“Compito di castigo. Scrivo dieci volte la frase che mi ricorda come devo comportarmi in mensa”. Erano anni che non sentivo parlare di “castigo”. L’ultima volta che devo aver sentito questa parola dev’essere stato quando frequentavo la scuola primaria nei panni di alunno.
E invece rieccola la punizione. È tornata così come la nota, mai scomparsa dai diari dei nostri bambini. E peggio ancora c’è qualche dirigente che si vanta di usare la sospensione per i ragazzi delle medie come mezzo di correzione.
Mentre scrivo ripenso a quel piccolo che ha scritto per dieci volte “In mensa e nel dopo mensa devo comportarmi bene e rispettare le regole”.
Mi sembra di vederlo questo bambino: spazientito, arrabbiato, chinato sul quaderno, indignato ma costretto a quell’esercizio punitivo.
Son certo che avrà pensato a te cara collega amante del castigo.
Genitori, ribellatevi agli esercizi punitivi
Ma io voglio parlare alla mamma che mi hai interpellato per sapere che fare e a tutte quelle madri e quei padri che in quest’anno scolastico avranno a che fare con note, sospensioni, castighi: cari genitori ribellatevi!
Fatevi qualche domanda, non fermatevi al “potere” di una maestra, di un dirigente scolastico.
5 punti di riflessione sulla disciplina
1. Che scuola vogliamo? Un luogo che sa accogliere, che sa aprire le braccia al bambino, che di fronte allo sbaglio di quel ragazzo si ferma, dialoga con lui, lo corregge, lo mette nelle condizioni di capire o una scuola che punisce, che manifesta la sua forza, che usa mezzi come la nota, il castigo, la sospensione?
2. Non avresti preferito, cara mamma, caro papà, che quella maestra si confrontasse con te prima di dettare dalla sua cattedra questo compito?
3. Cosa provi tu genitore quando quel luogo cui affidi il figlio con fiducia te lo rimanda a casa arrabbiato, colmo di ira per quella maestra? In quel momento la scuola ha perso la sua sfida più bella: quella di conquistare quel bambino.
4. Perché non pensare insieme a te che con noi maestri hai il compito di educare, gli strumenti da usare nel momento in cui tuo figlio viola le regole? Serve davvero il castigo? La nota? Decidiamolo insieme!
5. Spesso proprio voi mamme e papà chiedete alla scuola una missione faticosa: educare alla disciplina. Ma che significato ha questa parola? Cosa intendiamo per disciplina?
L’insegnamento di Maria Montessori
Maria Montessori che sicuramente ne sapeva più di chi scrive in merito all’educazione dei bambini, diceva a proposito di disciplina:
“La prima nozione che i fanciulli devono acquistare per essere attivamente disciplinati è quella del bene e del male. Il compito dell’educatrice è impedire che il fanciullo confonda il bene con l’immobilità e il male con l’attività”.
Forse dovremmo ripartire da qui. Insieme. La scuola dei soli genitori che vogliono imporre le loro regole non serve ma non abbiamo bisogno nemmeno di una scuola dove gli insegnanti e i dirigenti pensano di essere degli illuminati pedagogisti grazie alle punizioni.
I maestri delle note e dei castighi andrebbero messi per un po’ dietro la lavagna!