Ogni settimana pubblichiamo le risposte di Chiara Gamberale alle domande delle lettrici, sia online che sulla carta. Per scriverle, manda una mail a [email protected]
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Cara Chiara,
ho 35 anni, sono sposata e mamma di un figlio. Da qualche tempo, ovvero da quando ho cambiato lavoro, sono molto attratta da un altro uomo. Questa cosa mi logora: il mio tormento non è tanto il senso di colpa verso la mia famiglia quanto il (quasi) rifiuto da parte dell’altro. Sto male, proprio male… Non avevo problemi con mio marito, nemmeno pensavo di poter provare un’attrazione fisica così forte per qualcun altro! Ci siamo incontrati una volta, con l’altro, ma io ero troppo spaventata e sono scappata. Da allora non ho avuto più nessun segnale da parte sua, e questo mi fa sentire uno schifo. Sto anche cercando di avere un secondo figlio: una decisione presa, insieme a mio marito, in totale tranquillità. Non lo so perché mi sento così, non voglio lasciare nessuno. Amo la mia famiglia, ma non dormo la notte e devo sfogare questo pensiero. Quando sono diventata mamma, la prima cosa che ho pensato è stata: «Non proverò mai un amore così grande per nessuno, mai!». Perché allora sto tanto male? Non lo conosco nemmeno veramente bene, l’altro, e fra noi c’è solo un gioco di sguardi… Che però mi fa letteralmente impazzire.
Anonima
Cara Anonima,
siediti vicino a me e respira. Non credo ci sia nulla di preoccupante in quello che stai vivendo. Hai appena 35 anni, enormi responsabilità e una benedetta voglia di sentirti ancora desiderata. Questo non toglie nulla all’amore che provi per la tua famiglia. Allora perché stai così male? Perché siamo fatti di desideri e fuoco, e chi ci sfugge è facile che soffi su quel fuoco. Tuttavia ti invito a concentrarti sul fatto che sei scappata da lui – è questo che scrivi – e che dunque il tuo sentirti rifiutata potrebbe essere anche il suo. Ma, soprattutto, ti invito a usare questo tormento per cercare di capire quale nervo scoperto del tuo vissuto profondo ha inavvertitamente toccato quest’uomo con i suoi (mancati) comportamenti. Infine, ti affido al poeta Franco Arminio: «Si va in giro per piccole storie, incerte mete, intimità provvisorie».
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Disegno di Elisa Macellari