Dopo la Sea Watch 3 capitanata da Carola Rackete e bloccata per 17 giorni, è toccato alla Gregoretti della Guardia Costiera restare al largo di Augusta (Sr) con 116 persone a bordo. «La Gregoretti è una nave militare italiana: perciò è potuta entrare nelle acque territoriali, su cui è competente il ministero dei Trasporti» spiega Elda Turco Bulgherini, presidente dell’Associazione Italiana di Diritto della Navigazione.
Lo sbarco è un momento successivo: «Si passa dalla fase “mare” alla fase “territorio”. E la competenza passa al ministero dell’Interno. Che sia una nave italiana o straniera cambia poco: il Viminale ha l’autorità per impedire ai passeggeri di scendere a terra per ragioni di sicurezza che possono andare da questioni sanitarie all’impossibilità, come nel caso del nostro Paese, di accogliere tutti i migranti».
Lo prevede già il Testo unico sull’immigrazione del 1998. «Ecco perché le navi possono anche attraccare per volere della Capitaneria di Porto, che fa capo al ministero dei Trasporti. Ma poi nessuno scende per decisione del ministero dell’Interno». È successo un anno fa alla Diciotti, ormeggiata per 5 giorni al porto di Catania con 137 migranti. Salvini venne indagato per sequestro di persona perché, per la procura, le persone a bordo erano in stato di necessità; però, il Senato non ha concesso l’autorizzazione a procedere perché ha ritenuto la decisione un atto politico, rientrante nelle sue competenze.
Con la Gregoretti il ministro ha assunto di nuovo una linea di chiusura per “obbligare” l’Ue alla ricollocazione dei migranti: i 116 sono sbarcati appena 5 Stati europei si sono detti disponibili ad accoglierli. Secondo Bulgherini, «è una scelta legittima». L’articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell’Ue parla infatti di «solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri». Tali principi, secondo la docente, sarebbero disattesi: «Le promesse sulla ricollocazione non sono mai state mantenute. E anche l’attuale operazione Themis, che prevede che i migranti sbarchino nel porto più vicino, è rimasta lettera morta».
È errato pensare, tuttavia, che i porti italiani siano chiusi: «Si decide di volta in volta su casi specifici». Il 30 luglio, mentre la Gregoretti era al largo, sono approdate 22 persone: erano su imbarcazioni più piccole, poi intercettate dalla Guardia di Finanza.
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