Immaginate centinaia di sirene che prendono il sole e fanno il bagno in una piscina. Siedono sulle sdraio con le pinne argentate che brillano alla luce del sole. Cantano, nuotano, si divertono. È successo a Manassas, in Virginia, dove si è tenuta l’annuale MerMagic Convention, il più grande raduno di sirene al mondo. No, non si trattava di vere creature degli abissi. A travestirsi sono stati molti appassionati, compresi disabili, che hanno riscoperto insieme il gusto per lo sport in acqua e la storia di queste mitologiche creature. Avvolti in scintillanti code di pesce, centinaia di donne e uomini si sono affollati nelle piscine, cimentandosi in piroette nell’acqua e agitando le code con allegria.
Quando le sirene facevano paura
E dire che ci sono stati periodi nella storia durante i quali le sirene sono state tra gli esseri fantastici più odiati del mondo. Venivano, infatti, ritenute creature del demonio. Non tutti lo sanno, ma all’inizio le donne-pesce erano in realtà donne-uccelli. Nella mitologia ellenica, infatti, sono le figlie del dio dei fiumi Acheloo, nate dalle gocce di sangue fuoriuscite dalle ferite infertegli da Ercole quando gli spezzò il corno. Erano per metà donna e per metà uccello. Solo dopo il secondo secolo dopo Cristo cominciarono a essere rappresentate come metà donne e metà pesci. Forse, a causa di un errore di un amanuense.
Quando le sirene avevano le ali
Pare che, ricopiando alcuni testi manoscritti, un amanuense abbia sbagliato a scrivere la parola latina “pennis”. Al suo posto avrebbe scritto “pinnis”, che significa pinna. Da qui la donna-pesce. Un altro motivo potrebbe derivare dalla diffusione del Cristianesimo, che vedeva queste creature come esseri del male. Per molti secoli, le sirene sono state considerate come malvagie e simbolo di perdizione. Solo grazie alla fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, La Sirenetta, hanno ritrovato la fama di esseri compassionevoli e simbolo di un amore tragico. Oggi il mito delle sirene permea la memoria collettiva e sempre più semplici dilettanti o “sirene professioniste” dispiegano le loro doti nel mondo dello spettacolo o in eventi privati, cimentandosi in piroette nelle piscine dei centri acquatici e osando costumi fantasiosi.
Il raduno mondiale: l’evento più “inclusivo” che c’è
Da qui il raduno mondiale delle sirene dove, oltre alle esibizioni in acqua e alla serata di gala in maschera, si sono tenute lezioni a pagamento di nuoto sicuro, di creazione di accessori scintillanti e foto professionali. «Indipendentemente dall’età, dall’origine, dalla corporatura o dalla disabilità, tutti possono essere una sirena», ha spiegato al quotidiano francese Paris Match una giovane donna di 19 anni, soprannominata Merlot, con la testa ornata da un copricapo abbinato alla lunga coda.
«Non posso camminare con le mie gambe, ma adoro la magia»
Alla MerMagic Convention i partecipanti arrivati da tutto il mondo hanno assistito a tavole rotonde dal titolo Diversità tra sirene, Le grandi sirene fanno onde, e al workshop Trucco da sirena per tutti i colori della laguna. Erano presenti anche tante persone che non possono camminare. Come Charcot-Marie-Tooth, colpita da una malattia neurologica che atrofizza i muscoli, ma che brillava sul bordo piscina grazie alla sua lunga coda dai riflessi blu. «Non posso camminare con le mie gambe umane, ma adoro partecipare alla magia, far sorridere i bambini, vederli esclamare: “Oh, una sirena!”. Volevo anche essere un modello per i giovani con disabilità», ha spiegato all’agenzia di stampa Afp. Ha aggiunto: «Quando i bambini in sedia a rotelle mi vedono, si eccitano così tanto».
Perché essere sirene è “inclusivo”
La sirena Chobo, 27 anni, che non ha gli avambracci, ha spiegato che non può praticare molti sport. «Ma io amo nuotare», ha aggiunto sfoggiando una parrucca fucsia e squame finte dai colori vivaci, «essere una sirena mi permette di fare sport ed esprimermi. È molto inclusivo». Una donna di 32 anni, che si fa chiamare Coral Koi, ha spiegato che partecipa all’evento ogni anno. Ha precisato: «È la mia convention preferita, dove potrei trovare tanta magia? È un modo divertente per prendersi cura di se stessi».