Se siete tra coloro che sono abituati a salvare selfie, foto delle vacanze, video e quant’altro in modo automatico su Google Drive, senza limiti (e senza costi), sappiate che da giugno 2021 le cose cambieranno. Google ha infatti deciso di imporre un limite allo spazio utilizzabile gratuitamente e precisamente 15 GB. Per poter continuare ad archiviare si potrà sottoscrivere un abbonamento, con prezzi variabili, oppure ricorrere ad altri strumenti. Ecco come.

Stop all’archiviazione illimitata da giugno 2021

Come già sanno i possessori di iPhone, per spostare le proprie foto o dati da smartphone ad iCloud, la “nuvola” di Apple, esistono dei limiti di spazio. Ora anche Google introduce nuove regole: dal prossimo anno, infatti, non si potranno più superare i 15 GB di memoria disponibili gratuitamente su Google Drive. Per poter continuare a usufruire del servizio di archiviazione oltre questo limite, occorrerà utilizzare Google One, ossia lo spazio apposito a cui accedere a fronte di un canone mensile.

Le tariffe di Google One

«Google One è il piano a pagamento di Google e la naturale scelta per chi, per esempio, sta già usando Google Foto, anche grazie alla possibilità di condividere il servizio con altri membri della famiglia» spiega l’ingegnere ed esperto informatico Emanuele Corsano. Dal 1° giugno 2021 Google One avrà diverse tariffe a seconda delle opzioni disponibili. Il colosso del web assicura che consentirà di «sfruttare al meglio il potenziale di Google», racchiudendo sotto un unico servizio ciò che oggi è disponibile in Google Drive, Google Foto e Gmail. Il canone più “leggero”, da 100 GB, costerà 1,99€ al mese (o 19,99 €all’anno con pagamento anticipato). Per poter contare su 200 GB, il costo salirà a 2,99€ al mese (29,99 € annui), mentre con 9,99€ al mese (99,99 € annui) si potrà usufruire di 2 TB di memoria aggiuntiva. Secondo indiscrezioni, ci sarà anche la possibilità di usufruire di pacchetti fino a 30 TB, di cui però al momento non si conoscono i dettagli.

Anche se Google stima che per la maggior parte degli utenti ci vorranno 3/4 anni per raggiungere i 15 GB, è bene iniziare a pensare al futuro del proprio “archivio”.

Che fine faranno le foto archiviate su Google Foto?

«Nei prossimi mesi per tutti i piani consumer a pagamento di Google Drive verrà eseguito l’upgrade a Google One» ha comunicato l’azienda. Dunque chi già dispone di abbonamenti può stare tranquillo, perché il passaggio sarà automatico. Ma per gli altri? Google ha fatto sapere che, dal momento che l’entrata in vigore del limite a 15 GB scatterà solo dal 1° giugno 2021, il materiale già presente nel drive (presentazioni, documenti e fogli oltre alle foto) non sarà “conteggiato” nello spazio gratuito disponibile.

Come liberare spazio, allora, dal drive in modo da non “sforare”?

Come liberare spazio su Google Drive

Il primo passaggio è controllare cosa occupa più spazio nel proprio account. Lo si fa accedendo alla pagina di archiviazione di Google Drive (https://one.google.com/storage/management). Qui saranno indicati gli elementi duplicati, eliminati o di grandi dimensioni che eventualmente possono essere cancellati per liberare memoria, comprese email nel Cestino o nella cartella Spam. Il materiale, infatti, è diviso per Email di grandi dimensioni, File grandi, Foto e video grandi, ecc. Basterà selezionare il gruppo ed eliminare tutti i contenuti o quelli ritenuti superflui, aggiornando così lo spazio ancora a disposizione sul drive. Se si tratta di file PDF, in alternativa si possono salvare e liberare memoria convertendoli in Google Documenti. È sufficiente cliccare col pulsante destro sul file PDF, selezionare Apri con e scegliere Documenti Google.

Ricorda che anche i file contenuti nel Cestino contribuiscono a esaurire lo spazio!

Come salvare le foto

Video e foto rappresentano i materiali che spesso occupano più memoria. Un semplice accorgimento per evitare di raggiunge il limite di archiviazione consentito è quello di modificare la modalità di salvataggio dei propri scatti su Google Foto. Spesso, infatti, il “rullino” a disposizione è pieno perché gli smartphone Android caricano in automatico gli scatti sull’account Google Foto, grazie al servizio di backup. Per evitare questo, occorre passare il mouse sopra le foto fino a quando non compare l’icona di una piccola stella in alto a sinistra che, una volta cliccata, permetterà di selezionare tutte le foto. A questo punto si potrà procedere con Elimina, liberando spazio.

Se però si vuole evitare di ripetere periodicamente questa operazione, è sempre possibile ricorrere a un semplice trucco. Bisogna andare su Impostazioni e selezionare Alta qualità: in questo modo le foto saranno salvate con una risoluzione più piccola rispetto all’originale, alleggerendo il peso finale in termini di bite.

Le alternative per archiviare

«In alternativa c’è, per esempio, Amazon Plus, che offre spazio illimitato per i clienti Prime Amazon e permette di salvare i file anche in risoluzione originale. Altrimenti ci sono servizi ormai consolidati per la gestione dei file e delle foto, quasi tutti però con una quantità limitata di spazio gratuito, come Dropbox, iCloud, Microsfot OneDrive, ecc.» spiega Corsano. «Eviterei invece di utilizzare servizi offerti da società meno note perché c’è il rischio serio che da un giorno all’altro possano chiudere o variare radicalmente le condizioni. Nessuno vuole perdere le proprie foto o migrare forzatamente e velocemente a una altro servizio».

«Un’opzione da non scartare è poi quella di effettuare il backup più o meno manuale dei file su sistemi di storage casalinghi. Le principali opzioni sono: il salvataggio dei dati su computer o su un’unità di memoria esterna, oppure un backup su NAS, ossia Network Attached Storage» suggerisce l’esperto. Si tratta di dispositivi che spesso (ma non sempre!) permettono di accedere e condividere una cosiddetta “memoria di massa”, cioè uno o più dischi rigidi, all’interno della propria rete o all’estero. «In pratica si possono avere le foto “ridondate” cioè “replicate” su più unità, in modo da ridurre al minimo la possibilità di perdita dei dati. Consentono di accedere alle foto da rete, anche dall’altra parte del globo. Ovviamente ci sono pregi, come una maggiore privacy, e limiti: il più evidente è la possibilità concreta di perdere i dati, insieme al fatto che si tratta di un sistema di certo meno pratico. Infine non si ha la possibilità di avere tutti i servizi aggiuntivi offerti da Google o simili, come cronologia delle foto, geolocalizzazione, facile accesso al servizio da qualsiasi dispositivo» chiarisce l’ingegnere informatico.

Un’ultima opzione potrebbe essere una soluzione ibrida: «Usare i 15GB gratuiti di Google, trasferendo periodicamente le foto da Google a un proprio sistema di storage, in modo da poter riutilizzare i 15GB gratuiti» conclude l’esperto.