C’è una cosa di cui vorrei parlare e che riguarda la maggioranza delle coppie italiane che convivono: i piedi gelidi. Le donne d’inverno li hanno gelidi, gli uomini no. Gli uomini si mettono a letto, le donne pure. I primi aprono un libro e si godono il calduccio sotto le coperte, le seconde pure (anzi di più perché, secondo le statistiche, li superano e sono accanite lettrici).
Poi, a un certo punto, le donne fanno la mossa, che non si ritrova in nessun’altra specie animale: un movimento rapidissimo dei piedi a forbice con cui si infilano fra le caviglie del compagno e, in un attimo che non si può nemmeno cronometrare, appoggiano la pianta dei piedi – gelida – sul collo dei piedi caldi del compagno. Lui ulula: è come se glieli avessero affettati con la spada del churrasco. Ma lei, spietata, non si muove di un millimetro. Fa finta di niente, continua a leggere finché i piedi non saranno un po’ caldi. E l’incastro è talmente perfetto che, se anche lui volesse liberarsi, non potrebbe.
Le prime volte che ho dormito con delle ragazze, verso i 20 anni, ho pensato: va bene qualche volta dopo aver fatto l’amore, ma non potrei mai sostenere una convivenza se questa faccenda dei piedi gelidi diventasse un fastidio quotidiano, che si aggiunge ad altri fastidi quotidiani tipici dell’inverno, come uscire dal letto la mattina per raggiungere il bagno per esempio.
Poi, coi primi capelli bianchi, ho capito che il bello era proprio lì e che le convivenze assomigliano a questa cosa dei piedi gelidi: una trasmissione di temperature diverse che diventano una sola e che è la media fra le due.