Green Pass indispensabile per spostarsi e lavorare nel pubblico e nel privato. Più la terza dose di vaccino anti-Covid anche in Italia. Il premier Mario Draghi ha scelto la sua direzione per assicurare al Paese una ripresa serena. Il quando e il come sono ancora tutti da decidere, anche perché sulla terza dose il parere definitivo dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, pur se non obbligatorio, ancora non c’è.
Intanto, nella settimana della riapertura della scuola sono in tanti a temere un’impennata dei contagi. «Se la campagna vaccinale, come si spera, raggiungerà i giovani e arriverà presto all’obiettivo dell’80% della popolazione, avremo una buona barriera contro la circolazione del virus. Barriera che proteggerà tutti» rassicura Massimo Clementi, ordinario di virologia e microbiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele. «Quanto alla terza dose, i dati che arrivano da Israele ci dimostrano che offre una protezione straordinaria anche contro la variante Delta».
Ma cosa serve sapere e come dobbiamo comportarci quest’autunno? Ecco le risposte degli esperti ai dubbi più diffusi.
Perché hanno allungato il Green Pass a 12 mesi?
«La decisione è stata presa per non mettere in difficoltà i sanitari che vedranno scadere la certificazione a ottobre» spiega il dottor Clementi. «Oggi sappiamo che la copertura del vaccino è sufficientemente ampia per un tempo che va dai 9 ai 12 mesi. Certo, abbiamo notato un calo degli anticorpi progressivo nel tempo e maggiore negli over 70, ma questo non significa essere “scoperti”, perché il vaccino ci conferisce anche un tipo di immunità, detta cellulomediata, che sfrutta l’azione di altre cellule, i linfociti T, per riconoscere il virus ed eliminarlo».
Secondo il governo, però, fragili e grandi anziani saranno rivaccinati: non sono più protetti?
«Le persone con il sistema immunitario compromesso e gli over 80 rispondono, in genere, meno bene al vaccino e si è visto che una terza dose migliora la risposta immunitaria» spiega Paolo D’Ancona, che è responsabile degli studi epidemilogici all’Istituto superiore di sanità. «I dati sono però rassicuranti: a oggi l’età media di chi si infetta è ancora di 33 anni e sì, c’è stato un lieve aumento dei contagi tra gli over 60, ma sembra dovuto ai comportamenti estivi che hanno fatto circolare di più il virus».
In attesa della terza dose i più fragili dovrebbero fare i test degli anticorpi?
«No» risponde senza incertezze il dottor Clementi. «È inutile perché non ci danno risposte sulla nostra reale immunità individuale che, come abbiamo già detto, non dipende solo dalla presenza di anticorpi. L’importante è mantenere la mascherina e il distanziamento al chiuso e nei luoghi a rischio».
A proposito di mascherine è vero che, vaccino o no, contro la variante Delta servono le Ffp2? E che bastano pochi secondi per contagiarsi?
La notizia dei 10 secondi sufficienti per infettarsi arriva da uno studio australiano, ma è stata bocciata da buona parte della comunità scientifica. È però accertato che la Delta ha una contagiosità maggiore del 40-60% rispetto alla variante inglese. «Ma la Ffp2 non è necessaria: nei luoghi chiusi e affollati una buona chirurgica ben indossata è sufficiente» risponde il virologo.
Il prezzo dei tamponi sarà calmierato fino al 30 novembre: 8 euro per i ragazzi fino a 18 anni, 15 per gli altri. L’elenco delle farmacie che aderiscono all’iniziativa è su bit.ly/3h7huc9
È stato approvato l’uso dei test salivari per ottenere il Green Pass. Vale la pena di sceglierli al posto del più scomodo tampone?
«È un tema su cui c’è ancora confusione» risponde l’epidemiologo Paolo D’Ancona. «La prima cosa da sapere è che per poterli utilizzare dovremo attendere un ulteriore riconoscimento da parte del ministero della Salute. E poi non saranno utilizzabili i test rapidi, i cosiddetti antigenici che danno l’esito in una manciata di minuti. Al momento dovrebbero essere presi in considerazione solo i salivari molecolari, quelli che cercano l’Rna del virus: è vero che non sono invasivi perché è sufficiente la raccolta della saliva, ma per processarli servono almeno 12 ore». Per ora non si fanno in farmacia e bisogna andare in un laboratorio di analisi.
L’anno scorso l’hanno raccomandata a tutti: nel 2021 è necessaria la vaccinazione anti-influenzale?
«Lo scorso inverno abbiamo avuto pochissimi casi di influenza anche perché distanziamento e mascherine hanno fatto bene il loro lavoro. Over 60 e persone che hanno patologie devono assolutamente fare l’anti-influenzale: per tutti gli altri resta consigliabile, ma la cosa più importante è avere il vaccino anti-Covid» consiglia il dottor Clementi.
Le donne incinte devono vaccinarsi? L’impressione è che anche le indicazioni dei medici siano state contrastanti.
«Le società scientifiche hanno da subito sostenuto che le donne incinte dovessero vaccinarsi. E oggi, a maggior ragione, lanciamo un appello a farlo, perché i dati ce lo confermano. Negli Stati Uniti, dove sono state registrate più di 150 mila donne in gravidanza vaccinate, non è stato segnalato nessun evento avverso. Ma i numeri hanno anche evidenziato che il virus può nuocere a madre e bambino», risponde Fabio Mosca, presidente della Società Italiana di Neonatologia. «Una trentenne non incinta che contrae il virus, ha una bassa probabilità di finire in terapia intensiva, ma se è in attesa il rischio sale di 3 volte».
A CHI SERVE DAVVERO IL TAMPONE FAI-DA-TE
I tamponi fai-da-te costano pochi euro, danno risposte immediate ma non servono per ottenere il Green pass. Con l’arrivo delle infreddature d’autunno sono utili o no i tamponi fai-da-te? «Sono presidi medici autorizzati CE come i test di gravidanza, sovrapponibili, per specificità e sensibilità, agli antigenici rapidi che esegue il farmacista» ci chiarisce Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani. «Bisogna seguire al meglio le istruzioni e inserire correttamente il bastoncino nelle fosse nasali perché se il prelievo non è eseguito bene il rischio di falsi negativi è molto alto. Possono essere usati per sciogliere i dubbi, magari perché si ha un leggero raffreddore. E se la risposta è positiva va sempre verificata con un tampone molecolare».