L’hanno già definita una rivoluzione del congedo parentale. È quella avviata in Finlandia dalla premier 34enne Sanna Marin, la socialdemocratica dallo scorso dicembre a capo di un governo di coalizione di cinque partiti, tutti guidati da donne. La nuova misura prevede infatti di portare a 14 mesi cumulativi, da dividere equamente per entrambi i genitori, l’assenza retribuita per occuparsi dei figli: un periodo di 7 mesi, equivalente a 164 giorni, per ogni membro della coppia. Le madri avranno inoltre un mese lavorativo supplementare di congedo, mentre i single avranno a disposizione tutti e 14 i mesi previsti.
L’obiettivo è quello di rendere il congedo flessibile all’interno delle nuove famiglie, ma anche quello di spingere i neopapà a passare più tempo con i propri figli e quindi dividere equamente il lavoro di cura con le proprie compagne. Quella della parità di genere è d’altronde una questione cui la premier Marin è particolarmente legata: nel suo discorso di apertura aveva infatti detto che «Molto resta da fare per la parità di genere, anche in un Paese avanzato come il nostro, e troppi padri si occupano tropo poco dei figli in tenera età».
Come ha spiegato alla Bbc la Ministra del Welfare e degli Affari sociali Aino-Kaisa Pekonen, che appartiene al partito di sinistra radicale Vasemmistoliitto, «Abbiamo deciso questa misura per favorire il benessere dei cittadini e la gender equality. Questo è l’inizio di una vasta riforma del sistema degli aiuti alle famiglie, per rafforzare la compattezza dei nuclei familiari».
Fino a questo momento, infatti, in Finlandia il congedo parentale era di 4,2 mesi: 2,2 mesi per i padri e 2 mesi supplementari per le madri. Secondo le statistiche ufficiali, solo un quarto dei padri finlandesi non divide equamente il lavoro di cura con le proprie compagne, mentre gli altri preferiscono non lasciare il lavoro e la loro carriera. Il Paese europeo che, per ora, ha il congedo parentale più generoso è la Svezia, che mette a disposizione 240 giorni lavorativi divisibili liberamente da parte della coppia.
Anche l’Unione Europea sta procedendo in questa direzione e con una direttiva del 2019 dà agli Stati membri tre anni per garantire a ciascun genitore un congedo di almeno quattro mesi. E l’Italia? Purtroppo, siamo anni luce indietro: alla madre spettano cinque mesi obbligatori, mentre il congedo di paternità è stato portato da cinque a sette giorni (più uno facoltativo) con l’ultima legge di bilancio. Ma entro il 2022 le cose dovranno necessariamente cambiare.