Alla fine l’hanno trovata. Giovedì 2 luglio, alle 8:30, la polizia ha suonato il campanello di una lussuosa residenza in una tenuta a Bradford, nel New Hampshire, dove negli ultimi mesi risiedeva Ghislaine Maxwell, 58enne socialite britannica, compagna storica di Jeffrey Epstein e ritenuta sua complice nel giro di prostituzione minorile che quest’ultimo ha condotto dai primi anni Duemila. Maxwell era irrintracciabile da mesi, almeno da quando Epstein era stato arrestato nel luglio dell’anno scorso e si è poi suicidato in carcere poco tempo dopo, scatenando moltissimi dubbi e altrettante teorie del complotto.
L’intricata vicenda che lo ha visto protagonista è stata raccontata in un documentario recentemente uscito per Netflix, Jeffrey Epstein: Filty Rich, che a partire dal libro di James Patterson Sporco Ricco, pubblicato anche in Italia da Chiarelettere, si avvale della testimonianza di alcune delle donne coinvolte nel traffico sessuale imbastito da Epstein, e che nella maggior parte dei casi hanno raccontato di essere state reclutate proprio da Maxwell. Secondo i procuratori che seguono il caso, Maxwell avrebbe aiutato infatti Epstein a individuare e abusare delle ragazze e avrebbe partecipato attivamente alla rete di prostituzione: se condannata, ora rischia fino a 35 anni di carcere federale.
Gli investigatori hanno paura che possa fuggire grazie ai soldi e alle sue conoscenze
Durante la conferenza stampa in cui è stato annunciato l’arresto di Maxwell, William Sweeney, vicedirettore responsabile dell’ufficio dell’Fbi di New York, ha descritto la tenuta dov’è stata trovata come «una proprietà meravigliosa», dove la donna ha continuato a vivere «una vita di privilegio» fino al momento dell’arresto. Come spiega il Guardian, non è un dettaglio da poco: c’è infatti paura che proprio grazie alle sue connessioni internazionali e alla grande quantità di denaro di cui dispone, Maxwell possa nuovamente fuggire. Per questo gli investigatori stanno molto insistendo sugli spostamenti dell’ultimo anno e sullo stile di vita condotto da Maxwell: vogliono convincere il giudice a trattenerla in attesa di un processo. Maxwell possiede almeno tre passaporti registrati, uno britannico, uno francese e uno americano, e secondo le informazioni raccolte dal team di investigatori negli ultimi tre anni ha intrapreso almeno 15 viaggi internazionali verso destinazioni come il Giappone, il Regno Unito e il Qatar.
«Quando Maxwell ha smesso di apparire in pubblico, sembra che abbia fatto sforzi intenzionali per evitare di essere scoperta», hanno riferito. Cambiava spesso località, così come il suo numero di telefono principale e l’indirizzo mail, mentre sui pacchi che le venivano consegnati c’era sempre il nome di un’altra persona. L’altra fonte di preoccupazione è la sua enorme disponibilità finanziaria: i pubblici ministeri federali ritengono che dal 2016 a oggi esistano più di 15 diversi conti bancari detenuti o associati a Maxwell e, nello stesso periodo, «i saldi totali di tali conti sono variati da un totale di centinaia di migliaia di dollari a più di 20 milioni». Nello stesso periodo, la donna ha effettuato degli importanti movimenti bancari tra quei conti e secondo l’accusa ha anche ricevuto, tra il 2007 e il 2011, circa 20 milioni di dollari da conti collegati a Epstein. Secondo quanto hanno riferito gli agenti di real estate interpellati dell’Fbi, la residenza di Bradford è stata acquistata lo scorso dicembre per poco più di 1 milione di dollari, che Maxwell avrebbe pagato in contanti.
La complicata storia familiare di Ghislaine Maxwell
Non sorprende apprendere dello stile di vita di Maxwell, socialite conosciutissima sulla scena newyorkese con alle spalle una storia familiare piuttosto complicata. La donna, infatti, è figlia dell’imprenditore ed editore britannico Robert Maxwell, conosciuto in patria soprattutto per la sua misteriosa morte, avvenuta nel novembre del 1991 a bordo del suo yacht ancorato alle Isole Canarie. Lo yacht, in onore della figlia, si chiamava Lady Ghislaine. Al momento della sua morte, l’uomo era stato accusato di truffa e di aver sottratto dai fondi della società più di 400 milioni di sterline, motivo per cui Ghislaine Maxwell dichiarò in seguito che temeva fosse stato assassinato.
Dopo questi tragici eventi, la donna quasi trentenne si trasferì a New York, dove conobbe ben presto il giovane in ascesa Jeffrey Epstein, già pieno di soldi senza che nessuno sapesse cosa facesse nella realtà, e lo aiutò a entrare negli ambienti più esclusivi della città, tra politici, attori, artisti ed ereditieri. La coppia è stata per anni al centro dell’alta società newyorkese. Tutte le fonti, dalle vittime che si raccontano nel documentario Netflix ai tanti investigatori che hanno indagato su di loro a più riprese negli anni, sottolineano come i due fossero complementari: laddove lui sembrava freddo e incapace di provare empatia per gli altri, guidato solo dalla sua ambizione sconfinata, Ghislaine era la parte mondana e raffinata, capace di vendere quell’immagine di coppia cool che li aveva cementati tra i ricchi e famosi d’America. E, secondo l’accusa, era quella che sapeva individuare al meglio le vittime tra le ragazze più giovani e provenienti da situazioni economiche svantaggiate, invitandole a diventare “massaggiatrici” in cambio di 200 dollari e spingendole a coinvolgere altre loro amiche. Virginia Giuffre, una delle testimoni del documentario, ha raccontato di come le avesse promesso una vita fatta di viaggi, lusso e privilegi e di come Ghislaine Maxwell fosse una donna alla quale era difficile resistere.