Ogni settimana pubblichiamo le risposte di Chiara Gamberale alle domande delle lettrici, sia online che sulla carta. Per scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it
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Cara Chiara,
ho 24 anni e dai tempi del liceo sono innamorata di un ragazzo. Eravamo compagni di classe, io l’ho notato subito, ma lui non mi ha mai considerata. Non abbiamo avuto modo di conoscerci al di fuori del contesto scolastico, però ho sempre sentito un’attrazione fortissima verso di lui. Ho provato tante volte a parlargli, ma non ho mai trovato il coraggio di dichiararmi. Finito il liceo, ero dispiaciuta ma allo stesso tempo felice di non doverlo più vedere ogni giorno. Dispiaciuta, perché sapevo che non ci saremmo più visti e che avrei perso anche quel minimo di contatto quotidiano; felice, perché speravo che così lo avrei dimenticato e che sarei riuscita a superare la cosa. Mi sbagliavo: ci ho provato con tutta me stessa, ma ancora oggi mi ritrovo a pensarci. Forse perché è stato anche l’unico di cui mi sia mai innamorata. So che adesso è fidanzato; io non lo vedo da anni. E so anche che quello che sto per scrivere potrà sembrare stupido ed egoista: ho bisogno di dirglielo, di liberarmi di questo peso, però allo stesso tempo ho paura. So già quale sarà la sua risposta, non mi aspetto nulla; ma è come se avessi trovato il coraggio che mi è mancato quando avevo 16 anni. Faccio bene? O sarebbe meglio chiudere definitivamente questa storia mai iniziata e pensare ad altro?
Grazie, Marta
Mia cara Marta,
«Si amano, perché si sono già lasciati»: lo scrive Pier Vittorio Tondelli in quel capolavoro che è Camere separate. Ed è il contrario della tua storia, che invece fa così: «Si amano, perché non si sono mai incontrati». Hai una sola possibilità, Marta: tentare, dichiararti. Se è interessato a te, pensa che festa. E se invece non fosse interessato, almeno avresti finalmente la spinta per fare evaporare questa idea di lui… Non voglio assolutamente sminuire il tuo cuore e quello che sente, anzi: vorrei proprio che quel cuore così delicato provasse, al più presto, l’amore quando c’è, l’amore che, senza l’altro e la rivoluzione che l’altro porta inevitabilmente con sé, rischia di rimanere un gioco solitario fra noi e noi, un modo come un altro per ingannare il vuoto, anziché sfidarlo.
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Disegno di Elisa Macellari