Più attenzione alle famiglie. Su questo terreno Pd e Movimento Cinque Stelle promettono di lavorare insieme. I provvedimenti sul tavolo sono tanti. «Non tutti si potranno realizzare dal 2020, i finanziamenti sono sempre troppo pochi» ragiona Carlo Federico Perali, ordinario all’università di Verona e membro del Centro studi ricerche sulla famiglia alla Cattolica di Milano. Ecco le misure di cui si sta discutendo.

Assegno unico

È una cifra mensile che ingloberebbe i vari tipi di sgravi e assegni familiari esistenti e consisterebbe in 240 euro per ogni figlio a carico, secondo una proposta di legge del Pd. Costerebbe 3 miliardi l’anno. «Tanti da impegnare in una volta sola» dice Perali. Il compromesso? Spendere 1 miliardo, iniziando dai nuclei a basso reddito che non superano gli 8.000 euro annui.

Asili gratis

Li ha promessi il premier Giuseppe Conte. «ll problema vero è aumentare insegnanti e scuole: non basta qualche mese» ammette Perali. Per l’Istat i posti ora disponibili in Italia sono 320.000, metà privati, e rappresentano il 24% dell’utenza potenziale. Con 1 miliardo e mezzo si paga per gli iscritti attuali. «In teoria si può fare. Ma una via di mezzo, utile per le famiglie e per non sfasciare le casse dei Comuni, sarebbe rivedere il sistema di accesso in base all’Isee, generoso in certe zone, severo in altre». A Milano basta superare i 27.000 euro annui a nucleo familiare per pagare la retta piena di 465 euro al mese. Mentre a Catanzaro, il nido costa 250 euro al mese per le famiglie che guadagnano fino a 50.000 euro annui.

Pensioni anticipate

Proseguirà nel 2020 l’Opzione donna «anche se dovrebbe restare una proroga a tempo» dice il professore. Significa che le lavoratrici possono lasciare il lavoro a 58 anni (le dipendenti) e 59 anni (le autonome), se hanno almeno 35 anni di contributi. Si calcola che nel 2019 ne beneficeranno circa 24.000 persone, con un costo di 250 milioni. Ed è confermata anche la proroga di Quota 100, che manda tutti in pensione con il mix 62 anni di età e 38 di contributi. Una misura nata in via sperimentale con il primo governo Conte ma destinata a concludersi a fine 2022.

Affido

Eredità del vecchio governo, in teoria resta in discussione al Senato il ddl Pillon sull’affido condiviso, vessillo della Lega, che avrebbe introdotto punti contestati come l’obbligo della mediazione e un peso uguale tra i due coniugi rispetto al mantenimento. Il Pd è da sempre contrario. «Anche se arrivasse in aula, è impensabile che ottenga ora l’appoggio dei 5 Stelle. È quindi destinato a finire nel cassetto» dice Perali. «Credo che l’esecutivo si guarderà dall’affrontare temi che dividono l’opinione pubblica: si tratta di una sorta di “governo-cerotto”, che serve a finire la legislatura e portare a casa una buona Legge di bilancio».