Ogni 4 minuti in Italia viene messa a segno una truffa o una frode informatica. Dietro a reati di questo tipo – 133.261 casi denunciati nel 2014, con un numero oscuro imponderabile – spesso c’è un furto di identità. Criminali singoli e organizzati si appropriano dei dati di un’ignara persona – anagrafici, fiscali e bancari – e li usano per chiedere e ottenere prestiti, accendere mutui, fare acquisti on line o nei negozi che consentono di pagare a rate, compiere operazioni bancarie. Vengono sottratti anche gli account di posta elettronica e di Facebook, sempre per fare raggiri e altri reati. I debiti e i protesti, poi, ricadono sui derubati. Non solo. Di solito passa del tempo, prima che gli scippati si accorgano di avere un “clone”. E i danni prodotti dai “sosia”, economici e psicologici, lievitano. Complessivamente, dice la polizia, “un business illegale valutabile in decine di milioni di euro annui, per il solo orizzonte italiano”.
Come difendersi dai furti dei dati?
“Prevenire, prevenire e ancora prevenire” è la risposta di Pietro GIordano, presidente nazionale dell’Adiconsum. L’associazione di consumatori, sempre in prima linea anche su questo fronte, da due anni cura un progetto finanziato dall’Unione europea, chiamato “Me is mine”. Sul portale www.adiconsum.it e in un sito creato ad hoc (www.furtodidentita.it) si trovano analisi, schede, consigli e suggerimenti utili per difendersi dai ladri di dati. Abbiamo fatto alcune domande al nostro esperto. Ecco le sue risposte.
In che modo avvengono questi furti d’identità?
Le modalità e le tecniche sono diverse. Conoscerle aiuta ad avere comportamenti sicuri e a non cadere in trappola.
Il sistema più semplice e tradizionale è il classico scippo di borse che contengono documenti personali.
Poi c’è il “trashing”: dall’immondizia vengono recuperati documenti e ricevute che contengono informazioni personali.
Online è diffuso il “phishing”. I ladri inviano al bersaglio di turno e-mail molto simili ai messaggi della sua banca, della posta, della società elettrica o del provider di telecomunicazioni, con lo scopo di convincere il ricevente a rispondere: se l’esca funziona, gli carpiscono dati personali e bancari.
Tramite il “vishing”, i truffatori contattano al telefono le persone nel mirino e con l’inganno cercano di rastrellare date di nascita, codici fiscali, gli estremi di carte di credito e conti correnti. Il trucco diffuso è quello di fingersi impiegati di banca con il compito di effettuare controlli importanti e urgenti. Ci sono anche truffatori che per acquisire dati usano fasulle offerte di lavoro, solitamente con form da compilare.
Non solo. I dati personali possono essere copiati dalle fotocopie dei documenti di identità, che a volte vengono richieste e che non si dovrebbero mai rilasciare: negli hotel, ad esempio, è sufficiente dare i riferimenti del documento. Nemmeno l’uso di bancomat e carte di credito è sempre sicuro. I ladri applicano una speciale apparecchietto elettronico, lo skimmer, alle fessure in cui si inseriscono le tessere e in questo modo intercettano e copiano i dati sulle card.
Dove si è più esposti ai rischi?
Il business dei dati d’identità è enorme e transnazionale. I criminali che rubano o acquistano dati rubati operano anche all’estero, in particolare in Romania e in altri Paesi dell’Est Europa. Già in Italia è difficile difendersi e rivalersi. Se i problemi sorgono con banche straniere, ad esempio perchè hanno erogato prestiti a un “clone ” e vogliono rientrare, si rischia di finire in un girone infernale dantesco e di non uscirne più. In Italia, per debiti e protesti degli alter ego, un incolpevole cittadino si può trovare iscritto alla Centrale dei rischi come cattivo pagatore ed avere bloccato l’accesso al credito.
Come proteggersi da tutti questi pericoli?
Spesso bastano piccoli accorgimenti o spese minime.
Per i computer il consiglio base è quello di dotarsi di antivirus e di firewall, aggiornandoli periodicamente, in modo da creare barriere per bloccare chi tenta di “entrare” nei pc con un virus e di accedere ai dati personali. Sembra una cosa banale. Ma milioni di utenti ne sono sprovvisti.
Passare nel tritacarte tutti i documenti contenenti informazioni (come estratti conto, bollette e fatture), oppure renderli illeggibili, prima di buttarli nella spazzatura. Meglio essere sempre diffidenti.
Mai mandare informazioni o soldi a persone sconosciute o interlocutori ambigui. Dovesse arrivare una richiesta di denaro da parte di un amico, che per e-mail dice di essere rimasto bloccato in vacanza o di avere un grosso problema di salute, contattare direttamente l’intressato o un familiare e verificare l’effettiva situazione.
Se si riceve una telefonata o una e-mail, dalla banca o dalla posta, non fornire dettagli personali. Istituti di credito e uffici postali non usano sistemi online per questo tipo di richieste. Andare direttamente allo sportello o richiamare a un numero che si conosce, sicuro.
Per l’e-commerce bisognerebbe usare sempre e solo carte prepagate.
A chi si deve denunciare l’eventuale furto dei dati?
Fare sempre denuncia alle forze di polizia. Non sempre succede. E il numero di reati effettivi è sottostimato. Come associazione di consumatori – conclude il presidente di Adiconsum – siamo a disposizione di tutti”.