Aurora aveva 13 anni e un fidanzato di 15 ossessivo e geloso che non riusciva a lasciare. Finché lui l’ha buttata giù dall’ottavo piano e lei è morta sul colpo. Una tragedia che dimostra quanto anche i giovanissimi, oggi, confondano l’amore con il possesso e la gelosia.
Toccare senza consenso non è violenza per un ragazzo/a su 5
Lo conferma la Survey Teen 2024 condotta da Fondazione Libellula su un campione di 1.592 adolescenti tra i 14 e i 19 anni. «Uno su cinque non riconosce la violenza nelle relazioni sentimentali: toccare o baciare senza consenso non è un abuso per il 20%, condividere dettagli intimi non lo è per il 25%. Sono dati preoccupanti, perché stiamo parlando di atti invasivi e non rispettosi dell’altra persona» dice Giuseppe Di Rienzo, managing director di Fondazione Libellula.
La gelosia non è violenza per un ragazzo/a su 3
Preoccupante è anche la romanticizzazione dei comportamenti di controllo. «Più del 30% degli adolescenti che hanno partecipato all’indagine non riconosce come violenza dire al partner quali vestiti indossare o chiedere di geolocalizzarsi quando è fuori. E la gelosia rappresenta una dimostrazione d’amore agli occhi del 32% delle ragazze e del 56% dei ragazzi». La strada per costruire rapporti paritari, a guardare questi dati, è ancora lunga e accidentata. «È necessario non solo investire nell’educazione sentimentale delle nuove generazioni, ma anche creare in famiglia, a scuola, nei luoghi di aggregazione degli spazi di ascolto e di confronto per adolescenti. Il dialogo è lo strumento principale per generare gentilezza e rispetto».
La gelosia è tra i segnali di una relazione tossica
Si rivolge ad adolescenti e giovani adulti il libro SOS Amore Tossico (Fabbri), in cui la psicologa Maria Del Carmen Rostagno mette a fuoco i meccanismi delle relazioni che appaiono inizialmente perfette per poi rivelarsi pericolose. «Un’eccessiva idealizzazione ma anche un rapporto che procede alla velocità della luce e nel tempo manifesta micro-manipolazioni emotive sono segnali che si manifestano gradualmente, come gocce che scavano la roccia» nota l’esperta. «La persona si trova invischiata in dinamiche tossiche prima di rendersene conto. Per questo è fondamentale sviluppare una “memoria emotiva”: tenere un diario di come ci si sente dopo le interazioni, notare i pattern ricorrenti e fidarsi del proprio istinto quando qualcosa non ci fa sentire a nostro agio, anche se non riusciamo a spiegare razionalmente il perché». Occorre anche diffidare dei falsi miti dell’amore romantico – per esempio, l’idea che debba implicare sacrificio e sofferenza – che spesso portano a giustificare comportamenti abusanti. «La vera liberazione inizia quando smettiamo di aspettare il principe o la principessa e iniziamo a salvarci da soli».