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Cara Chiara, mio marito è mancato 2 mesi fa per il solito tremendo male che non perdona, almeno il suo. Volevo esprimere il vuoto che sento, dopo 53 anni di vita insieme. Tra casa, lavoro, malattie, figli da crescere, genitori da accudire, il tempo è trascorso in un attimo. Lui non era il tipo che mi portava regali, che mi diceva parole dolci, che camminando mi metteva la mano sulla spalla… Anzi, era sempre davanti a me perché aveva il passo svelto, ed era solito voltarsi indietro per vedere se c’ero. Ecco, è questo il punto. Bastava che io ci fossi. Difetti ne aveva tanti, un’infinità. Però la sua ironia, la battuta che non ti aspetti, il modo lieve di descrivere episodi buffi degli amici d’infanzia o dei colleghi di lavoro ti attraevano. E quando eravamo in compagnia trasmetteva sempre allegria con il suo senso dell’umorismo e la qualità rara di saper raccontare le barzellette. Negli ultimi tempi mi confessava che gli era costato fatica passare del tempo insieme agli altri, perché non stava più bene.

Nazzarena

Mia cara Nazzarena, hai voluto esprimere il tuo vuoto e io sono stata, commossa, in silenzio, ad ascoltare, vicina a te come se ti conoscessi. Però di vuoti ne esistono di diversi tipi. C’è quello di chi non ha mai avuto niente dalla vita, il vuoto degli anni sprecati. E c’è quello di chi ha ricevuto un tesoro. Un vuoto che può essere enorme ma che ci dà la certezza di aver vissuto bene. Lui è andato avanti come sempre, con il suo passo troppo svelto. Ma stavolta vi dovete voltare indietro entrambi a guardare la strada meravigliosa che avete fatto: tanto bella che vi è parsa un attimo. E se lo fai, ti sentirai di nuovo piena. Di ogni momento, di ogni anno. Sentirai ancora la sua voce alleggerirti con un’ultima battuta, e capirai che non ci potrà mai essere vuoto dove c’è stato un grande amore. Io ci credo.

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