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Cara Chiara, vorrei essere brava a descrivere il mio dolore, ma forse non lo sono abbastanza. Non è un dolore sordo, non è un dolore straziante: è incredulità. Come uno schiaffo che ti arriva dalla persona da cui meno te l’aspetti. Parlo ovviamente di un dolore d’amore. Il mio partner mi ha lasciata in maniera piuttosto brusca, ma quello che davvero non mi aspettavo è stata la sua totale ingratitudine per ciò che ho fatto per lui. Ho vissuto anni “a servizio” di una persona, delle sue esigenze, dei suoi gusti, dei suoi capricci. L’ho supportato in tutto, senza mai fargli mancare appoggio pratico, vicinanza, attenzioni. E mettendo da parte me stessa, le mie voglie e le mie ambizioni per lui. Non è mai arrivato un grazie, non è mai arrivato un riconoscimento. Non è arrivato un pensiero o un scrupolo per tutto quello che ho fatto. Solo una frase pronunciata a bruciapelo davanti alle mie lacrime: «Io non ti ho mai chiesto niente». E niente è quel che mi rimane. Sono stata una stupida?
Anna
Mia cara Anna, se ci vogliamo bene (e, da lontano, sento di volertene) non sempre è giusto consolare e dare la colpa agli altri. A volte è proprio il dolore quel che ci serve. Intendiamoci: la sua brutalità è indecente, ma credo nasconda una verità. In amore niente è più sbagliato che pretendere gratitudine. E, benché tu l’abbia fatto sicuramente con animo puro, in amore non si presentano conti. Tu hai dato, ti sei donata, ti sei sacrificata perché amavi. E quello che puoi pretendere in cambio non è nemmeno il suo amore. Il tuo amore, il tuo sentimento bastava già a se stesso, come ragione e come ricompensa. C’è un vecchio motto latino: «Io ho quel che ho donato». Devi ripetertelo per combattere il niente. Lui quell’amore non ce l’ha più. Tu hai donato, tu hai amato. Tu sai farlo.
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