ragazzi, a differenza di noi adulti che abbiamo raggiunto maturità e stabilità di vita, hanno saltato un passaggio essenziale della loro crescita perché è stata loro negata la socialità e la condivisione, aspetti fondamentali e indispensabili per lo sviluppo psichico della loro personalità in formazione». L’avvocata Rosa Angela Martucci-Zecca, matrimonialista di grande esperienza, presidente Ami Puglia-Bari, ci aiuta a capire di più le motivazioni dei nostri figli. «Constato personalmente che per gli adolescenti la vaccinazione rappresenti non solo la possibilità di recupero della propria normalità ma anche un gesto di responsabilità sociale. Pertanto i minori devono sapere che è loro diritto decidere di vaccinarsi».

Come esercitare il proprio diritto

Raggiungere questo obiettivo non è difficile. «Ci si può rivolgere, da soli o accompagnati, all’Ufficio Interventi Civili del Tribunale per i Minorenni che, in un verbale di ascolto, raccoglie la propria volontà consentendo alla Procura minorile di chiedere l’apertura di un procedimento presso il Tribunale per i Minorenni. Questo, a sua volta, nominerà un curatore speciale che sosterrà l’istanza del minore». Si può anche chiedere aiuto ai servizi sociali del proprio comune, oppure contattare il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza o chiedere la consulenza di un avvocato.

Il giudice deve ascoltare il minore

Quando invece lo scontro sul vaccino non è tra genitori e figli, ma tra l’uno e l’altro genitore, quello favorevole alla vaccinazione può fare ricorso e portare l’altro in Tribunale. E questo sta già accadendo, come racconta l’avvocata Martucci-Zecca che spiega come il parere del minore trovi il giusto spazio: «Il giudice decide una volta sentito il ragazzo. L’ascolto dei minori trova fondamento nella Convenzione di New York del 1989 (Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia) e nella Convenzione di Strasburgo del 1996 (Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli). I bambini che abbiano compiuto 12 anni, ma anche di età inferiore che abbiano capacità di discernimento, devono essere ascoltati nelle procedure che li riguardano, perché il principio guida dev’essere sempre il “best interest of the child”». La decisione del giudice è lineare. «In questi casi – aggiunge l’avvocato Gassani – l’unico ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo del minore è che abbia allergie o problemi di salute tali da rendere sconsigliabile il vaccino. Altrimenti il giudice gli dà ragione. Le posizioni ideologiche non trovano ascolto».

Se i genitori si stanno separando

E se i genitori sono in fase di separazione? «In questi casi» secondo l’avvocata Martucci-Zecca « il giudice dovrebbe dichiarare la propria incompetenza funzionale a favore del giudice tutelare perché qui si tratta non di scelte educative, ma scelte che hanno un impatto diretto sulla salute del minore che – di fatto – è un incapace da proteggere» .

L’ipotesi dell’obbligatorietà del vaccino

Nel caso dei ragazzi, sarebbe forse più semplice se la vaccinazione diventasse obbligatoria, come sostiene l’avvocatessa. «Ipotizzo che, se la vaccinazione dei minori fosse ampiamente ostacolata da parte dei genitori, potrebbe divenire necessario renderla obbligatoria. Questo ricadrebbe nella disposizione dell’art. 32 della Costituzione che prevede che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”».