Ti è mai capitato di vedere foto vecchie, magari dei genitori o dei nonni, e pensare che i visi ritratti siano completamente diversi da quelli che ti circondano? Pensando alla tipica ragazza degli anni Cinquanta o Sessanta, ci viene spontaneo immaginare un viso paffuto, un sorriso timido, la pelle “al naturale”. La ragazza tipica degli anni Ottanta o Novanta invece è più particolare, i tratti sono più decisi, il trucco è un must. Sono cambiati i trend, i parametri di bellezza, ma sono cambiate davvero anche le facce delle persone? Sembrano essere di questo parere molti utenti dei social media, secondo cui il viso che rappresenta la nostra epoca esiste e si chiama I-phone face.

I-phone face, le caratteristiche del viso della nostra epoca

La I-phone face, ovvero il viso di chi evidentemente sa cos’è un I-phone, corrisponde all’ideale di bellezza del momento. Sopracciglia curate, viso magro (a volte proprio scavato), labbra carnose e trucco “clean” solo in apparenza: sono questi i tratti che, secondo il web, rappresentano la bellezza di oggi.

Il termine (che a volte appare anche come Smartphone face, Erewhon face o Instagram face), più che a un effettivo viso diffuso, si riferisce soprattutto all’ideale di bellezza a cui aspiriamo e al mondo delle celebrità. La caratteristica principale è infatti una conseguenza di interventi di chirurgia plastica: il contrasto tra le guance scavate tipiche del buccal fat removal (uno dei trend di estetica che ha dominato Hollywood) e le filler lips.

La nascita del trend

I primi a parlare di I-phone face sono stati gli utenti di Reddit e Twitter, nel contesto di discussioni legate al mondo del cinema. Negli ultimi anni, infatti, si sono moltiplicati i cosiddetti “period drama”, ovvero storie ambientate diversi secoli fa: biopic di personaggi realmente esistiti, storie di altri tempi o rappresentazioni di opere classiche. Questi titoli sono molto amati, e il segreto del loro successo è anche il lavoro che richiedono: per far sì che sceneggiature, scenografie e costumi rispecchino il più possibile l’epoca rappresentata, queste produzioni solitamente vantano team di professionisti che curano ogni dettaglio e budget altissimi.

Ovviamente è vitale anche la scelta del cast, che nel caso di personaggi storici è fortemente influenzata dalla somiglianza, mentre per rappresentazioni fittizie non può esulare dalle aspettative riguardo i “visi tipici” dell’epoca. Ecco perché si è cominciato a parlare di I-phone face ai tempi dell’uscita de Il re (2019), in cui un giovanissimo Timothée Chalamet appariva nel ruolo di protagonista nei panni di un giovane re Enrico V.

Da Timothée Chalamet a Jacob Elordi: le I-phone face a Hollywood

Reduce dal successo di Chiamami col tuo nome (2017), l’attore era uno dei nomi più hot a Hollywood ed era già stato eletto a volto del momento da schiere di fan innamorate. Il suo viso, particolare ma nemmeno troppo (d’altronde, i suoi sosia sono così tanti da poter riempire un parco), sarebbe secondo il web il tipico esempio di bellezza del momento. Queste polemiche non hanno fermato Chalamet dal diventare un volto di punta dei period drama, visto che ha ottenuto importanti riconoscimenti dopo le sue interpretazioni in Wonka, Piccole Donne, e persino A Complete Unknown.

Molto diverso è invece il caso di una collega, Lily-Rose Depp, che nello stesso film appariva a fianco di Timothée (nel ruolo della principessa Katherine) ed è stata fortemente criticata. Recentemente l’attrice è tornata sul grande schermo, protagonista di Nosferatu (2024), ma anche questa volta le polemiche sul suo viso hanno dominato ogni discussione sul film, a volte anche arrivando ad incolparla per il fallimento al botteghino.

Un altro attore fortemente criticato per la stessa ragione è Jacob Elordi, che per diventare Elvis in Priscilla (2023) ha richiesto diversi accorgimenti (dal makeup alle riprese e alle scenografie) in modo da sembrare più basso e più simile al cantante. Anche Elordi non si è lasciato intimidire e presto lo vedremo, a fianco di Margot Robbie, nel ruolo di Heathcliff per l’ultima rappresentazione di Cime Tempestose. In questo caso, la sua presunta I-phone face sarebbe solo la punta dell’iceberg, visto che con l’Heathcliff della letteratura l’attore non c’entra nulla. Eppure, ancora una volta, la più bersagliata dalle critiche è Robbie, che in seguito alla diffusione di alcune immagini del set sul web è diventata lo zimbello dei social.

I-phone face, film e società: quali sono i rischi?

Insomma, l’idea di I-phone face potrebbe non essere altro che l’ennesimo appiglio per criticare le donne, eppure c’è di più. Se le guanciotte degli anni Sessanta raccontano di un mondo in cui si poteva essere giovani, innocenti e immature a lungo, il pensiero di vivere nell’era della I-phone face non è proprio rassicurante.

Il viso da I-phone e social media che dovrebbe rappresentare i nostri anni è curato, risultato di trucco, skincare da più passaggi, prodotti di alta qualità e, soprattutto nel caso delle celebrità, chirurgia plastica. È il viso a cui aspiriamo, quello che i social ci presentano ogni giorno, ma è davvero quello che incontriamo per strada e a cui sentiamo di (poter) somigliare?

Alle I-phone face online ormai abbiamo fatto l’abitudine, ma quando queste cominciano a diffondersi al cinema, soprattutto nei racconti che dovrebbero mostrarci “altri tempi”, il rischio è alto. Quello di macchiare con il nostro sguardo narrazioni e contesti distanti, ma soprattutto quello di perdere contatto con la realtà. Raccontarci che l’idea di bellezza non è fortemente influenzata dalla società, che è sempre stato così, e tramandare quest’idea alle nuove generazioni, che con ogni probabilità baseranno su prodotti popolari come i period drama le loro idee sul passato.