Greta Thunberg, la ragazzina terribile che ha risvegliato le coscienze e scatenato la “rivoluzione climatica”, non è più una teenager. L’eco-eroina con le trecce, artefice dei “Fridays for Future”, compie 20 anni. La più famosa dei green influencer ha iniziato la sua lotta nel 2018, quando decise di saltare la scuola per sedersi davanti al parlamento svedese con un cartello che recitava “Skolstrejk för Klimatet” (Sciopero scolastico per il clima). Da lì in avanti è stato un moltiplicarsi di iniziative per l’ambiente e l’ecologia, manifestazioni e discorsi che hanno contagiato una generazione di giovani. E messo i governanti di tutto il mondo di fronte al proprio inattivismo nell’arginare la crisi climatica in atto.
Quel periodo buio dell’infanzia
Nata a Stoccolma nel 2003, Greta Thunberg è figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg. Affetta dalla una forma di autismo, vive un periodo difficilissimo attorno agli 11 anni quando smette praticamente di parlare e si rifiuta di mangiare.
Il “super potere” di Greta
L’attivista per l’ambiente ha definito la sindrome di Asperger di cui soffre “un super potere”, una forza che l’aiuta nella sua battaglia. Ha affermato che la sua condizione le consente di vedere il mondo in bianco e nero e che non ci sono “zone grigie quando si tratta di cambiamento climatico”.
Quando nasce la voglia di lottare
La visione a scuola di un film sulla crisi climatica e sulla spazzatura negli oceani è per Greta una specie di shock. la ragazzina sviluppa una coscienza ambientalista e fa della lotta al cambiamento climatico la propria missione. Sconcertata su quanto poco si facesse a riguardo, la piccola svedese inizia a la sua protesta…
Il primo sciopero scolastico
Nell’agosto 2018, invece di andare a scuola, Greta realizza un grande cartello con la scritta “Skolstrejk för Klimatet” (Sciopero scolastico per il clima) e si siede per terra davanti al parlamento svedese: una protesta pacifica ma molto determinata per sollecitare i politici ad agire per fermare il riscaldamento globale.
Il successo dei #FridaysforFuture
Lo sciopero di Greta ispira decine di migliaia di studenti di tutto il mondo. Sotto lo slogan di #FridaysforFuture, le oceaniche manifestazioni del venerdì contro il cambiamento climatico catalizzano l’attenzione di cittadini, media e governanti.
Folle oceaniche per il clima
Nel marzo 2019, gli attivisti per il clima di tutto il mondo, ispirati da Greta, si riuniscono per coordinare il primo sciopero globale per il clima. È un evento colossale, che coinvolge oltre 2.000 città in più di 120 Paesi.
All’Onu: “Avete rubato i miei sogni”
Nel corso della sua “carriera”, Greta tiene discorsi memorabili di fronte ai governanti, senza mai risparmiare loro pesanti stoccate per aver sostanzialmente ignorato il problema del riscaldamento globale. All’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 2019, Greta bacchetta i leader mondiali dicendo che le hanno “rubato i sogni e la sua infanzia con le loro parole vuote”.
Il discorso del “bla bla bla”
In occasione alla conferenza Youth4Climate di Milano, la ragazzina svedese prende in giro i leader mondiali per le vuote promesse sul cambiamento climatico. “Ricostruire meglio: bla, bla, bla. Green economy: bla, bla, bla. Emissioni zero entro il 2050: bla, bla, bla”, dice la fondatrice dei “Fridays for Future” per evidenziare le promesse vane che vengono fatte dai leader sulla riduzione di emissioni.
“Politici, ascoltare gli scienziati”
Nel luglio 2019 l’ecoattivista si rivolge al parlamento francese chiedendo ai legislatori di unirsi alla scienza per approvare misure concrete per arginare il riscaldamento globale: “Non avete il dovere di ascoltare noi, dopotutto siamo soltanto bambini. – dice di fronte all’Assemblée Nationale – Ma avete il dovere di ascoltare gli scienziati, ed è ciò che vi chiediamo”.
Traversata da Plymouth a New York
Nell’agosto 2019, Greta viaggia per 15 giorni su una barca a energia eolica e solare da Plymouth, nel Regno Unito, a New York: destinazione, il vertice dell’azione per il clima delle Nazioni Unite a New York.
Un simbolo per salvare il Pianeta
Greta Thunberg è apparsa in vari documentari, ha scritto libri, è stata nominata per un premio Nobel per la pace, ha incontrato Papa Francesco, strigliato i grandi della Terra ed eletta “persona dell’anno” da Time Magazine nel 2019. Niente male per l’ex ragazzina con l’impermeabile giallo che dalla fredda Svezia ha scaldato gli animi di tutti coloro che vogliono dire no alla lenta morte del nostro Pianeta.