Preoccupano i dati sul fumo emersi dalla «Global Youth Tobacco Survey» secondo cui il 55% degli adolescenti italiani ha provato – almeno una volta – le sigarette elettroniche, spesso un trampolino verso il primo “tiro” delle sigarette tradizionali. Lo riporta un articolo del Corriere della Sera firmato da Cinzia Testa, che sottolinea i problemi cardiovascolari che il fumo può arrecare ai giovanissimi.
Fumo precoce e danni cardiovascolari
Secondo uno studio pubblicato di recente su JACC, la rivista dell’American college of cardiology, iniziare a fumare tra i 10 e i 17 anni aumenta significativamente (33-52%) il rischio di sviluppare danni cardiovascolari prima dei 30 anni. Silvano Gallus, ricercatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, spiega che i controlli ecocardiografici sui giovani fumatori mostrano un legame diretto tra il consumo precoce di tabacco e un rischio maggiore (dal 33 al 52%) di malattie cardiovascolari in età adulta. «C’è evidenza che questo danno in giovane età aumenti il rischio di mortalità per malattia cardiovascolare negli over 50», ha dichiarato il ricercatore al Corriere.
La prima sigaretta da giovanissimi
Le stime indicano che la prevalenza del fumo cresce rapidamente tra i giovanissimi: dello 0,3% a 10 anni, dell’1,6% a 13, del 13,6% a 15, del 24% a 17 e del 26,4% a 24 anni.
Il primato italiano e l’uso delle sigarette elettroniche
L’Italia si distingue negativamente per il numero di adolescenti fumatori, come rivelato dal «Global Youth Tobacco Survey». Silvano Gallus ha riportato l’infelice primato italiano dei baby fumatori ricordando inoltre che «il 55% dei nostri adolescenti ha riportato di avere almeno provato per una volta le sigarette elettroniche, che rappresentano l’anticamera della sigaretta vera e propria tra gli under 18». Questo dato sottolinea una tendenza preoccupante e la necessità di interventi mirati per fermare la diffusione di questo trend fra gli under 18.
Diffusione del fumo fra i giovani, piaga da arginare
Difficile identificare una sola causa del dilagare del fumo tra i giovani. Da fattori sociali e psicologici, come il desiderio di conformarsi al gruppo, all’imitazione di modelli negativi e l’assenza di consapevolezza sui rischi. A questo si aggiunge l’errata percezione che le sigarette elettroniche siano meno dannose, aprendo la strada al fumo tradizionale. Fra le strategie per contenere il fenomeno, Silvano Gallus indica l’aumento il prezzo delle sigarette che può ridurre significativamente il consumo: in Francia, per esempio, il costo dei pacchetti è quasi raddoppiato, portando a un calo dei fumatori.
Gallus propone anche progetti educativi rivolti ai bambini e agli adolescenti, per incoraggiare una maggiore indipendenza intellettuale e contrastare la pressione sociale. «Vanno studiati messaggi mirati, utilizzando i canali e il linguaggio dei giovani», aggiunge il ricercatore. Gallus conclude ricordando che i danni cardiovascolari non sono irreversibili: «Chi smette di fumare entro i 35 anni, ha lo stesso rischio di malattie e di morte di chi non ha mai fumato».