Il 31% dei ragazzi americani non ha avuto rapporti sessuali nel corso dell’ultimo anno. Si tratta di giovani tra i 18 e i 24 anni, considerati solitamente molto “attivi”. Tra le coetanee la percentuale è un po’ più bassa, pari 19%, ma per entrambi i sessi i dati sono in forte aumento, soprattutto se confrontati con quanto accadeva 20 anni fa: il numero di coloro che scelgono l’astinenza, in modo più o meno volontario, è quasi raddoppiato. A confrontare la situazione è una ricerca pubblicata dal Journal of the American Medical Association (JAMA).

Il trend è lo stesso anche con l’aumentare dell’età: tra i 25-35enni niente sesso per il 14% degli uomini e il 13% delle donne, mentre diminuisce anche il numero di coloro che, pur non abbandonando del tutto i rapporti sessuali, si limitano a una sola volta alla settimana. In questo caso si passa dal 52% al 34% per i 18-24enni e dal 65% al 50% per i 25-35enni.

Perché si abdica al sesso?

Il calo del desiderio sessuale è soprattutto maschile

Per spiegare il fenomeno in molti puntano il dito sugli smartphone e la tecnologia che in alcuni casi ha sostituito i rapporti fisici, dal piacere di parlarsi di persona fino al sesso. «In realtà la questione è più complessa. Uno dei fattori che spiega la situazione è un più generale calo di desiderio maschile. L’uomo è in crisi, si sente a volte inadeguato nel costruirsi un proprio ruolo nel rapporto con le donne, c’è stata una sorta di svirilizzazione sociale delle funzioni maschili. L’uomo, quindi, arretra e cerca risposte – disfunzionali, quindi sbagliate o inadeguate – che possono andare dall’astinenza fino ai casi estremi di femminicidio. Una quota importante, poi, pratica il sesso virtuale su internet, ricorrendo alla pornografia» spiega lo psicoterapeuta e sessuologo Marco Inghilleri, vicepresidente della Società italiana di sessuologia ed educazione sessuale. Anche in Italia le cose stanno così?

Il calo del desiderio tocca anche gli italiani

Da un recente rapporto Censis-Bayer sui comportamenti sessuali degli italiani emerge come il 42% sostenga di fare sesso ameno 2/3 volte alla settimana. Questo farebbe pensare che in Italia la situazione sia differente. In realtà anche in Italia a crescere è il ricorso alla pornografia online. È la spia di un cambio nei costumi? «La pornografia online è facilmente fruibile, è a portata di tutti, anche dal proprio smartphone da cui non ci si stacca mai. Vi fanno ricorso i giovani, per i quali il web è il primo luogo in cui incontrano il sesso, ma anche persone di 80 anni, che si giustificano spiegando di avere lo stesso desiderio sessuale di quando avevano 20 anni, ma di non volerlo appagare con una coetanea» spiega Inghilleri.

Sesso zero: crescono le coppie bianche

Il sesso diminuisce anche nella fascia d’età tra i 18 e i 40 anni, dove il numero di chi non ha rapporti sessuali è cresciuto dal 3% all’11,6% in vent’anni, arrivando a 1,6 milioni. Questo vale anche all’interno dei rapporti stabili come matrimoni o convivenze, con le «coppie bianche» arrivate a 220.000. «Anche in questo, tolte eventuali motivazioni ideologiche, religiose o strettamente fisiche, spesso il motivo è legato ai cambiamenti sociali: c’è una sovraesposizione a messaggi erotizzati. Il sesso serve a vendere, è diventato quasi un obbligo a cui si cerca di sottrarsi, forse anche per paura di non sentirsi all’altezza delle aspettative. È una sorta di neo puritanesimo, che rappresenta l’altra faccia della medaglia rispetto al ricorso alla pornografia» spiega l’esperto. Insomma, di fronte a una sindrome da prestazione dilagante, che tocca un po’ tutti, qualcuno rinuncia al sesso, altri preferiscono quello tramite Internet che evita coinvolgimenti e il mettersi in gioco in modo diretto.

Uscire con gli amici e viaggiare è meglio del sesso

Ad affiancare il sesso e spesso a sostituirlo ci sono poi anche altri piaceri. «Il sesso ha soprattutto funzione riproduttiva e ludica, ma metter su famiglia e fare figli sono appuntamenti che i giovani tendono a rimandare a un periodo di maggiore solidità finanziaria. Quanto all’aspetto ludico, da tempo è in atto la scoperta anche di altri piaceri: uscire con gli amici, viaggiare, coltivare interessi più consumistici e meno legati alla sessualità di coppia» spiega Inghilleri.

Il sesso virtuale

E il sesso “mordi e fuggi” che fine ha fatto? Se i rapporti duraturi sono in calo, anche le avventure non sempre portano a rapporti fisici veri e propri: «Il sesso è diventato molto performativo, specie per gli uomini, che però poi temono di non essere all’altezza in una società ipercompetitiva. Anche per le donne vige l’imperativo di essere sexy e provocanti, basta vedere le foto pubblicate su Facebook e Instagram». Poi, però, scatta l’ansia da prestazione: «Ci sono moltissimi ragazzi tra i 17 e i 24 anni che hanno problemi di eiaculazione precoce o disfunzione erettile» dice Inghilleri. Ecco che, per evitare tutto ciò, ci si rifugia nel mondo di Internet e del sesso virtuale, rinunciando a quello reale.