Architettura, arte, tradizioni e profonda dedizione al lavoro si intersecano nella storia di Bergamo e dintorni, che con il suo paesaggio a metà tra città e montagna offre scorci stupendi. La Città Alta, così solitaria e imponente, regala un panorama semplice e raffinato al contempo, con le sue viuzze, le sue cupole e le sue torri. Sapientemente organizzata tra i suoi tetti e le sue mura, la città vecchia fiorisce ogni giorno affollata dai turisti. Basta poi addentrarsi nella provincia per scoprire chicche affacciate sul lago d’Iseo o paesini di montagna dove l’aria è fresca e la natura incontaminata. Ma è proprio a Bergamo e provincia che la pandemia ha colpito forte. Nei primi nove mesi del 2020 i comuni bergamaschi registrano 13.640 decessi, contro i 7.651 della media 2015-2019. Ma anche in mezzo a giorni bui, tutta la Bergamasca ha saputo rifiorire grazie a fede e determinazione. Ed è proprio la fede che sta alla base di un’iniziativa tutta da scoprire. Conosci il cammino di Santiago bergamasco? È l’Alta Via delle Grazie, un percorso immerso nei luoghi della pandemia.
Il cammino di Santiago bergamasco è tutto scoprire
Se vuoi ammirare un paesaggio dove il verde si interseca all’azzurro del cielo e al bianco della montagne innevate, Bergamo e le sue valli fanno proprio al caso tuo. Lì puoi scoprire casali, ville, monasteri e respirare un gusto di genuinità senza tempo, dove le tradizioni più antiche non smettono di farsi sentire. L’emergenza sanitaria che a marzo 2020 ha messo in ginocchio l’Italia intera, a Bergamo e dintorni ha fatto più danno che altrove. E all’improvviso ecco che il brusio della gente che affollava le sue strade si è trasformato in un silenzio assordante. Il suo clima sempre in festa, tanto allegro e solare, si è fatto cupo e spettrale. Un’intera provincia si è fermata, a rimbombare per le strade erano solo le sirene delle ambulanze che ininterrottamente correvano tra il centro e la periferia.
Anche in mezzo ai drammi della pandemia, Bergamo e provincia hanno dimostrato voglia di fare, vivere e rinascere. E così anche dopo mesi difficili, in cui all’emergenza coronavirus sembrava impossibile dare un freno, la città e i suoi paesi sono ripartiti più forti di prima.
Per non dimenticare quanto successo, anzi per ricordarlo con rispetto e rendere omaggio a chi in quella tragedia ha perso la vita, è stato inaugurato il “bosco della memoria”. Ma non solo.
Da un’idea di Gabriella Castelli e Giovanni Battista Merelli, è nata un’iniziativa che fa bene al cuore e alla salute. I fedeli e gli amanti delle camminate devono assolutamente conoscere (e percorrere) l’Alta Via delle Grazie. Oltre 300 km, 13 giorni e altrettante tappe (che diventano 8 se lo fai in bicicletta): è questo il percorso nato tra la città e le valli bergamasche, che prende il via da Bergamo e attraversa i luoghi spirituali più suggestivi della Val Seriana.
Sport, dialogo e preghiera fanno del cammino di Santiago bergamasco un vero successo. Allora, cosa aspetti? Zaino in spalla e outfit comodo: preparati a un’esperienza impegnativa ed emozionante al contempo. La partenza è fissata alla chiesa di Santa Maria delle Grazie e si chiude con la tappa finale di Santa Maria Maggiore, in Città Alta.
Le tappe
L’itinerario ricalca quello più famoso di Santiago de Compostela ed è un cammino di riscatto alla scoperta dei comuni lombardi più colpiti dall’emergenza Covid, dove al drammatico numero di vittime si è aggiunto un danno economico estremamente rilevante. Basta avventurarsi lungo il cammino per scoprire non solo Bergamo e la Val Seriana, ma anche il lago d’Iseo e l’Alto Sebino.
Nata grazie all’opera di volontari, alla base dell’iniziativa non ci sono finalità di profitto ma solo voglia di dare nuovo lustro a luoghi incantevoli. E così ecco che numerosi turisti e tanti sportivi hanno scoperto il patrimonio culturale e paesaggistico racchiuso tra la celebre città orobica e le sue valli. I pellegrini possono fermarsi in preghiera in 18 santuari mariani, seguendo i percorsi indicati con il simbolo dell’Alta Via delle Grazie. Al centro è raffigurato un quadrifoglio, che incarna i valori di fortuna, unicità, rarità e bellezza. A ogni fermata si riceve il timbro, che funge da attestato.
Non solo: diverse attività rendono unica e avvincente l’iniziativa che si dirama tra i paesaggi solcati dal fiume Serio. Chi decide di intraprendere l’Alta Via delle Grazie può scoprire l’ecomuseo di Gorno, nella Val del Riso. Nel complesso di Costa Jels, inoltre, è stata recuperata un’importante tradizione mineraria. Poco distante c’è Gromo, un suggestivo borgo montano a metà tra il monte Secco e il monte Redorta. Tra il verde e le rocce di Sovere, a circa 40 km da Bergamo, i visitatori possono scoprire il Santuario della Madonna della Torre. Da non perdere neppure quello della Beata Vergine del Monte Altino. Oltre a godervi la natura della zona, tra il paesaggio lacustre e i boschi di castagno nella Valle del Lujo, è prezioso l’incontro con gli abitanti della Val Seriana, che più di altri hanno affrontato il dolore per la perdita dei propri cari.
Il dramma della pandemia a Bergamo
Mentre l’Italia intera affrontava il primo lockdown, a Bergamo e dintorni i cimiteri erano al collasso. Gestire il flusso intenso delle vittime era diventato pressoché impossibile e si rese necessario l’intervento dell’esercito, che trasferì le salme presso i crematori di altre città lombarde.
Restano impresse le immagini dei camion militari carichi di bare sfilare tra le vie della città. Restano tristemente ancorate nella memoria le immagini delle forni crematori pieni, con gli appelli disperati del sindaco Gori.
E così d’un tratto quelle stesse strade sempre piene di gente, si sono fatte deserte e silenziose, tristi e impaurite. Il lugubre corteo dei camion militari che attraversa la città resta una delle immagini più drammatiche della pandemia, diventata suo malgrado un simbolo della sofferenza che ha travolto numerose famiglie.